Il ministero dell’esorcismo. Le linee guida dell’Associazione Internazionale Esorcisti

331 499 Francesco Vermigli
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41VqrzlAsNL._SX329_BO1,204,203,200_di Francesco Vermigli · Sono state pubblicate di recente le Linee guida per il ministero dell’esorcismo. Alla luce del rituale vigente, a cura dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Si tratta di uno strumento redatto come sostegno agli associati per il ministero dell’esorcismo e ha come punto di riferimento l’edizione emendata nel 2004 del Rituale Romanum de Exorcismis et Supplicationibus quibusdam. Il testo si segnala per alcuni aspetti rilevanti, non solo ad un livello rituale.

Nella «Presentazione» padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione pensa l’esorcismo in chiave cristologica; soffermandosi sulle modalità diverse con cui i Vangeli presentano gli episodi in cui Gesù guarisce dalle malattie fisiche rispetto agli episodi in cui obbiettivo dell’azione di Gesù è la liberazione degli indemoniati, nei quali si imbatte predicando il Regno: «Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il Regno di Dio» (Lc 11,20).

Percorrendo il testo, si apprezza innanzitutto la preoccupazione a dare definizioni esatte dei termini usati dalla tradizione, connotati spesso da una certa imprecisione semantica: così ad esempio è il caso delle definizioni di “possessione”, “ossessione”, “vessazione”, “infestazione”; oppure la distinzione tra “esorcismi pubblici” (“esorcismi minori”: battesimo; “semplici”, “solenni”) ed “esorcismi privati”, con la conseguente distinzione circa i ministri che producono queste diverse tipologie di esorcismi. Ancora più a monte sta però la distinzione tra l’azione ordinaria del demonio che tenta l’uomo (secondo il celebre adagio di Gb 7,1 così passato nella traduzione latina: militia est vita hominis super terram) e l’azione straordinaria: sotto quest’ultima categoria stanno le distinzioni ricordate sopra, che indicano il diverso modo della presenza ostinata e malefica del diavolo nella vita dell’uomo.

Qui due osservazioni si impongono. Prima di tutto che “straordinario” non indica tanto l’eccezionalità delle manifestazioni demoniache, ma il fatto che colpisca alcuni in maniera ulteriore a quello che accade nella comune condizione dell’uomo, che deve subire la tentazione del principe di questo mondo. In secondo luogo, che tale presenza straordinaria nella vita dell’uomo (talvolta nel corpo stesso, nel caso della possessione) non è indizio di una condizione morale degradata.

Il testo, ampio e ben articolato, si segnala in particolare per un paio di aspetti; se non rimaniamo al piano prassistico e andiamo piuttosto allo sfondo teologico su cui si costruiscono le Linee guida. Da un lato, si apprezza lo sforzo costante a mantenere il giusto mezzo tra la vana credulità e la superbia razionalista: la prima che riconduce ogni fenomeno non spiegato – o anche solo al momento non spiegabile – come pervasiva presenza del demonio; la seconda come pregiudiziale avversione al riconoscimento di qualsivoglia azione del diavolo.

Dall’altro lato, si segnala la ricerca del significato teologico profondo dell’esistenza stessa di un’azione straordinaria del diavolo su uomini, luoghi, cose, animali. In altri termini, in molti punti le Linee guida si pongono la domanda su come tale azione possa stare assieme alla fede in un Dio che è amore. Il testo invita più volte a porre ogni opera esorcistica alla luce della Provvidenza di Dio, che se tollera una presenza demoniaca straordinaria nella vita degli uomini, lo fa perché la sua potenza può trarre un bene anche a partire da un male: la qual cosa appare ancora più evidente quando la possessione è slegata dalla degradazione morale, ma addirittura convive in taluni casi con una vita cristiana solida ed equilibrata.San Michele

Questa fede nella potenza di Dio che opera nell’esorcismo, aiuta anche a sfuggire ad un pericolo in cui talvolta può incorrere il ministero dell’esorcismo: far discendere la liberazione dell’uomo o dei luoghi o delle cose dalla potenza taumaturgica delle res sacrae utilizzate a vario grado nel rituale. Solo Dio può comandare e imporre al diavolo di andarsene: per dirla con Gesù, è qualcosa che solo il “dito di Dio” può compiere.

Nella seconda parte delle Linee guida molta attenzione è rivolta al discernimento circa l’azione straordinaria del demonio (per il quale discernimento si segnalano prove e indizi), alla messa in guardia su alcuni passaggi del rito particolarmente importanti, al posto che maleficio e superstizione occupano nel favorire l’azione straordinaria del diavolo. Particolarmente importante risulta infine la descrizione del profilo pastorale e spirituale del ministro dell’esorcismo: egli viene presentato ad un tempo come impegnato ad accompagnare con fiducia, competenza e delicatezza la persona posseduta o vessata dal diavolo e come uomo a cui è richiesta continua conversione del cuore e dei comportamenti.

Anche quest’ultima sottolineatura rende conto di come il ministero dell’esorcismo in fondo a null’altro appartenga che alla promozione e alla dilatazione del Regno di Dio tra gli uomini; in questo caso, attraverso la sconfitta di colui che di quel Regno è diventato un misero scimmiottatore.

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Francesco Vermigli

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