A proposito dell’educazione della coscienza, due illuminanti riflessioni di J. Ratzinger e K. Demmer
Sulla necessità di formare la coscienza appaiono inoltre particolarmente belle e illuminanti alcune considerazioni di Klaus Demmer:
«Siccome è molto facile incorrere nel pericolo dell’autoinganno, la formazione della coscienza deve insistere sulla veracità. Nella tradizione della teologia morale si parla della coscienza tenera, che si caratterizza per una specie di istinto morale, in quanto possiede la capacità di riconoscere già da lontano i pericoli e di evitarli preventivamente.
È in gioco dunque la saggezza: il saggio sa spontaneamente quali pesi può addossarsi e dove invece sono i limiti della sua forza. Questo vale anzitutto in riferimento al mondo vitale che lo circonda immediatamente, ma poi lo sguardo si allarga a sfere più ampie, alla configurazione della vita politica e sociale. La coscienza tenera riconosce i segni dei tempi: è capace di individuare emergenze morali presenti e di opporre ad esse la propria testimonianza di vita; ha il coraggio della protesta profetica ed è pronta a sacrificare per essa anche il dono della propria vita. La nostra società pluralista mostra evidenti tendenze al livellamento: c’è bisogno allora dell’outsider creativo che segua coerentemente la sua insostituibile coscienza.