Ricordi di un vecchio prete: don Leto Casini

di Carlo Parenti · Nel 1984, su esortazione dell’allora arcivescovo di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, uscì il libro Ricordi di un vecchio prete, che raccoglie le memorie di don Leto Casini. Seguì nel 1986 una ristampa rivista dall’autore, con prefazione di Dino Pieraccioni.

Torna oggi in commercio una nuova edizione -curata da don Vittorio Menestrina e da Paolo Toni, figlio della Madonnina del Grappa e presidente emerito dell’Unione Figli dell’Opera- riveduta, digitalizzata, ampliata nei contenuti fotografici, negli indici, con interviste a due pronipoti di don Leto. Si trova facilmente su Amazon che l’ha stamapto.

Don Leto Casini muore nel1992

Un ricordo personale: ho avuto il dono di passare, nei primi anni ’70 del secolo scorso, una intera giornata con questo uomo mite, dolce, ma intraprendente, coraggioso, ironico. Fui infatti da lui invitato a Firenzuola una domenica mattina a presentare un film al locale cineforum. Ebbi la certezza di essere con un gigante della fraternità umana. Mi raccontò numerosi toccanti episodi dell’attività per sottrarre ebrei alla ferocia nazista. Confesso anche che al termine del pranzo in canonica mangiammo un tiramisù, preparato dalla perpetua, che ricordo come il dolce in assoluto migliore mai mangiato in vita mia…lo sogno ancora!

La lettura della sua autobiografia, nel 1984 ordinata saggiamente dal cardinale Piovanelli, mostra molto di più di quanto sopra riassunto. Un libro che si legge d’un fiato. Scritto, come ricorda Dino Pieraccioni,” in una bella lingua toscana che sa di montagna, come la sansa delle castagne, il vino pretto e le strade brecciate dell’Appennino. Una bella lingua toscana che è anche la bella dote di questo narratore ultraottantenne che ha ancora tante cose da dire e tanto buon senso da insegnare a tutti noi.”

La storia di questo ‘vecchio prete’ si intreccia con un caleidoscopio di anime le più diverse e sparse nel mondo: dall’umile contadino di Marcoiano a quella di Papa Giovanni XXIII, (incontrando parrocchiani, studenti, nazisti, fascisti, ebrei, partigiani, migranti, carcerati, uomini politici, uomini di scienza, parroci, vescovi e cardinali) da Firenzuola all’Australia, toccando tutti i continenti. Non solo! Offre un’immagine del clero, a livello nazionale ed internazionale molto edificante, con figure di ogni grado nitide e amabili, vicine ai poveri. Basta scorrere l’indice dei nomi.
Ovunque e con tutti don Leto porta il suo messaggio di bontà evangelica in modo semplice, cordiale, paterno ma anche, quando necessario, risoluto e intraprendente: pronto a offrirsi con coraggio e determinazione, oserei dire forte come un leone.

Un parroco indimenticabile. col profumo delle pecore: come amava dire Papa Francesco e come si legge nella 4° di copertina.

Scrive don Casini: “Ubbidire per me, addomesticato in tanti anni di seminario, era come respirare. Oggi, lo so, ubbidire è da pecore, secondo le teorie moderne. Sarò anche una pecora, ma io mi sono sempre ritrovato bene”.