Ancor prima che Fleximan entrasse in scena… La vera singolarità italiana sugli autovelox

di Gianni Cioli · Fleximan è il fantasioso nome con cui qualcuno ha pensato bene di “battezzare” il misterioso (a tutt’oggi: 26.01.2024) sabotatore (o gruppo di sabotatori) che recentemente ha distrutto, servendosi appunto del flessibile, numerosi autovelox nel territorio del nord Italia. Il nome, non so se per ironia o per convinzione, vuole certo evocare l’idea del Supereroe (come Superman, Spiderman o Batman) benefattore dell’umanità. Per certi versi sarebbe anche un appellativo simpatico, se non si trattasse di un delinquente (o di un gruppo di delinquenti) che sta gravemente danneggiando il patrimonio pubblico, a tutto danno dei contribuenti. A quanto pare, sono numerosi gli attestati di stima e gratitudine che il popolo dei social sta tributando a Fleximan, anche a rischio d’incorrere nell’apologia di reato. Segno che chi contrasta gli autovelox non fatica certo a ottenere consenso, in Italia.

vedi) .

Non so quali siano i criteri per stabilire quando un autovelox venga usato “solo per fare cassa”, e quando, invece, vengo usato anche per favorire il rispetto dei limiti di velocità e, quindi, la sicurezza di tutti. Sicuramente il Ministro avrà dei validi parametri. Ma certo se, come pare, gli automobilisti sanzionati grazie agli autovelox sono poi così tanti da incidere favorevolmente sui bilanci degli enti locali, sospettati di voler solo fare cassa, mi pare evidente che davvero tanti siano i guidatori che non hanno rispettato i limiti di velocità imposti per la sicurezza stradale (il che non è davvero una bella constatazione), almeno che non si voglia insinuare una taratura truffaldina degli apparecchi di rilevamento. In altre, parole, può darsi che gli amministratori locali abbiano mirato anche a fare cassa, ma gli automobilisti li hanno indubbiamente aiutatati in questo con le loro infrazioni. Non ostante la propensione ad atteggiarsi a vittime, non sono stati oggetto di un balzello, ma hanno cooperato attivamente a farsi sanzionare.

Il fatto, poi, che in Italia ci siano più autovelox che altrove, forse dipende da una singolare normativa ipergarantista, tutta italiana, che impone che le postazioni di rilevamento della velocità siano sempre segnalate con grande evidenza. È questa, direi, la vera singolarità italiana sugli autovelox. In tal caso per dissuadere efficacemente dall’infrazione i dispositivi dovranno essere giocoforza frequenti.

Altrove non è così. «In nessuno dei grandi paesi Europei – Francia, Germania e Regno Unito – l’obbligo di segnalazione è presente nella legislazione con altrettanta forza. In Francia gli autovelox fissi sono sostanzialmente tutti segnalati, ma è possibile effettuare controlli non segnalati con postazioni mobili. Inoltre, nelle strade francesi circolano anche automobili senza alcun contrassegno particolare, dotate di radar per individuare la velocità che viaggiano in maniera anonima multando chiunque intorno a loro superi i limiti di velocità. La stessa pratica è utilizzata da anni in Germania (in Italia sarebbe impossibile). Sia in Francia che in Germania, inoltre, sono vietati i dispositivi come radar di bordo e sistemi GPS che permettono di individuare gli autovelox fissi e mobili» (vedi) . Mi è capitato, in effetti, di sentire raccontare di qualche connazionale multato per eccesso di velocità all’estero, e dell’ilarità degli agenti che gli avevano contestato l’infrazione, di fronte all’obiezione che la postazione di rilevamento non era stata adeguatamente segnalata.

La ragioni per cui nel nostro paese gli autovelox sono obbligatoriamente segnalati, come si diceva, «appare soprattutto politica. Gli automobilisti italiani sono molti: l’Italia, dopo il Lussemburgo, è il paese con la più alta densità di automobili d’Europa. E gli automobilisti italiani, come gli altri, non amano essere multati: preferiscono sapere con largo anticipo dove si trovano gli autovelox, così da poter adeguare la loro velocità. Visto che gli automobilisti, come tutti gli altri cittadini, votano, le forze politiche si sono sostanzialmente adeguate ai loro desideri, inserendo l’obbligo di segnalare gli autovelox nella legislazione italiana» (vedi).