Camminare in orizzontale, guardando in verticale. La sintesi di un pellegrinaggio

660 495 Stefano Liccioli
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sette stagioni della provvidenza-2di Stefano Liccioli Con la fine del mese di giugno si è conclusa presso la chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Firenze la mostra fotografica itinerante “Sette stagioni, uno zaino e tanta Provvidenza” che, con immagine e mappe, racconta un pellegrinaggio di tredicimila chilometri durato quindici mesi unendo i principali luoghi di pellegrinaggio del Medioevo. Protagonista di questa impresa è Francisco Sancho, classe 1970, spagnolo di origine e vicentino d’adozione, che ha fatto del pellegrinaggio a piedi la sua espressione di vita cristiana. Partito da Czestochowa (Polonia) nel settembre del 2015 il cammino di Francisco ha toccato 439 tappe in dieci nazioni europee per concludersi l’8 dicembre del 2016 a Monte Berico (Vicenza) sede di un santuario mariano. I numeri di questa esperienza straordinaria sono anche oltre ventimila foto (ma la mostra ne presenta una selezione di ottanta) e cinque paia di scarpe usate. Il racconto di questo “cammino di luce” è riportato sul sul sito di Sancho (vedi) ed è stato anche illustrato con un fumetto. Proprio in questa pubblicazione si indicano gli aspetti che hanno caratterizzato il viaggio di Sancho:«Una ricerca dell’essenzialità dell’essere umano che gli farà riscoprire il contatto con la natura e gli permetterà di conoscere luoghi incantevoli e persone meravigliose. Ma, soprattutto, questa è la storia di un pellegrinaggio fisico in orizzontale che si traduce in un viaggio spirituale in verticale». Leggendo il suo diario si capisce che la differenza tra un pellegrinaggio ed una qualsiasi avventura nel mondo sta nella fiducia nella Provvidenza: gli incontri fatti da Sancho, i gesti di generosità ricevuti lunga la strada, gli eventi inaspettati non sono interpretati come casualità, ma vengono letti alla luce della fede in Dio e nella Provvidenza. L’ultimo giorno del pellegrinaggio annota Francisco:«Quindici mesi in cammino. Non posso chiedere di più alla vita. Ho avuto la fortuna di attraversare dieci nazioni diverse, camminare più di tredicimila chilometri, percorrere luoghi mai sognati, conoscere i luoghi più importanti per i pellegrini cristiani sin dal Medioevo in Europa, creare nuovi legami con delle persone meravigliose, avere degli incontri che segneranno per sempre il mio passo dopo passo, avuto la fortuna che alla mia famiglia non è mancata mai la salute, rafforzato la mia Fede. Un regalo dopo l’altro. Sin dalla partenza questa mattina da Thiene parecchi amici hanno voluto camminare gli ultimi chilometri insieme. Una unica parola mi basta per esprimere le mie emozioni: grazie».Francisco-Sancho

Sicuramente l’esperienza di Francisco Sancho è unica e straordinaria, ma sono tante le persone che ogni anno si mettono in cammino anche per pellegrinaggi molto più brevi, ma che contengono in sintesi quello che il nostro il pellegrino ha sperimentato e descritto: il confrontarsi con i propri limiti, mettere alla prova la propria forza di volontà, confidare nella Provvidenza, entrare in sintonia con i ritmi del Creato e farsi accompagnare da quel silenzio che ti scava dentro ed ti aiuta a leggere tra le pagine della propria vita. Anche a me, quando è capitato di fare delle esperienze di pellegrinaggio a piedi (non come quelle di Francisco), ho sperimentato questi sentimenti, in particolare mi ha sempre colpito quel senso di precarietà che accompagna ogni viandante (basta infatti un infortunio per far saltare tutti i programmi), perfetta immagina della fragilità dell’uomo che può essere forte solo in Dio e con Dio.
Le foto della mostra “Sette stagioni, uno zaino e tanta Provvidenza” sono presenti anche su Facebook sull’omonima pagina.

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Stefano Liccioli

Tutte le storie di: Stefano Liccioli