18 novembre 2022: Seconda Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi

di Gianni Cioli · Il 18 novembre si celebrerà la seconda Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

Come viene illustrato nella pagina web curata dal Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori della Conferenza Episcopale Italiana, dal quale è anche possibile scaricare tutti i relativi materiali: «L’iniziativa, istituita in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, coinvolge tutta la comunità cristiana nella preghiera, nella richiesta di perdono per i peccati commessi e nella sensibilizzazione riguardo a questa dolorosa realtà.

Il tema che accompagna questo secondo appuntamento di consapevolezza e comunione è tratto dal Salmo 147: “Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite”. Dal dolore alla consolazione.

Il Salmo celebra il Signore che ha creato il mondo e se ne prende cura, mantenendolo in vita e, allo stesso tempo, non abbandonando mai il suo popolo nel caos del dolore, che sconvolge la quotidianità e a volte fa smarrire l’identità. L’immagine della cura delle ferite del cuore lascia intendere la capacità di Dio di conoscere la sua gente nel profondo: ci sono ferite che non traspaiono all’esterno, ma che sono incise nell’intimo. Lì Dio sa arrivare per lenire il dolore e per avviare una guarigione profonda.

Questa è la consolazione che aspetta coloro che sono legati al Signore: i dolori non sono esclusi, ma nessun dolore è definitivo. E così nasce la lode che incornicia il Salmo: il Signore non ha lasciato il suo popolo nel momento della sofferenza, né ha atteso che si riprendesse da solo. Lo ha invece raggiunto per riportarlo a casa, per consentirgli di tornare ad essere sé stesso: il popolo dei salvati.

Da queste riflessioni nasce il tema della II Giornata […], non atto formale ma imperativo per la comunità cristiana, diventa prossimità, accompagnamento, custodia, cura, prevenzione e formazione. Non si può distogliere lo sguardo davanti alle ferite provocate da ogni forma di abuso, né ci può essere guarigione senza la presa in carico del dolore altrui. Nella fiducia del conforto del Signore in ogni dolore, ciascuno è chiamato a sostenere questa nuova coscienza che matura e cresce nelle nostre Chiese» (vedi).

La Chiesa italiana si sta impegnando seriamente in questo ambito e, si stanno portando avanti iniziative volte a sensibilizzare la comunità cristiana all’importanza e all’urgenza di tutelare i minori e i fragili.

L’auspicio è che questa attenzione possa trovare un maggiore spazio nelle singole parrocchie anche attraverso la valorizzazione di questa Giornata, che purtroppo, nell’inflazione di giornate di sensibilizzazione che caratterizza il nostro tempo, rischia probabilmente di passare inosservata.

Oltretutto, in quest’ora tragica, siamo subissati da tanti problemi che tante famiglie e tante persone sole devono affrontare. E, di fronte alle notizie e alle immagini di abusi inenarrabili, anche su bambini e persone fragili, che ci giungono dalle zone di guerra, alle quali si finisce quasi per fare l’abitudine, il problema del contrasto agli abusi nella Chiesa può effettivamente rischiare di sembrare una questione meno urgente.

In realtà, bisogna prendere atto che tanto dolore innocente, cresciuto in modo esponenziale nel mondo in questo nostro tempo, dipende in buona parte dall’incapacità, soprattutto di chi sta al potere, di riconoscere i propri errori e di ammettere le proprie colpe.

Andando, per così dire, contro corrente, con il coraggio di considerare in spirito di preghiera e di penitenza la realtà degli abusi verificatisi nel proprio ambito, credo che la Chiesa stia invece dando, oggi, un contributo significativo al contrasto al male e alla promozione del bene, soprattutto a favore dei più vulnerabili.

Alle comunità cristiane non viene chiesto di promuovere chi sa quali iniziative, né di fare discorsi o analisi, ma semplicemente di pregare, scegliendo, in base al materiale proposta dal Servizio Nazioanle, la modalità più opportuna per coinvolgere i fedeli (con la preghiera nella Messa, o con il Rosario, o con una Veglia ecc.).

L’immagine, scelta per pubblicizzare Giornata, nel manifesto e negli opuscoli approntati, è quella di Gesù buon Samaritano, del Codice purpureo di Rossano (VI sec.) e veicola un messaggio preciso e significativo. Il Signore, che si è preso cura dell’umanità sofferente, chiede alla Chiesa e a ognuno di noi di fare altrettanto, oggi. In quanto vero buon Samaritano, Egli rammenta poi, alla Chiesa e a ognuno di noi, che il presupposto di ogni cura dei sofferenti consiste nel non voltarsi dall’alta parte di fronte al male e alle vittime del male (cf. Lc 10,31-33).