Sinodo sulla sinodalità. L’Instrumentum laboris

Il primo elemento che viene sottolineato è che la Chiesa sinodale «si fonda sul riconoscimento della dignità comune derivante dal Battesimo, che rende coloro che lo ricevono figli e figlie di Dio, membri della sua famiglia, e quindi fratelli e sorelle in Cristo, abitati dall’unico Spirito e inviati a compiere una comune missione» (n. 20). Il Battesimo viene qui colto come evento da cui scaturisce «una vera corresponsabilità tra i membri della Chiesa» (n. 20).

Da questo significato di sinodalità, legato alla realtà sacramentale di tutto il Popolo di Dio, l’Il passa ad un altro, che chiama in gioco la dimensione strutturale della Chiesa, «in modo da costituire uno spazio in cui la comune dignità battesimale e la corresponsabilità nella missione siano non solo affermate, ma esercitate e praticate» (n. 21). Si tratta dunque di mettere in atto una riforma delle istituzioni ecclesiastiche per rivedere il modo in cui viene esercitata l’autorità nella Chiesa.

Ed è proprio questa dinamica interna di unità/varietà, io/noi che permette alla Chiesa, spinta da «una sana inquietudine dell’incompletezza» (n. 29) e nutrita dal mistero che celebra nella liturgia, di affrontare ogni tensione al suo interno: «La sinodalità è una via privilegiata di conversione, perché ricostituisce la Chiesa nell’unità: cura le sue ferite e riconcilia la sua memoria, accoglie le differenze di cui è portatrice e la riscatta da divisioni infeconde, permettendole così di incarnare più pienamente la sua vocazione a essere «in Cristo, come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (LG 1)» (n. 28).

La sinodalità, dunque, sulla base dei diversi significati che abbiamo fatto emergere, fa riferimento alla realtà sacramentale di tutto il Popolo di Dio (e in particolare al Battesimo), a una vera e propria riforma strutturale della Chiesa e, infine, a uno “stile” ecclesiale. «Un termine per sé astratto o teorico come sinodalità ha cominciato così a incarnarsi in un’esperienza concreta» (n. 18), è scritto nell’Il. Ci auguriamo che da un punto di vista ecclesiologico si possa fare sempre più chiarezza su questo lemma, per evitare che esso possa assumere un significato onnicomprensivo, che è il modo più efficace per neutralizzare la valenza sinodale che ha caratterizzato la Chiesa dai suoi inizi.