Nasce il Centro Evangelii Gaudium

635 357 Alessandro Clemenzia
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cmy_thumbsdi Alessandro Clemenzia «Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. […] Sebbene non tocchi a me dire come realizzare oggi questo sogno, permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni. Sono sicuro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio».

Per rispondere a queste parole di Papa Francesco, rivolte ai rappresentanti del Convegno nazionale della Chiesa italiana, convenuto a Firenze lo scorso novembre nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è nato all’interno del progetto culturale e della missione scientifica dell’Istituto Universitario Sophia il Centro Evangelii Gaudium, inaugurato a Loppiano lo scorso 11 novembre. Il Centro vuole essere un luogo accademico che, attraverso un approfondimento dell’Esortazione apostolica, favorisca quell’aggiornamento e quella conversione pastorale richiesti dai tempi odierni per attuare un cambio di paradigma anche e soprattutto nella relazione tra comunità ecclesiale e società civile. Il nuovo Centro vuole approfondire il significato di questa nuova tappa dell’evangelizzazione attraverso l’attivazione di corsi, seminari, stages e laboratori, indirizzati in particolare a presbiteri, persone di vita consacrata, operatori pastorali, laici impegnati nei diversi ambiti della vita issuta e fatta propriaecclesiale e sociale, e soprattutto ai giovani.

Al di là dell’aver avviato un approfondimento in risposta all’appello del Papa, la grande sfida riguarda anche e soprattutto il metodo richiesto da Francesco, attraverso l’uso di un avverbio: «in modo sinodale». La sinodalità, più che essere un tema fondamentale di ecclesiologia, è colta qui come atteggiamento, come modalità attraverso cui si può raggiungere la realizzazione del fine previsto; la Chiesa, infatti, non è soltanto oggetto di indagine, ma anche soggetto che sa riflettere su se stessa e su tutta la realtà: per questo la sinodalità può essere un tema ecclesiologico nel momento in cui è vissuta e fatta propria dai protagonisti come stile della ricerca. «E perché anche questo stile – ha scritto il cardinale Betori nel suo saluto durante l’inaugurazione del Centro – non diventi una mera struttura organizzativa atta esclusivamente a risolvere “insieme” le situazioni più complesse, portando così a un nuovo atteggiamento autoreferenziale, è necessario che lo sguardo di chi è protagonista, più che finalizzato a un corretto funzionamento del proprio apparato strutturale, sia rivolto verso il mondo».

La sinodalità, dunque, deve tenere conto sia di una comunione di sguardo che sia a-priori rispetto alle singole interpretazioni della realtà, sia del dove è rivolto lo sguardo: non verso coloro con i quali si guarda, ma verso il mondo. La chiamata di Papa Francesco a “uscire verso le periferie esistenziali” può trovare in questo discorso il suo orizzonte interpretativo.

Ma questo sguardo verso il mondo non deve essere mosso dal desiderio di convertirlo, ma deve avvenire nella consapevolezza che esso – scrive ancora Betori – «è già stato “contaminato” dall’incarnazione del Verbo di Dio. Tutta la realtà umana, in Cristo e nello Spirito, dice Dio, e, dicendo Dio, svela l’uomo a se stesso».

Parlare di sinodalità, dunque, fa appello a un nuovo stile del pensare, a un metodo comunitario rivolto verso una realtà altra da sé, che non abbisogna di essere convertita in quanto ha già ontologicamente a che fare con l’incarnazione del Verbo di Dio. Questa consapevolezza genera anche un nuovo modo di presenza e di azione ecclesiali nel mondo: la vera missione della Chiesa. Nel messaggio inviato da Papa Francesco in occasione dell’inaugurazione del Centro, viene espresso apprezzamento per questa «iniziativa volta allo studio e alla ricerca di percorsi didattici e formativi a sostegno dell’azione missionaria di una Chiesa in uscita». Questa azione missionaria si regge sulla certezza che tutto l’umano è stato attraversato, “contaminato”, come ha suggestivamente affermato Betori, dall’incarnazione del Verbo divino.

Il nuovo Centro Evangelii Gaudium vuole così essere un laboratorio di formazione, di studio e di ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi, nella vita della Chiesa oggi in uscita missionaria, nel solco tracciato dal magistero del Concilio Vaticano II e alla luce del carisma dell’unità.

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