Il frate che più di ogni altro restò vicino a san Francesco d’Assisi negli ultimi anni della sua vita fu Frate Leone, che fu anche suo confessore. Fu quindi uno dei suoi più stretti collaboratori e successivamente geloso custode dell’ideale primitivo del Santo. Chissà se anche questo è un collegamento plausibile con il fatto che a papa Francesco è seguito papa Leone. In realtà, Leone XIV ha chiaramente detto che ha scelto tale nome per richiamare soprattutto Leone XIII e la sua grande enciclica sociale Rerum Novarum. Tuttavia, mi piace pensare che la predilezione per gli ultimi e per le periferie da parte di Papa Francesco, che si ispirava all’esempio dell’Assisiate, sia stata in qualche modo trasfusa al suo successore. Ed effettivamente non si può negare che anche Robert Francis Prevost sia conoscitore delle periferie, avendo viaggiato come generale dell’ordine agostiniano ed essendo stato missionario in Perù per oltre venti anni, con alcune pause.
Prevost è inviato per la prima volta nella missione agostiniana del Perù nel 1985. Presta servizio come cancelliere della diocesi di Chulucanas e vicario parrocchiale della parrocchia della cattedrale della Sacra Famiglia di Nazareth a Chulucanas, fino al 1986. Dal 1988 al 1998 è direttore del seminario agostiniano di Trujillo e docente di diritto canonico, patristica e morale nel seminario diocesano “San Carlo e San Marcello”, di cui è anche prefetto degli studi (ne è anche rettore per un anno). Nello stesso periodo, è giudice del tribunale ecclesiastico regionale e membro del collegio dei consultori dell’arcidiocesi di Trujillo. È anche parroco fondatore nella parrocchia di Nostra Signore Madre della Chiesa, oggi parrocchia di Santa Rita da Cascia. Dal 1992 al 1999, è amministratore parrocchiale della parrocchia di Nostra Signora di Montserrat.
Dal 1999 al 2014 è fuori dal Perù per vari incarichi (nel 2001 è eletto priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, incarico che ricopre per 12 anni, fino al 2013). Nel 2014 è amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo. Poco dopo, viene ordinato vescovo e diventa quindi vescovo ordinario della stessa diocesi. Nell’agosto del 2015 ottiene formalmente la cittadinanza peruviana. Nel 2023 lascia il Perù perché papa Francesco lo nomina prefetto per il Dicastero per i vescovi.
Una dimostrazione dell’affetto del popolo peruviano per il neo eletto papa è costituita dal fatto che la Santa Messa di insediamento è stata seguita da tantissime persone davanti a un maxischermo a Chiclayo, pur svolgendosi per loro alle 3 di notte (cfr. https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2025-05/papa-chiesa-chiclayo-diocei-peru.html). Anche il video che riprende Prevost che canta “Feliz Navidad” insieme a ragazzi peruviani ha fatto ormai il giro del mondo (cfr. https://video.corriere.it/papa-prevost-canta-feliz-navidad-con-i-fedeli-il-video-del-2014/a84c6550-3b4e-4530-b0d8-682c6d032xlk).
Molti riconoscono che Prevost ha fatto tanto per alleviare situazioni di povertà e malattia in Perù (durante il COVID ha organizzato una colletta che ha permesso di acquistare preziosi apparecchi per dare ossigeno ai malati: cfr. https://www.aljazeera.com/news/2025/5/21/a-pontiff-from-chiclayo-how-peru-is-reacting-to-pope-leo-xiv). Inoltre, è stato vicino ai molti migranti che scappavano dal vicino Venezuela, contrastando alcuni sentimenti anti-immigrati che facevano capolino tra i peruviani. I suoi amici peruviani sono convinti che il suo lavoro a sostegno degli ultimi risalterà con ancora più forza dal soglio petrino.