Teologia del corpo e controrivoluzione

di Carmel Ranieri · Recentemente ho scorso sulla pagina principale di un giornale online, un articolo dal titolo accattivante, che recitava più o meno così: “Emily Ratajkowski lancia la moda del costume in città”. L’articolo elogiava la nota top model per aver finalmente sfondato l’ultimo briciolo di pudore, ed aver sfilato sulle strade di Time Square in bikini. Questo testo, che di certo non rende onore al giornalismo moderno, mi ha interrogato sulla dignità che oggi riconosciamo al nostro corpo, alla persona nella sua integralità.

 “ Giovanni paolo II udienza del 16 gennaio 1980

Siamo fatti per la relazione, e più di tutto questa tendenza naturale all’altro è scritta nel nostro sesso. Questa parola riguarda l’ambito dell’identità, ovvero il nostro esistere come maschi e femmine. È da tale differenza che nasce la tensione erotica che ci spinge per attrazione ad uscire da noi stessi andando verso l’altro, ricordandoci che nessuno basta a sé stesso e facendoci fare memoria del nostro essere desiderio di unione. È proprio in questa differenza sessuale che si riflette l’immagine di Dio, la sua natura trinitaria, che dall’amore e dall’unione di due porta alla generazione della vita. Non è forse questa l’immagine più bella che si possa avere dell’Amore Trinitario? Padre e Figlio in relazione nello Spirito Santo, che “è Signore e dà la vita”. Per questo Giovanni Paolo II, nelle sue catechesi sulla teologia del corpo, parla della sacramentalità del corpo stesso. Il nostro corpo è sacramentum, ovvero rende visibile il mistero di Dio invisibile. È questo quello che leggiamo nel catechismo rispetto a Gesù:

[…] nel corpo di Gesù il «Verbo invisibile apparve visibilmente nella nostra carne ». In realtà, le caratteristiche individuali del corpo di Cristo esprimono la Persona divina del Figlio di Dio. (CCC 477)

E nella pienezza dell’incarnazione, dell’abitare il nostro corpo di carne ed ossa, Dio si è rivelato totalmente:

[…] Mandando, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio unigenito e lo Spirito d’amore, Dio rivela il suo segreto più intimo: è lui stesso eterno scambio d’amore: Padre, Figlio e Spirito Santo, e ci ha destinati ad esserne partecipi.” CCC 221

La sponsalità che il nostro corpo annuncia non è altro che la rivelazione dell’unione mistica del Cristo con la Chiesa, delle nozze dell’Agnello di cui parla Giovanni nell’Apocalisse. Quanto valore e quanta redenzione al nostro corpo, profeta d’eternità!

D’altro canto, quanto invece il corpo e la sessualità sono stati manomessi e mascherati, pur di nascondercene il valore vero. Come potrebbe il divisore volere che noi fossimo consapevoli di questa verità? Non può, e per questo prova a scimmiottare la bellezza di questa rivelazione con la pornografia, con la mentalità del piacere fine a sé stesso, tutto a discapito del benessere vero dell’uomo. Nel libro “La rivoluzione sessuale”, del 1936, Wilhelm Reich esplicita l’intento di iniziare una rivoluzione per sostituire il senso religioso (dal latino relegare, unire, creare legami) del desiderio erotico, con una visione prettamente scientifica, che vede le pulsioni erotiche come semplici eccitazioni fisiche provenienti da reazioni elettrochimiche nei tessuti. Questa riduzione del desiderio sessuale ad un insieme di bisogni e sensazioni, non fa altro che ridurre gli altri esseri umani ad oggetti utili al piacere fine a sé stesso. Reich sapeva che se questa rivoluzione fosse stata in grado di soddisfare il desiderio sessuale della massa, il bisogno della religione (cioè la capacità di intessere legami), sarebbe sparito. Effetto collaterale di questo processo sarebbe stata la distruzione della famiglia, e non è questo quello che vediamo ormai ovunque nella nostra società?

Forse allora quello di cui c’è bisogno è una controrivoluzione della sessualità, una controrivoluzione della dignità del corpo, una controrivoluzione che non può che partire dal corpo mistico di Cristo.