I «dialoghi» di Anastasio Sinaita

SantAnastasiodi Andrea Drigani • Interrogarsi ed interrogare sul senso cristiano della vita, sul valore della preghiera, sul giudizio finale, sul diavolo e sugli angeli, sull’inferno e sul paradiso, sul peccato e sul pentimento, sulla provvidenza, sui governanti, è stata una caratteristica costante e continua sin dagli inizi della storia della Chiesa. Tra le tante testimonianze di questo atteggiamento possiamo rammentare le «Domande e risposte bizzarre» di Anastasio Sinaita, recentemente ripubblicate e tradotte in italiano, per le Edizioni Studi Domenicano, da Serena Rinaldi. Anastasio Sinaita è un santo monaco greco, vissuto tra il 630 ed il 700, appartenente al monastero di Santa Caterina sul Sinai, ma che si impegnò con viaggi e soggiorni in Egitto, in Siria e in Palestina, per difendere l’ortodossia cristiana discutendo con gli eretici: nestoriani, monofisiti e monoteliti. In questi confronti si sviluppò la sua cultura teologica. Di Anastasio Sinaita abbiamo diverse opere, alcune assai importanti che furono inserite dal cardinale Jean-Baptiste Pitra (1812-1889) nella sua celebre raccolta «Juris ecclesiastici Graecorum historia et monumenta», edita a Roma in due volumi tra il 1864 e il 1869. Il testo riproposto dalla Rinaldi, intitolato in greco «Erotapokriseis» e nella versione latina «Quaestiones et Responsiones», si presenta come una collezione non strutturata e forse disorganica, similmente ad un’intervista, con 103 domande ed altrettante risposte. Si può congetturare che l’opera sia stata redatta, dopo la morte di Anastasio Sinaita da alcuni discepoli o ammiratori sulla base di una sicura memoria orale. Le «Eratopokriseis» più che di pertinenza della catechesi vanno considerate nell’ambito dell’educazione cristiana, le cui fonti principali sono la Sacra Scrittura ed i Padri della Chiesa, in particolare San Basilio Magno, San Giovanni Crisostomo, San Gregorio Nazianzeno. Alcune delle 103 domande potrebbero sembrare strane, ma prima di tutto riguardano i molteplici aspetti dell’esistenza cristiana, inoltre si tratta di quesiti comunque presenti, ieri come oggi, nella coscienza popolare, che meritano una soddisfazione anche con l’aiuto di nozioni scientifiche (la dottrina tetradica), che tuttavia ci rimandano sempre alla fede in Dio. Le «Quaestiones et Responsiones» di Anastasio Sinaita contengono un insieme di argomenti che vanno dalla teologia dogmatica, alla liturgia, alla pastorale, al diritto, ai sacramenti, nonché, come si è notato, di elementi di natura secolare e financo politica. Da un contesto che potrebbe sembrare colloquiale e frammentario emergono delle grandi lezioni: il ruolo insostituibile della Sacra Scrittura per ogni autentica ricerca, accompagnata dalla Tradizione dei Padri, la missione della Chiesa in ordine alla custodia della verità, l’incrollabile fede nel Dio Uno e Trino, la consapevolezza che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio, la carità divina unica causa di salvezza per gli uomini. Le «Domande e risposte bizzarre» di Anastasio Sinaita possiedono, almeno nel metodo, un certo fascino di attualità. In effetti l’uomo ed il credente tende sempre a chiedere, ma come osserva la Rinaldi, nel senso etimologico greco di ricercare, di esplorare, mentre nel rispondere vi è pure il distinguere, il separare, lo scegliere. Annota conclusivamente Serena Rinaldi: «Anastasio pare suggerirci che ogni interrogativo è in relazione dialettica ed esistenziale con l’interrogante stesso».