Ricordo di Carlo Donat Cattin

693 500 Giovanni Pallanti
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download (1)di Giovanni Pallanti • Carlo Donat Cattin nacque a Finale Ligure, in provincia di Savona, il 26 giugno 1919.  La madre era di una nobile famiglia e il padre, antifascista e iscritto al Partito Popolare di Don Luigi Sturzo era originario della Savoia. Quest’anno è il centenario della nascita di questo grande leader politico cristiano democratico torinese. Il quotidiano cattolico “Avvenire” e il giornale della Santa Sede “L’Osservatore Romano” gli hanno dedicato un’ intera pagina, alla vita e alle lotte per il progresso dei lavoratori e la libertà che hanno contraddistinto  il suo l’impegno sindacale e politico. Su “L’Osservatore Romano “ è stato pubblicato, come già ricordato, l’intervento dello storico Francesco Malgeri alla commemorazione di Donat Cattin  organizzata dal Senato della Repubblica, alla presenza della Presidente Casellati, a cui è intervenuto anche Pier Ferdinando Casini.  “Rai storia”  ha dedicato un documentario  – il coraggio della politica- di Roberto Fagiolo sulla vita del democristiano piemontese ( Donat Cattin pur essendo nato in  Liguria ha vissuto lungamente a Torino dove diventò segretario della Cisl di quella provincia poi consigliere comunale, consigliere provinciale e segretario provinciale della Democrazia Cristiana prima di diventare deputato e senatore della Repubblica). In questo documentario della Rai  realizzato subito dopo la  sua morte   avvenuta nel 1991 c’è una bellissima testimonianza di Francesco Cossiga ( registrata nel 1991)  che spiega come la parabola politica ed esistenziale di Donat Cattin può essere compresa solo se si pensa alla storia  dei Santi Sociali Torinesi: Don Bosco, Faà di Bruno, Piergiorgio Frassati,  ecc.. Solo in questa prospettiva si può capire, infatti,  l’impegno e le scelte politiche di Donat Cattin.
Dopo la lotta partigiana ( è stato ufficiale dei granatieri e dopo l’8 settembre 1943 passò alla Resistenza antifascista) diventò leader  per i lavoratori cristiani della CGIL per poi aderire alla CISL fondata da  Giulio Pastore. Dirigente delle ACLI, nel 1954 fu eletto consigliere nazionale della Democrazia Cristiana. Successivamente diventerà, come già  ricordato, consigliere comunale e provinciale di Torino e   deputato e senatore per lo Scudo Crociato.
Ministro  in diversi governi del Lavoro, del Mezzogiorno, dell’Industria  e della Sanità  Donat Cattin è sempre stato un cattolico,  impegnato in politica,  che aveva fatto propria una dimensione laica,  nei metodi e nella prassi,  all’opposto di ogni clericalismo. La schiettezza verbale e comportamentale di Donat Cattin era leggendaria . Come ha scritto il quotidiano “Avvenire” per lui esisteva prevalentemente  il Si o il No.  Conosceva l’arte della politica e della mediazione tra interessi contrapposti ma non era disponibile a quella sudditanza opportunistica, tipica di tanti cattolici,  che pensano che non avere nemici sia la prova di una giusta e buona vita.
Donat Cattin è stato un combattente sia nella vita privata, dove sofferse molto la tragedia del figlio Marco terrorista del gruppo “Prima linea” coinvolto in fatti di sangue e morto, dopo aver espiato  le sue colpe in carcere, in modo eroico tentando di bloccare un tamponamento su un autostrada, tentativo che gli costò la vita venendo travolto da un camion che in quella pubblica.  Io l’ho conosciuto molto bene: quando diventai per la seconda volta segretario provinciale della Democrazia Cristiana fiorentina, nel 1987, lo invitai alla  mia prima manifestazione pubblica . Al teatro dell’Oriolo tenemmo una pubblica assemblea dal titolo : “ La Democrazia Cristiana partito di Popolo” . Donat  Cattin è stato un mio riferimento politico ( pur non facendo io parte di  “Forze Nuove”  ma della sinistra di base) come Francesco Cossiga, per le sue lotte contro i padroni a favore dei lavoratori.  