Verso il mare. La filosofia della storia di Giorgio La Pira.

182 277 Filippo Meli
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Giacomo Mininni, filosofo morale laureato presso UNIFI e successivamente specializzato in filosofia delle religioni, ha lavorato nell’ambito del dialogo interreligioso e dei progetti di collaborazione tra fedi e confessioni diverse, è stato direttore scientifico della Scuola Fiorentina per il Dialogo Interreligioso. Scrive per alcuni periodici locali e nazionali, in particolar modo “ToscanaOggi” come critico cinematografico e “Prospettive”, gestisce dal 2008 il blog “L’occhio critico” dove si occupa di cinema. Collabora con il Dipartimento di Scienze ed Economia dell’Impresa come ricercatore. Inoltre, è redattore della rivista specializzata in filosofia “La Chiave di Sophia” con cui collabora dal 2016. Oltre a tutto questo Mininni è da sempre interessato e studioso della figura e pensiero del “Sindaco Santo” di Firenze Giorgio La Pria e nel 2015 decide di pubblicare per Giuliano Landolfi Editore un breve saggio circa la sua filosofia della storia. Potrebbe sembrare un essere in ritardo il recuperare questo testo a distanza di dieci anni, ma forse è proprio oggi, nell’anno giubilare che ha come tema quello della speranza, che vale la pena riscoprire il pensiero e la lettura storica di chi ha fatto della speranza cristiana il suo manifesto politico e sociale.

Fin dall’introduzione l’autore rende chiaro che il libro non vuole e non può essere un’esaustiva summa del pensiero lapiriano, risulterebbe un lavoro di portata impensabile e inaccessibile vista la mole di scritti e lettere lasciate dal professor La Pira. Mininni, infatti, cerca piuttosto di rileggere la visione storica del sindaco di Firenze che emerge in mezzo al mare magnum di testi e discorsi. In particolare, risulta centrale il suo confronto col pensiero di Sant’Agostino, verso il quale esiste una certa convergenza di lettura storica, e con Hegel, spesso citato e criticato da La Pira.

Oltre all’inevitabile e sicuramente interessante confronto filosofico, per il quale l’autore dimostra senza dubbio competenza e precisione nel raccogliere e riassumere un argomento estremamente ampio, quello che però rende incredibilmente attuale questo testo è lo scoprire o, meglio, riscoprire, la lettura che il professor La Pira fa della storia. Mininni dedica ampio spazio all’immagine metaforica del “Sindaco Santo” della barca e del fiume: l’inevitabile evoluzione storica e “provvidenziale” del disegno di Dio che si realizza indipendentemente dalle circostanze del mondo, come un fiume che inesorabilmente va verso il mare, ma che al contempo è un disegno rispettoso del libero arbitrio degli uomini che come i “marinai” di una barca (la “barca di Pietro”) possono decidere come remare e come collaborare per far navigare l’umanità verso la sua unica meta. «Nessun popolo e nessuna persona può dire: – non mi riguarda e non mi interessa! – […] Sei sulla barca, ed un colpo di remo lo dai inevitabilmente, anche tu! Sei sulla barca, e se la barca affonda, affondi anche tu; e se la barca giunge in porto, giungi in porto anche tu!» (Cf. Giorgio La Pira, Il sentiero di Isaia. Cultura, Firenze 1978, p. 368). Nel testo vengono analizzate altre immagini che La Pira usa per descrivere e meglio comprendere la sua visione storica, come “il lievito” o “il campo” (ovviamente derivate dal Vangelo stesso), ma è evidente che l’immagine della barca rappresenti il simbolo più significativo del suo pensiero e l’autore non manca di mostrarne l’efficacia. Nel pensiero e nel leggere la storia di La Pira emerge quindi un rapporto personale e di profondo rispetto e fiducia di Dio nei confronti l’uomo.

                       Giorgio La Pira

L’attualità del pensiero di La Pira e che emerge da questo libro è proprio in questa visione del mondo e che non nasconde le “anse dolorose” e i conflitti sulla barca, e volerli trascurare sarebbe mentire all’evidenza, ma ciò che risulta evidente è una profonda lettura di speranza in grado di vedere in prospettiva e orientare l’agire umano alla luce del Vangelo. Mininni, seppur in uno dei suoi primi lavori, è molto bravo a restituire un testo chiaro e semplice che nonostante possa sembrare poco adatto ai non addetti ai lavori, visto il tema trattato (specie nella parte del confronto diretto con i filosofi), è invece accessibile a tutti e anzi, forse proprio un buon invito per tutti a rileggere e approfondire il pensiero del professor La Pira che fa della speranza cristiana il modus operandi di tutto il suo agire «Un sogno? Una poesia? No, una prospettiva inevitabile». (Cfr. Giorgio La Pira, Resoconto sul viaggio-pellegrinaggio in Terra Santa e in Egitto compiuto tra il Natale 1967 e l’Epifania 1968, in “costruire la Terra”, Ansarichae Domus, Firenze 2005, p. 97).

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