Vita di Joseph Ratzinger

papa-guerriero_2924663_703805di Stefano Tarocchi Lo storico Elio Guerriero (già direttore dell’edizione italiana della rivista teologica Communio e vicedirettore editoriale delle Edizioni San Paolo) da pochi mesi ha pubblicato una biografia di Joseph Ratzinger (Servitore di Dio e dell’umanità. La biografia di Benedetto XVI, Mondadori 2016, 539 pagine più 10 di introduzione). Ha scritto anche vari libri anche per altri editori, tra cui Jaca Book, Edizioni Paoline, De Agostini e SEI: in particolare, monografie e studi su Ignazio Silone, Gianna Beretta Molla e Hans Urs von Balthasar. Di quest’ultimo ha curato l’edizione italiana delle opere.

Il volume di cui parliamo  si tratta di un lungo appassionato ritratto di Joseph Ratzinger, scritto con il piglio dello studioso di punto, che esce addirittura con la prefazione del papa Francesco e un’intervista al papa emerito, in cui spiega le sue motivazioni alle dimissioni del 2013.

Guerriero, in un’intervista alla Radio Vaticana dello scorso settembre, ha dichiarato che fu quello il «momento in cui divenne più impellente» per lui «l’esigenza di scrivere questo libro… con lo sconcerto che si diffuse un po’ nella vita della Chiesa». E significativamente aggiunse che «la decisione veniva dalla sua profonda concezione del servizio con la quale aveva affrontato il ministero petrino. E dal suo punto di vista, l’idea era molto chiara e molto semplice. Lui stava prestando un servizio: nel momento in cui non ritenesse più di avere le forze sufficienti per prestarlo, avrebbe sentito non solo il desiderio, ma il dovere di rinunciare al servizio, pur rimanendo – per quel che riguarda l’aspetto sacramentale – vescovo emerito di Roma».

Peraltro il papa Francesco nell’intervista – un unicum prezioso ed inaudito, come inaudito fu quell’atto di Benedetto, che ancora nel 1996 Giovanni Paolo II riteneva un problema, dentro e fuori la Chiesa – ricorda il «grande debito di gratitudine» della Chiesa universale a Joseph Ratzinger per la «profondità e l’equilibrio del suo pensiero teologico».

Il papa Francesco lo definisce addirittura fondamentale: e non c’è dubbio che Guerriero indaga in maniera particolarmente approfondita su di esso, ricostruendo con acribia le vicende del giovane teologo poi giovane vescovo, quindi prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, poi eletto successore di Giovanni Paolo II, che lo aveva scelto prima come arcivescovo di Monaco – Frisinga, e poi voluto accanto a sé a Roma. Restituirne le vicende della famiglia da cui deriva, i tempi difficili della situazione storica della Germania nazista, gli studi di teologia e le ricerche che costituiranno le tappe della sua ricerca dottorale e di quella necessaria a conseguire l’insegnamento nelle facoltà statali nelle varie sedi in cui Ratzinger si è distinto. Ma anche i conflitti con i colleghi teologi, mostri sacri e no (un nome per tutti: Michael Schmaus), e l’appassionato ascolto degli studenti delle facoltà nelle quali insegna, fino alla partecipazione al Concilio Vaticano II e al ruolo avuto nella stesura delle grandi costituzioni dogmatiche. E ancora la nascita della rivista Communio, che va oltre la precedente Concilium, fondata, insieme a de Lubac e von Balthasar dallo stesso Ratzinger (che vi contribuirà con oltre 45 articoli e note) nel 1972 a sette anni dalla nascita della precedente.

Ancora Francesco nella prefazione ricorda l’udienza di congedo dai cardinali, il 28 febbraio 2013, diciassette giorni dopo aver annunciato in Concistoro l’intenzione di rinunciare «al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro». Francesco rievoca che in quell’occasione Benedetto, fra l’altro, ebbe a dire: «tra voi c’è anche il futuro papa, al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Questo per evidenziare l’atteggiamento di «cordiale vicinanza spirituale» e la «fraternità» di Benedetto nel ruolo che si stava riservando nella Chiesa cattolica, senza mai cedere a pressioni indebite ed inopportune. L’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, che ascoltò quelle parole ignaro di quello che sarebbe accaduto il 13 marzo successivo, testimonia la concordia con il papa emerito: la sua capacità di comprendere la gioia e il peso del servizio alla chiesa universale, che divengono comunione di preghiera. Papa Francesco sottolinea che questa comunione esprime plasticamente la continuità del ministero petrino, «senza interruzione, come gli anelli di una stessa catena saldati dall’amore».

Guerriero non chiede al lettore sforzi aggiuntivi, per seguirlo nel suo percorso. Non dà niente per scontato: conduce sapientemente il lettore per mano attraverso la minuziosa ricerca sugli anni noti e quelli meno noti del cammino all’interno della chiesa di Joseph Ratzinger, dall’anno della nascita (1927) al presente. La biografia assume così pieno significato: una lente preziosa per ricostruire quasi novant’anni della storia della Chiesa attraverso gli occhi di un suo insostituibile servitore.