Un po’ più politica e dialogo e un po’ meno soldi ed economia

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trasferimentodi Giovanni Campanella • Transizione ecologica – La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia è un saggio di economia raffinato, denso e complesso. E’stato scritto da un gesuita francese, Gaël Giraud, che è stato e continua ad essere un economista assai preparato, specializzato in economia matematica e docente di teoria dei giochi alla Sorbona. Fa anche parte del Laboratorio d’Eccellenza di Regolazione Finanziaria e della Scuola di Economia di Parigi. Il libro in questione è stato pubblicato nel 2012 in Francia. E’ stato poi pubblicato con alcuni aggiornamenti in Italia dalla EMI (per la collana “Cittadini sul pianeta” diretta da Francesco Gesualdi) nel mese di novembre 2015. Ha il pregio di descrivere con precisione e profondità cause ed evoluzione della grande crisi finanziaria del 2007-2008, partendo dal sogno americano della società di proprietari di case. A questo proposito, Giraud cita un discorso di George W. Bush del 2003: «Quella che vogliamo creare è una società di proprietari, dove sempre più gente possa aprire la porta di casa e invitarvi a entrare dicendo: “Benvenuto, questa è casa mia”» (Bush come citato a p. 41). Da questo sogno scaturì poi quel vortice di debiti, su cui molti specularono e continuarono ad accrescere, che poi crollò mietendo numerose vittime tra risparmiatori e banche stesse.

L’opera di Giraud è dunque encomiabile. Tuttavia, il titolo mi sembra fuorviante: solo il capitolo quarto, intitolato appunto “La transizione ecologica”, tratta concretamente di tale tema e consta di 17 pagine su 288 dell’intero libro. A mio avviso, il filo rosso che percorre tutto il saggio è la denuncia delle malefatte bancarie unita a proposte per cambiare il sistema attuale, scendendo anche in dettaglio sui meccanismi stessi di creazione monetaria.

Ciò che ha contribuito a dare enorme potere a piccoli gruppi economici è stata la crescente diffidenza nella politica e nelle sue regole, diffidenza comprensibilmente alimentata da ferite causate da feroci totalitarismi emersi nel ‘900 e da recenti comportamenti non proprio limpidi di certa classe politica. Così abbiamo lasciato che il piano politico fosse stato quasi in toto soppiantato dal piano economico. La dimensione del dialogo e del confronto è stata sostituita dalla dimensione dei soldi. Ma, nonostante i politici, la politica rimane essenziale, deve essere recuperata. Della sua importanza ci hanno parlato anche Aristotele e San Tommaso d’Aquino. Al riguardo, Giraud scrive:

«Come trovare gusto, energia, per fare società? E’ il problema cui Giacobbe deve far fronte subito prima di ritrovare il fratello Esaù dall’altra parte del fiume (Gen 32,9-32). Giacobbe non trova di meglio – e come stupirsene? – , per tentare di addolcire la violenza del fratello che egli prevede (a torto?) di trovare in lui, che cedergli il proprio gregge e anche i servi – la sua proprietà. E’ il primo tentativo che la Bibbia registra di vincere la paura dell’altro con il commercio delle cose. L’ideale messianico della società di proprietari (cfr. cap. 1) può essere letto come il tentativo di proiettare nell’orizzonte ultimo delle nostre società questa soluzione immaginaria, per l’angoscia di Giacobbe, che è la proprietà privata» (p. 268).

In opposizione alla categoria di proprietà, Giraud suggerisce di valorizzare quella di uso, proposta da teologi e giuristi francescani a partire dal XIII secolo.

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Giovanni Campanella

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