Don Primo Mazzolari: una vita da prete.

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imagesdi Giovanni Pallanti • Il 20 Giugno Papa Francesco si recherà sulla tomba di Don Primo Mazzolari a Bozzolo (provincia di Mantova, Diocesi di Cremona). Rientrando a Roma il Santo Padre renderà omaggio alla tomba di Don Lorenzo Milani nel piccolo cimitero di Barbiana, sulle pendici del monte Giovi. Su Don Milani questa rivista ha già pubblicato nel mese di febbraio un articolo di Stefano Liccioli. Per questa ragione è giusto ricordare agli immemori il significato della visita del Vescovo di Roma a Don Primo Mazzolari e soprattutto ricordare l’opera di questo Sacerdote buono e coraggioso che, per tutta la vita, si è schierato dalla parte dei poveri scegliendo una strada alternativa ad ogni totalitarismo, sia di destra che di sinistra. Don Primo Mazzolari nacque il 13 gennaio 1890 a Santa Maria del Boschetto, frazione rurale di Cremona. Nel 1902 entrò nel Seminario della città lombarda e per tutta la sua vita sacerdotale (venne ordinato Prete il 24 Agosto 1912 dal Vescovo Giacinto Gaggia) fu incardinato come Prete nella Diocesi di Cremona. Favorevole all’intervento dell’Italia in guerra nel 1915 si arruolò come volontario nella Prima Guerra Mondiale e divenne Cappellano militare nel 1918. Dopo la Grande Guerra, nel 1919, venne nominato Cavaliere della Corona d’Italia e fu congedato dal servizio militare nel 1920. Il 31 Dicembre 1921 venne nominato Parroco di Cicognara. Il 10 Luglio 1932 divenne Proposto di Bozzolo, dove rimase fino alla morte avvenuta il 12 aprile 1959. Nel 1925 fu denunciato dai fascisti per aver rifiutato di cantare il Te Deum dopo il fallito attentato a Mussolini ad opera dell’antifascista Tito Zaniboni. La notte del primo agosto 1931 con uno strattagemma fu chiamato alla finestra della Canonica, Don Mazzolari si affacciò e i fascisti gli spararono tre colpi di rivoltella, che per fortuna non colpirono il bersaglio. Dopo l’8 settembre del 1943 Don Mazzolari partecipò attivamente alla lotta di resistenza. Arrestato e rilasciato visse in clandestinità fino 25 Aprile del 1945. Nel 1948 durante la campagna elettorale che decise le sorti democratiche dell’Italia fece alcuni comizi per la Democrazia Cristiana a Bozzolo. Nel 1949 fondò il Quindicinale “Adesso”, dove sviluppò il suo pensiero sociale vicino ai poveri e agli emarginati. Scrittore di grande valore linguistico Don Primo Mazzolari diventò un punto di riferimento per un parte importante della Chiesa italiana. Tra i collaboratori di “Adesso”, anche con degli pseudonimi, c’era il futuro Cardinale Loris Capovilla, che fu anche Segretario Particolare del Patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli, che eletto Papa prese il nome di Giovanni XXIII°. Essendo stato soldato combattente e poi Cappellano militare dal 1918 al 1920 Don Mazzolari maturò una forte propensione alla pace tra i popoli e al rifiuto della guerra come frutto dell’aggressione nazionalista ed imperialista. La eco di questa riflessione di Mazzolari trovò un fertile terreno nel mondo cattolico fiorentino di Padre Ernesto Balducci, Don Lorenzo Milani, Giorgio La Pira e di Nicola Pistelli, quando il primo era Sindaco di Firenze ed il secondo Assessore ai Lavori Pubblici.

Quindi il viaggio del Papa rende omaggio a due Preti (Mazzolari e Milani) che hanno condotto una Pastorale per la pace e per l’obiezione di coscienza. Papa Francesco rende quindi giustamente omaggio a Don Primo Mazzolari (come fece quando era in vita Don Primo l’Arcivescovo di Milano, Cardinale Montini, futuro Paolo VI°, che nel novembre del 1957 lo chiamò a predicare nella Diocesi di Milano per una nuova evangelizzazione della Chiesa di S. Ambrogio). Nel febbraio del 1959 Papa Giovanni XXIII°, che ben conosceva le traversie di Don Mazzolari, a cui il Vescovo di Cremona aveva un tempo proibito di predicare senza autorizzazione e il divieto di pubblicare articoli senza una preventiva revisione dell’autorità ecclesiastica, lo ricevé in Vaticano salutandolo pubblicamente con questa frase “ecco la tromba dello Spirito Santo in terra mantovana”.

Alla luce di questi episodi il viaggio del Papa sulla tomba di Don Mazzolari il 20 Giugno prossimo è un’ulteriore riproposizione della figura del Proposto di Bozzolo alla Chiesa universale.

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Giovanni Pallanti

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