Quando scatta l’Illusione dell’«uomo forte»

A proposito di “uomini forti”, l’Osservatore Romano, a firma del suo direttore Andrea Monda, ha opportunamente ricordato quello che affermò Dietrich Bonhoeffer all’indomani dell’insediamento di Hitler come führer in Germania nel 1933. Chiamato a commentare alla radio il primo discorso del neoeletto cancelliere, il teologo protestante disse che non era soddisfatto dalle parole di Hitler che più volte aveva proclamato dal palco la sua volontà di “non deludere il popolo”, assicurandolo che avrebbe mantenuto tutte le promesse elettorali. Bonhoeffer disse che non si sentiva tranquillo perché lui si aspetta dal suo führer la possibilità di essere deluso, questo, dal punto di vista umano lo avrebbe confortato molto di più. Sappiamo come andò a finire: Hitler mantenne tutte le sue promesse alle quali aggiunse odio e persecuzione nei confronti anche di quel giovane teologo morto nell’aprile del 1945, pochi giorni prima del suicidio dell’uomo forte. Guardando all’Italia, che hanno cambiato due “uomini forti” come Crispi e Mussolini ? Hanno contribuito al progresso del Paese ? Sul Duce basterebbe leggere quello che scrive Guido Melis nel suo apprezzatissimo libro “La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello Stato fascista”, edito nel 2018 dal Mulino. Da cui emergono chiaramente i costi che fece pagare alla società per tenere sotto controllo o eliminare ogni opposizione. Forse la destra contemporanea non commetterebbe gli stessi errori, ma certo non dà grande affidamento in termini di coesione e solidarietà, se si preoccupa solo di raccattare consensi giocando spesso sulla paura.3121_dietrich-bonhoeffer