Confessione e scelta del confessore. Annotazioni intorno a un aspetto non marginale del Giubileo

833 500 Gianni Cioli
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confessionale_470x305di Gianni Cioli Il Giubileo della misericordia ci offre l’opportunità di riflettere sul sacramento della penitenza per riconoscervi la via di un sincero cammino di conversione.

Alcune considerazioni utili alla riflessione posso essere essere suggerite da una domanda postami recentemente circa i criteri da seguire nella scelta del confessore: “E’ meglio confessarsi sempre dallo stesso sacerdote, che così ti conosce e può consigliarti, oppure si può andare liberamente in luoghi tipo un santuario dove il sacerdote non ti conosce ma ha esperienza di confessione e sa come aiutarti a riconoscere gli errori e a cambiare vita?”.

La risposta è semplice: una cosa non esclude l’altra. Confessarsi abitualmente dallo stesso prete non esclude la possibilità di scegliere occasionalmente un altro confessore. Il criterio che dovrebbe sempre guidarci nella scelta è semplicemente quello di cerca l’aiuto migliore per un autentico e sincero cammino di conversione.

E’ bene comunque chiarire che la Chiesa lascia ai fedeli la massima libertà su dove andare a confessarsi e su quale prete scegliere ogni volta che vogliono accostarsi al sacramento della penitenza. Questo proprio per favorire il più possibile il penitente nella confessione completa e sincera dei peccati gravi, anche di quelli più imbarazzanti, evitandogli qualsiasi situazione di disagio che potrebbe verificarsi nel caso che il prete lo conosca.

Ma, come si profilava nella domanda, possono esserci anche altre ragioni, non legate assolutamente all’imbarazzo, per cui un cristiano può decidere di confessarsi da un prete che non lo conosce, come ad esempio l’opportunità di accostarsi al sacramento della penitenza in un santuario, durante un pellegrinaggio, o di approfittare di una celebrazione penitenziale con la presenza di vari confessori, nei tempi forti o durante una missione. Non si può escludere che qualcuno senta magari il bisogno di rivolgersi occasionalmente per la confessione, in un momento particolarmente delicato della sua vita, ad una giuda spirituale notoriamente esperta per essere aiutato nel suo percorso di conversione.

Questo ovviamente non toglie che normalmente sia una cosa molto opportuna confessarsi con regolarità dal medesimo prete proprio per essere aiutati al meglio, da chi ci conosce e ci capisce, nel cammino spirituale della vita cristiana. Sebbene non si debba necessariamente identificare confessore e guida spirituale a volte può essere comodo trovarli riuniti nella stessa persona.

Naturalmente ognuno può scegliere il confessore abituale che preferisce e che lo mette di più a proprio agio, tenendo conto delle concrete possibilità nell’ambito di un determinato territorio.

Come si è detto, non vi è dunque contraddizione fra la decisione di confessarsi normalmente dal medesimo prete, scelto come guida spirituale, e la libertà di cambiare occasionalmente confessore in circostanze particolari e favorevoli ad una esperienza di misericordia più forte, come nel caso di un pellegrinaggio, di una missione o, come proprio nel momento presente, di un Giubileo.

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