L’uso sbagliato dei social distrugge le relazioni umane.

187 270 Giovanni Pallanti
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Sessant’anni fa il bravissimo e santo pievano di Varna (Comune di Gambassi Terme e Diocesi di Volterra), don Lisario Ragoni, il sabato sera ospitava in canonica i contadini del paese, per vedere il varietà in televisione. Quando apparivano le gemelle Kessler, spegneva il televisore. Faceva passare cinque o sei minuti, poi lo riaccendeva. Se erano ancora in video, lo spegneva di nuovo. Quando si assicurava che fossero sparite, continuava a guardare divertito lo show. Ora queste precauzione sono tutte dimenticate. Anzi: irrise e condannate. Oggi i social di ogni genere, accompagnano quasi tutti gli esseri viventi, compreso gli ultimi due Papi, che hanno milioni di follower sui loro blog.

Il punto di rottura di questo insensato modo di relazionarsi fra esseri umani, è stato provocato dagli oligarchi riunitisi sotto l’ala protettrice del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, vero leone da tastiera, sputa tutte le sue sciocchezze, banalità e minacce sui social. In virtù di questo esempio, ogni persona dotata di questo strumento tecnologico, può scrivere tutto e il contrario di tutto. Anche di politica. I due santoni di questa visione “liberal” dell’anarco capitalismo di cui i social sono una protesi ormai permanente, sono il genio pazzo Musk e il vicepresidente Usa Vance, che ha riunito tutti i big tech intorno all’inquilino della Casa Bianca.

Enormi sono i danni per ogni forma di conoscenza basata su storie e dati scientifici certi, e sulla politica. E’ necessario battersi contro questa forma di relazione fra esseri umani, che distrugge la convivenza civile. La Chiesa cattolica in tutto il mondo, dovrebbe fare in maniera diversa e più moderna, quell’opera di “correzione” dell’antico pievano di Varna. Un passo in questo senso l’ha compiuto l’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, scrivendo la prefazione a una ristampa del libro di padre Ernesto Balducci, “L’Uomo planetario”. Scrive l’arcivescovo Gambelli: «L’informazione in tempo reale attraverso internet e i social, ci provoca ogni giorno miriadi di sensazioni diverse e contraddittorie che non abbiamo il tempo materiale e psicologico di trasformare in autentici sentimenti umani; questa mancata sedimentazione emotiva crea enormi problemi nel nostro equilibrio personale, nelle relazioni interpersonali ma anche nella dimensione politica». L’arcivescovo Gambelli ha ragione. La democrazia americana sta diventando una mezza dittatura del big-tech con l’avallo del più screditato presidente della storia degli Stati Uniti. Ribellarsi a questo sistema di comunicazione e di potere, è giusto e necessario. Facciamolo ad ogni livello.

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Giovanni Pallanti

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