Francesco: si corre il rischio di consegnare la vita alla logica delle macchine

888 500 Carlo Parenti
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rob1di Carlo Parenti • Papa Francesco, all’udienza concessa il 25 febbraio 2019 ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, riuniti a Roma per riflettere sul tema “Roboetica. Persone, macchine e salute”, ha affrontato il tema dei rischi che l’umanità corre ove i robot si sostituiscano alla ragione umana.

Il Papa ha dapprima ricordato le difficoltà in cui il nostro mondo si dibatte. “Il tessuto delle relazioni familiari e sociali sembra logorarsi sempre più e si diffonde una tendenza a chiudersi su di sé e sui propri interessi individuali, con gravi conseguenze sulla «grande e decisiva questione dell’unità della famiglia umana e del suo futuro» (Lett. Humana communitas, 2). Si delinea così un drammatico paradosso: proprio quando l’umanità possiede le capacità scientifiche e tecniche per ottenere un benessere equamente diffuso, secondo la consegna di Dio, osserviamo invece un inasprimento dei conflitti e una crescita delle disuguaglianze. Il mito illuminista del progresso declina e l’accumularsi delle potenzialità che la scienza e la tecnica ci hanno fornito non sempre ottiene i risultati sperati”.

Francesco ha poi ammonito: “l’odierna evoluzione della capacità tecnica produce un incantamento pericoloso: invece di consegnare alla vita umana gli strumenti che ne migliorano la cura, si corre il rischio di consegnare la vita alla logica dei dispositivi che ne decidono il valore. Questo rovesciamento è destinato a produrre esiti nefasti: la macchina non si limita a guidarsi da sola, ma finisce per guidare l’uomo. La ragione umana viene così ridotta a una razionalità alienata degli effetti, che non può essere considerata degna dell’uomo”.

Nel ricordare l’Enciclica Laudato si’ il Santo Padre ha affermato: “Vediamo, purtroppo, i gravi danni causati al pianeta, nostra casa comune, dall’impiego indiscriminato dei mezzi tecnici. Per questo la bioetica globale è un fronte importante su cui impegnarsi. Essa esprime la consapevolezza della profonda incidenza dei fattori ambientali e sociali sulla salute e sulla vita”.

Ha inoltre ribadito quanto detto nel Suo Messaggio al World Economic Forum di Davos il 12 gennaio 2018: “«L’intelligenza artificiale, la robotica e altre innovazioni tecnologiche devono essere impiegate in modo da contribuire al servizio dell’umanità e alla protezione della nostra casa comune invece che per l’esatto opposto, come purtroppo prevedono alcune stime». L’inerente dignità di ogni essere umano va posta tenacemente al centro della nostra riflessione e della nostra azione. A tale riguardo, conviene osservare che la denominazione di “intelligenza artificiale”, pur certamente di effetto, può rischiare di essere fuorviante. I termini occultano il fatto che – a dispetto dell’utile assolvimento di compiti servili (è il significato originario del termine “robot”) –, gli automatismi funzionali rimangono qualitativamente distanti dalle prerogative umane del sapere e dell’agire. E pertanto possono diventare socialmente pericolosi. È del resto già reale il rischio che l’uomo venga tecnologizzato, invece che la tecnica umanizzata: a cosiddette “macchine intelligenti” vengono frettolosamente attribuite capacità che sono propriamente umane”.

Bisogna allora “comprendere meglio che cosa significano, in questo contesto, l’intelligenza, la coscienza, l’emotività, l’intenzionalità affettiva e l’autonomia dell’agire morale”, ha detto il Pontefice aggiungendo: “I dispositivi artificiali che simulano capacità umane, in realtà, sono privi di qualità umana […]Occorre tenerne conto per orientare la regolamentazione del loro impiego, e la ricerca stessa, verso una interazione costruttiva ed equa tra gli esseri umani e le più recenti versioni di macchine. Esse infatti si diffondono nel nostro mondo e trasformano radicalmente lo scenario della nostra esistenza. Se sapremo far valere anche nei fatti questi riferimenti, le straordinarie potenzialità dei nuovi ritrovati potranno irradiare i loro benefici su ogni persona e sull’umanità intera” ha assicurato il Papa.

Francesco ha poi affrontato il tema dei “gravi problemi di governabilità degli algoritmi che elaborano enormi quantità di dati. Come anche pongono seri interrogativi etici le tecnologie di manipolazione del corredo genetico e delle funzioni cerebrali. In ogni caso, il tentativo di spiegare il tutto del pensiero, della sensibilità, dello psichismo umano sulla base della somma funzionale delle sue parti fisiche e organiche, non rende conto dell’emergenza dei fenomeni dell’esperienza e della coscienza. Il fenomeno umano eccede il risultato dell’assemblaggio calcolabile dei singoli elementi. Pure in questo ambito, assume nuova profondità e pregnanza l’assioma secondo cui il tutto è superiore alle parti (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 234-237)”.

Infine il Papa ha assicurato che: “Il nostro impegno – anche intellettuale e specialistico – sarà un punto d’onore della nostra partecipazione all’alleanza etica in favore della vita umana. Un progetto che ora, in un contesto in cui dispositivi tecnologici sempre più sofisticati coinvolgono direttamente le qualità umane del corpo e della psiche, diventa urgente condividere con tutti gli uomini e le donne impegnati nella ricerca scientifica e nel lavoro di cura”

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