La collaborazione tra le Facoltà Teologiche per promuovere la qualità degli insegnamenti e della ricerca.

logo_facoltadi Stefano Tarocchi • È noto che la S. Sede ha una propria agenzia, l’AVEPRO deputata a valutare e sostenere la qualità degl’insegnamenti e della ricerca delle Facoltà e delle Università riconosciute dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica. La stessa Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (FTIC) ha recentemente ricevuto la visita della commissione incaricata di stilare un parere esterno motivato, che va ad affiancarsi al rapporto di autovalutazione che è stato prodotto dalla medesima istituzione accademica.

Meno noto il fatto che va avanzando a grandi passi con l’aiuto della stessa AVEPRO, come conseguenza delle varie valutazioni, il procedimento di accreditamento delle Facoltà Teologiche situate nella nostra penisola presso il Ministero italiano dell’Università e della Ricerca (MIUR) in vista dell’adesione alla carta Erasmus plus, per la mobilità di studenti e docenti, e della partecipazione ai programmi operativi regionali e nazionali. Questo è un passaggio delicato verso un obiettivo da tempo dichiarato in attesa del compimento del “processo di Bologna”: riconoscimento civile dei titoli rilasciati da una facoltà teologica riconosciuta dalla S. Sede, che in questo caso garantisce i propri titoli (baccalaureato, licenza e dottorato), ma anche i titoli rilasciati dagli istituti superiori di scienze religiose, e dagli istituti teologici affiliati ed aggregati.

Si tratta di un percorso non semplice, data la singolarità situazione italiana in cui sono presenti alla trattativa oltre alla Conferenza Episcopale nazionale ed il MIUR, anche Segreteria di Stato, e che oltre al tipo di riconoscimento che prevedeva il Concordato del 1984.

Una delle chiavi dell’accreditamento della ricerca teologica condotta in una comunità accademica come quella di una Facoltà teologica, indipendente o inserita nel contesto di una università, è la capacità di intessere relazioni anche con altri istituti analoghi in Italia e nel mondo, per uno scambio effettivo di studenti e docenti che va oltre lo specifico linguistico in una chiave rafforzata di grande collaborazione, seppure nelle rispettiva autonomia.

In tale contesto, la FTIC ha firmato recentemente a Breslavia (Wrocław) il quarto accordo di collaborazione e di scambio di docenti e studenti, nonché di programmi di ricerca comuni, con la Pontificia Facoltà Teologica della città che nel 2016 sarà capitale europea della cultura.

L’accordo con Breslavia segue quelli con Cracovia e Lublino (entrambe le Università, riconosciute dallo stato, sono intitolate a Giovanni Paolo II), con Poznań (Università Adam Mickiewicz), in attesa del perfezionamento di un quinto accordo con un’istituto polacco: quello con l’università di Varsavia, l’università statale Stefan Wyszynsky.

Quest’anno significativamente un docente di Cracovia terrà un corso alla FTIC, che avrà anche un docente invitato proveniente da Varsavia. In questo caso la lingua di insegnamento sarà l’italiano, favorita dalla formazione italiana (nello specifico romana) degli stessi docenti.

Come si evince quella polacca è al pari di altre realtà europee (come Austria e Germania) un mondo a parte, dove la teologia è ammessa a pieno titolo nel numero delle facoltà riconosciute e sostenute dallo stato, sebbene con modalità diverse a seconda delle situazioni geografiche. Anche qui è interessante la chiave linguistica: lo stato polacco finanzia infatti le riviste degli istituti teologici a patto che si aprano a lingue come l’inglese, il francese e anche l’italiano.

L’italiano, sia detto in parentesi, è la quarta lingua maggiormente insegnata nel mondo (dopo le “lingue inglesi” – ossia l’inglese come lingua franca –, il cinese, lo spagnolo), che ha i suoi punti di forza nelle sue espressioni di successo (dal cibo, alla moda, alla musica, alle Ferrari!) e uno sponsor d’eccezione come papa Francesco.

È per ragione anche della lingua italiana che il preside della FTIC è stato chiamato all’interno di almeno due comitati scientifici, come «Poznań Theological Studies / Adam Mickiewicz University in Poznań – Faculty of Theology», e alle riviste delle Facoltà di Lugano e di Breslavia.

Ritornando alla facoltà di Breslavia fu esclusa dal numero delle facoltà dell’università statale dopo il II conflitto mondiale, anche se nel 2004 ottenne nuovamente il riconoscimento statale. Per la sua storia e il suo prestigio il decano della medesima facoltà (corrispondente al preside di una facoltà teologica in Italia) conserva il titolo di Rettore, attualmente il prof. Włodzimierz Wołyniec, e il consiglio della stessa istituzione è denominato “senato accademico”. Si tratta una facoltà che ha attualmente circa 700 studenti. Nella sua sede, collocata accanto alla Cattedrale della città, in una splendida posizione lungo il fiume Odra (Oder in tedesco), è in costruzione il nuovo edificio della biblioteca, progettato con criteri ultra avanzati caratterizzati da una tecnologia raffinata, che conterrà circa cinquecentomila (!) volumi, in larga parte “a scaffale aperto”. Il rettore ha posto la firma insieme al prorettore per le relazioni internazionali, prof. Sławomir Jan Stasiak, e alle autorità accademiche della FTIC: il preside e il segretario generale uscente.

L’accordo con Breslavia si accompagna a quello con lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, e gli accordi con le Facoltà e Università Teologiche, dalla Facoltà Teologica di Lugano a quella dell’Italia Settentrionale (Milano), come capofila, fino alla Pontificia Università Gregoriana, al Laterano e all’Angelicum, dalla S. Croce alla Facoltà Teologica del Triveneto (Padova) che partecipano alla Summer School di Archeologia e Geografia Biblica, organizzata sempre a Gerusalemme da diversi anni (dal 2008). Quest’anno prevedeva anche per la prima volta un lettorato di ebraico biblico, all’interno di un corso di introduzione al giudaismo. È altresì allo studio il perfezionamento del II livello del corso di Archeologia e Geografia Biblica.

Accordi sono stabiliti infine anche con l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano per l’assegnazione di diplomi congiunti di dottorato.