Il giorno del sole. Con san Giustino

321 400 Carlo Nardi
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2196318_origdi Carlo Nardi Che “domenica è sempre domenica” ne erano già consapevoli i cristiani del primo secolo. Lo si rileva dal Vangelo secondo Giovanni – anni 90 circa, ambiente efesino? – a proposito dell’episodio del titubante Tommaso, «otto giorni dopo» la risurrezione del Signore, vangelo che sembra confermare il ritrovo settimanale della comunità (Gv 20,26. cf. 19-29). Una sessantina di anni dopo, forse sempre nei dintorni di Efeso, Giustino, un laico, professore a suo modo di filosofia, in realtà di teologia, martire di lì a poco, ci racconta quel che succedeva ogni domenica. Lo aveva scritto in una lettera aperta, in un documento indirizzato all’imperatore Antonino Pio per dargli le credenziali di quella religione di un certo Cristo, venuta dalla inquieta Giudea ed ora diffusa a vasto raggio per il Mediterraneo con prospettive per alcuni preoccupanti, per altri, cristiani e simpatizzanti, prospettive promettenti. Che ci dice Giustino? Che cosa ci fa conoscere della situazione e degli usi del tempo?

Informa che i cristiani abitavano per lo più nelle città, le prime ad aver ricevuto la predicazione di un apostolo. Ma gruppi cristiani erano presenti anche nelle campagne. Un giorno della settimana era per loro importante, e probabilmente non solo, il giorno del Sole, che segue quello di Crono per i greci, il dio Saturno di latini. Difatti, anche tra i pagani, come già tra gli ebrei, si diffondeva una scansione del tempo per settimane, sulla base però di nomi astrali con relativi dèi: tant’è che quegli dèi si ritrovano nei nostri nomi dei giorni, da quello della Luna, il lunedì, a quello di Venere, il venerdì, dopo il quale per gl’inglesi c’è il Saturday “giorno di Saturno”, il nostro sabato, e Sunday, Sonntag per i tedeschi, il “giorno del Sole”.

Che si pensava con “giorno del Sole”? I greci e i romani d’un tempo pensavano ad Apollo, dio della luce, detto anche Elio, il Sole, di cui porterà il nome l’imperatore Eliogabalo, devoto del “Sole invitto”, identificato anche con Mitra, una divinità il cui culto spaziava, portato dai legionari, dalla Persia alla Britannia. I cristiani però non avevano dubbi: il vero Sole, salutato inconsapevolmente dai pagani, è Cristo, che il profeta Malachia aveva intravisto come «Sole della giustizia» (4,2) e Zaccaria salutava come «Sole che sorge dall’alto” nel suo cantico, inno mattutino nella preghiera della Chiesa (Lc 1,78): Sole soprattutto nel mattino della pasqua di Risurrezione, il primo “giorno del Sole”, la prima domenica, la prima di una serie ancora in atto.

A questo proposito Giustino, filosofo e martire, illustrava ai suoi contemporanei: «Nel giorno del Sole tutti di comune accordo facciamo la nostra riunione, perché è il primo giorno, nel quale Dio, intervenendo sulla tenebra e la materia, fece il mondo (Gen 1,2-5), e Gesù Cristo, il nostro salvatore, in quel medesimo giorno risorse dai morti: difatti il giorno prima del giorno di Crono», il giorno prima del sabato, «lo avevano crocifisso e il giorno dopo quello di Crono, ossia il giorno del Sole», la domenica, «apparve ai suoi apostoli e discepoli, e diede loro questi insegnamenti che a nostra volta abbiamo comunicato a voi per un’indagine in merito». Così Giustino, filosofo e martire, ai suoi contemporanei.

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