Carlo Coccioli cercatore di Dio

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carlococciolidi Giovanni Pallanti · Cento anni fa nasceva a Livorno Carlo Coccioli. Dopo un soggiorno adolescenziale in Libia con la famiglia tornò in Italia e visse per lungo tempo a Firenze. Abitava all’ultimo piano di un palazzo dello Sdrucciolo dei Pitti al numero 2. Abitavo vicino a lui e mi capitava di incontrare quest’uomo piccolo con gli occhiali e dei baffetti sottili accompagnato da due piccoli cani. Pensavo fosse un solitario pensionato come c’erano tanti in quei tempi. Una volta Orazio Costa, uno dei maestri del teatro italiano, mi disse “Verresti a cena con un grande scrittore mio amico?”: era Carlo Coccioli quell’omino che a me appariva insignificante. Costa e Coccioli si erano conosciuti a Parigi dove avevano frequentato e collaborato con lo scrittore e drammaturgo francese Jean Cocteau. Carlo Coccioli arrivò all’”Antico Fattore” con un piccolo cane. Dopo pochi convenevoli gli domandai come mai era con un solo cane perché lo avevo visto sempre passeggiare con due in Piazza Pitti. Mi disse che gli era morto e che provava un grande dispiacere: “i cani sono come gli angeli ti stanno accanto e ti perdonano sempre anche quando sbagli”. Coccioli è stato uno dei più grandi scrittori del’ 900. Scriveva perfettamente in italiano, francese e spagnolo. Prima di conoscerlo avevo letto un suo capolavoro “Il cielo e la terra” una storia della Resistenza al nazi-fascismo vista da un cattolico. Infatti Coccioli fu un eroe della Resistenza: medaglia d’argento al valor militare. Era un omosessuale dichiarato, timido e riservato e affamato di Assoluto. Tutto fu noto quando nei primi anni cinquanta pubblicò in francese il romanzo “Fabrizio Lupo” la storia di un omosessuale tormentato dalla fede. I suoi libri sono stati tradotti in 17 lingue. In Messico diventò un giornalista e scrittore famoso come lo fu a Parigi. Da Città del Messico inviava ogni tanto degli articoli che venivano pubblicati sulla terza pagina de “La Nazione”. Nel Luglio del 2020 è uscita una sua biografia scritta da Alessandro Raveggi: “Il grande karma”, edita da Bompiani. Raveggi ha ripreso il titolo di un’opera del Coccioli, “Il piccolo karma”,download significativo per capire lo spirito di ricerca che animava lo scrittore toscano. Coccioli è stato un esploratore delle religioni, un compagno di strada per chi ricercava Dio sotto qualsiasi nome e forma religiosa. In questo Carlo Coccioli era veramente cattolico, nella accezione di universale. Per questa forma mentis lo scrittore toscano è passato attraverso l’ebraismo, l’islam, il buddismo e l’hari krishna. Qualcuno potrebbe dire che egli fu un girovago dello spirito. I suoi detrattori non mancarono, né mancano oggi. La verità credo che consista nella sua ricerca tumultuosa della vera fede e del vero unico Dio. In questo senso un suo libro molto importante è “Davide“. Un personaggio inquieto e inquietante: questo è stato Carlo Coccioli. Soprattutto un ottimo scrittore. 

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Giovanni Pallanti

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