Donat  Cattin fu il ministro che nel 1970 varò lo Statuto dei Lavoratori ed è stato il più autentico rappresentante europeo di un popolarismo combattivo, democratico e mai subalterno ad interessi padronali e  all’egemonia culturale comunista sulle masse lavoratrici.  Con lui ho fatto tante cose. Quando era Ministro della Sanità e io segretario provinciale della Democrazia cristiana  fiorentina si visitarono le cliniche ospedaliere di Careggi. Ricordo ancora, per far capire come si muoveva Donat Cattin nell’esercizio del suo potere anche nelle piccole cose, che prima di incontrare i medici primari ospedalieri volle visitare, assieme a me,  i gabinetti e le cucine delle cliniche. Mi disse: “ E’ inutile parlare con i capi bastone della sanità se poi la gente è costretta a vivere male la degenza ospedaliera”.
Questo episodio può ben fa comprendere come  questo uomo di cultura cattolica francese sia riuscito a diventare un protagonista di primo piano di un partito di centro che guardava a sinistra come la DC. Di fronte alla incultura che contraddistingue i politici di oggi ricordo che questo uomo nato  cento anni fa,  aveva costruito il proprio pensiero politico leggendo Dostoevskij, Maritain, Emmanuel  Mounier , Francois Mauriac, Georges Bernanos.  Donat Cattin amava,in modo particolare, la poesia. I suoi poeti preferiti erano Eugenio Montale e  Camillo Sbarbaro . Alla fine degli anni ’60 lessi sul quotidiano milanese “ il Giorno” un’intervista  che gli fece  Marco Nozza . Era un’intervista estiva di una serie intitolata “Sotto l’ombrellone” .  Durante lo svolgimento dell’intervista Egli disse che sotto l’ombrellone leggeva poesie  e che aveva scoperto un grande libro: “ Un po’ di febbre” di Sandro Penna . Corsi a comprarlo. E ne rimasi anch’io positivamente colpito. Poi anni dopo quando conobbi bene Donat Cattin scopriì, che pure essendo di generazioni diverse , avevamo fatto tutti  e  due le stesse letture diventando, pur a livello diverso, esponenti della Democrazia Cristiana animati dallo stesso spirito di  lotta per la libertà, la democrazia e il progresso dei lavoratori.
Il 13 dicembre 2011 il Consiglio Regionale della Toscana organizzò,nel ventesimo anniversario della morte, un ricordo al grande leader di “Forze Nuove” (così si chiamava la sinistra sociale democristiana fondata e guidata da Donat Cattin).
Oltre al consigliere regionale Giuseppe del Carlo parteciparono all’iniziativa Ettore Buonalberti, esponente storico di “Forze Nuove”, Ezio Cartotto già  direttore de “Il Popolo Lombardo” , Gianni Conti esponente fiorentino e toscano di “Forze Nuove” ed io.
Durante l’incontro quando toccò a me parlare mi commossi più volte: in tempi diversi Donat Cattin ed io avevamo fatto le stesse esperienze, oltreché le stesse letture giovanili, essendo stati lui nel 1947 e io nel 1974 candidati alla segreteria nazionale della gioventù democristiana. Poi tutti e due consiglieri  comunali e provinciali delle nostre città e delle  nostre province. Io a differenza di lui non diventai deputato della Democrazia Cristiana per la fortissima opposizione alla mia candidatura degli industriali e commercianti fiorentini che mi combattevano in ogni modo. Tutti e due eravamo stati segretari provinciali della Democrazia Cristiana. Lui a Torino e io a Firenze. Donat Cattin negli anni ’80 fu vice segretario nazionale della Democrazia Cristiana quando era segretario Flaminio Piccoli. Troppe le cose che ci univano. Lui nel 2011 era morto da vent’anni e la Dc era finita da più di quindici anni.
Inutile che spieghi il perché mi commossi parlando di un tempo andato pieno di speranze e ormai svanito.

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Giovanni Pallanti

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