Albert Sabin non brevettò il suo vaccino per regalarlo a tutti i bambini del mondo!

640 345 Carlo Parenti
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zzz-4di Carlo Parenti · Nel Marzo di 27 anni fa morì Albert Sabin, il medico che decise di non brevettare il suo vaccino in modo che tutte le case farmaceutiche potessero produrlo, per regalarlo a tutti i bambini del mondo.

Medico e virologo ebreo naturalizzato statunitense, famoso per aver scoperto il vaccino contro la poliomielite, rinunciò quindi ai soldi del brevetto, non guadagnando quindi un solo dollaro, consentendone la diffusione per tutti, anche fra i poveri. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini.

Sabin era nato nel 1906 a Byalistok, un villaggio della Polonia. Già da bambino sognava di poter studiare medicina e un giorno lo colpì profondamente una frase che il suo maestro lesse in classe: “Non cercate altro premio, o una grande ricompensa su questa terra, se non la gioia spirituale che possiede solo chi sa donare”. Albert non la dimenticò più. Negli anni 30 si trasferì in America.

Sabin, lavorando all’Università dell’Ohio, scoprì nel 1954 un vaccino che poteva essere somministrato ponendone poche gocce su una zolletta di zucchero da ingoiare. Una grande innovazione rispetto a quello precedentemente realizzato con virus inattivato da Jonas Salk. Questo andava iniettato per via intramuscolare. Sabin lo aveva provato su uno scimpanzé, su sé stesso, su altri volontari adulti, ma bisognava provarlo sui bambini e disse a sé stesso: “Ci sono le mie piccole Deborah e Amy”, così nel 1957 sperimentò il vaccino sulle figlie. Il suo vaccino contiene dei virus polio vivi attenuati e, venendo  somministrato per bocca, mima in questo modo le vie naturali di accesso all’organismo umano.  Per la facilità di somministrazione, la maggiore efficacia e il basso costo (al quale contribuì anche la rinuncia al brevetto), ha consentito di eliminare questa grave malattia519e9af3-a222-48fe-83d2-091777fc2bea_large

Albert Sabin ebbe a dire ormai vecchio: «Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo. Essere giovane significa conservare, a settant’anni, l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e i pensieri luminosi, le sfide intrepide lanciate agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell’esistenza. Resterete giovani finché il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza, di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’infinito. Quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di esso si saranno accumulate le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra anima». 

Da aggiungere un particolare poco conosciuto: durante la Guerra Fredda, Sabin donò gratuitamente i suoi ceppi virali allo scienziato sovietico Mikhail Chumakov, in modo da permettere anche nell’URSS lo sviluppo del suo vaccino. Anche in questo caso Sabin andò oltre le questioni politiche per un bene superiore.

Ed è bello ricordare che se oggi la poliomelite è scomparsa al mondo (salvo piccole sacche di decine di casi in Afghanistan e Pakistan, dove si pensa che la vaccinazione sia un complotto degli americani per fiaccare i quei popoli) lo si deve anche ad un italiano.

Si tratta di Sergio Mulitsch ideatore e sostenitore del progetto antipolio, poi diventato Polio Plus. Sergio Molitsch De Palmenberg, discendente da un’antica nobile famiglia di industriali di origine goriziana, era nato nel 1923 a Trieste e in questa città svolse i suoi studi classici ed universitari. Da una sua grande intuizione, quando era socio fondatore del Rotary Club Treviglio, nacque nel 1979 il programma (poi progetto rotariano) per la vaccinazione antipolio dei bambini dei paesi in via di sviluppo quali, fra i primi, le Filippine ed il Marocco. Infatti una raccolta di fondi effettuata da 24 Rotary Club italiani, dal Rotaract di Bassano del Grappa e da 4 Governatori italiani, consentì di spedire nelle Filippine, nella seconda metà di gennaio del 1980, 500.000 dosi di vaccino prodotte in Italia. Così ebbe inizio la campagna mondiale contro la polio. Già nel Maggio del 1981, il Dr. Albert Sabin, pure lui rotariano, con il quale Mulitsch collaborava attivamente, disse: “Sono a conoscenza di quanto il Rotary ha fatto per la poliomielite e so che voi in Italia siete stati all’avanguardia tra i Rotary Club di tutto il mondo nell’avviare l’azione contro questo terribile flagello”.images (1)

Nel 1985 Il Rotary International lancia nel mondo “PolioPlus”, il primo e più grande impegno del settore privato coordinato a livello globale su un’iniziativa di sanità pubblica, con un obiettivo di raccolta fondi iniziale di 120 milioni USD. Nel 1988 Il Rotary International e l’Organizzazione Mondiale della Sanità lanciano la Global Polio Eradication Initiative. Si contano allora circa 350.000 casi di polio in 125 Paesi.

Nel 2009 Il contributo complessivo del Rotary per l’eradicazione della polio si avvicina 800 milioni USD. Nel mese di gennaio la Fondazione di Bill & Melinda impegna 355 milioni e rivolge al Rotary una sovvenzione sfida di 200 milioni. Da questa iniziativa deriverà un ammontare combinato di 555 milioni a sostegno della Global Polio Eradication Initiative.

Ad oggi sono stati vaccinati più di un miliardo di bambini con una spesa totale di non meno di 2 miliardi di dollari.

Silvio Garattini, decano dei farmacologi, ha dichiarato al Messaggero: “Una dose di vaccino anticovid potrebbe costare fino a mille euro, una cifra insostenibile e solo per l’Italia servirebbero almeno 50 miliardi per poterlo fare a tutti, una cifra insostenibile“, per cui “l’Europa si faccia capofila per un’equità di accesso ai vaccini. Ma va fatto ora, non fra sei mesi“. Inoltre è possibile, ma sta diventando probabile, che la velocità della corsa mondiale alla preparazione dei vaccini anti Covid-19 porti a nuove pericolose ingiustizie (vedi). È possibile, o sta diventando probabile che la velocità stellare della corsa mondiale alla preparazione dei vaccini anti Covid-19 porti alla creazione di una nuova ingiustizia stellare? Quanti saranno i nuovi semi di malattia, disperazione e morte che un impossibile accesso al vaccino seminerà tra i popoli della terra?

Sabin e l’italiano Sergio Mulitsch (del quale si sta purtroppo perdendo la memoria) sono dunque un bell’esempio di altruismo globale che non richiede ulteriori commenti su quanto stiamo tristemente assistendo sulle “sfide” per accaparrarsi il vaccino e sfruttarlo commercialmente e geopoliticamente!

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