Sturzo e i pifferai magici dalle promesse facili

614b7b05-e28c-4883-a445-2b62140ccf9d_mediumdi Antonio Lovascio • In politica, un po’ come i sogni, le opinioni son desideri. E con quelli degli elettori bisogna andarci cauti. Anche nell’esaminare i flussi registrati alle ultime Europee ed in particolare il “voto cattolico”, come ha fatto il più accreditato dei sondaggisti – Nando Pagnoncelli – per il quale fra i praticanti assidui è cresciuta decisamente l’astensione (52%), ha vinto la Lega (33%), seguita dal Pd (27%), mentre crolla il M5s (14%). L’affermazione dei sovranisti di Salvini preoccupa il Vaticano e la CEI: “Significa che è profonda la crisi di altre proposte”, ha commentato il card. Gualtiero Bassetti pungolando comunque il leader del Carroccio. “Non basta dirsi cattolici per diventare De Gasperi “. Papa Francesco e lo stesso presidente dei vescovi italiani hanno colto, dalle celebrazioni del centenario dell’appello di don Luigi Sturzo “A tutti gli uomini liberi e forti”, l’opportunità per invitare ancora una volta a riflettere sulla concezione cristiana della vita sociale, seguendo gli insegnamenti della Chiesa nonchè le parole e l’esempio del sacerdote siciliano. La testimonianza del Fondatore del Partito Popolare “non deve essere dimenticata, soprattutto in un tempo in cui è richiesto alla politica di essere lungimirante per affrontare la grave crisi antropologica”. “Il primato della persona sulla società, della società sullo Stato e della morale sulla politica”, ma anche centralità della famiglia, la difesa della proprietà con la sua funzione sociale e di libertà, l’importanza del lavoro e della pace, sono valori che “si basano sul presupposto che il Cristianesimo è un messaggio di salvezza incarnato nella storia, che si rivolge a tutto l’uomo e deve influire positivamente sulla vita morale sia privata che pubblica”.

Ringraziando gli organizzatori del convegno internazionale di Caltagirone, Papa Bergoglio ha rimarcato “la felice intuizione di onorare ‘uniti e insieme’ un anniversario così importante per la storia d’Italia e d’Europa, rileggendo con un largo e qualificato contributo di idee, di esperienze e di buone prassi i dodici punti che costituivano il programma dell’Appello di Sturzo, per risentirne il valore e l’attualità e riaffermare la sua praticabilità tra la gente, attraverso un nuovo dialogo culturale e sociale che sia ispirato, oggi come ieri, ‘ai saldi principi del Cristianesimo’”. Un dialogo che Papa Francesco aveva indicato già in occasione del V Convegno nazionale della Chiesa italiana (Firenze 2015) tracciando le linee di un Nuovo Umanesimo. Ora ribadito con la sollecitazione a un chiaro e più concreto impegno: < Superando il dualismo fra etica e politica, secondo cui Vangelo e amore sarebbero legati alla sfera privata, don Sturzo riteneva doverosa la partecipazione del cittadino alla vita del proprio Paese. “Il fare una buona o cattiva politica dipende dalla rettitudine dell’intenzione, dalla bontà dei fini da raggiungere e dai mezzi onesti che si impiegano” per questo obiettivo>.bassettiBELLA

Anche il card. Bassetti ha offerto utili suggerimenti ai Cattolici (e non solo a loro) “per ricucire il tessuto sociale del Paese che appare sfibrato”. “Un’opera di rammendo da svolgere con spirito di servizio e carità, senza piegarsi a visioni ideologiche, utilitaristiche o di parte”. “Senza seguire lo spirito del mondo e i pifferai magici dalle promesse facili” . Quella da ritessere è “una civiltà basata sulla centralità della persona umana e che rinuncia, in nome del Vangelo, a ogni volontà di oppressione del povero, ad ogni mercificazione del corpo umano e ad ogni rigurgito xenofobo”. Infine, attualizzando l’appello sturziano, il card. Bassetti ha evidenziato che “oggi come ieri essere ‘liberi e forti’ significa andare controcorrente, rimanendo fedeli al Vangelo in ogni campo dell’agire umano, anche in quello politico, e farsi annunciatori gioiosi dell’amore di Cristo con mitezza, sobrietà e carità. Significa farsi difensori coraggiosi della dignità umana in ogni momento dell’esistenza: dalla maternità al lavoro, dalla scuola alla cura dei migranti. Perché, in definitiva, la vita non si uccide, non si compra, non si sfrutta e non si odia”.

Forse proprio da Caltagirone è iniziato un processo di cui non conosciamo ancora l’esito e di cui non esiste un progetto preconfezionato. C’è però la consapevolezza – evidenziata dal Presidente Cei – di trovarci di fronte ad un “cambio d’epoca” eccezionale, che necessita un ripensamento dello stare al mondo. Per trovare le giuste e convincenti risposte da dare a chi a chi, preoccupato, si interroga sul crescente peso dei Cattolici che votano Lega. “Proprio le indagini sociologiche ci insegnano come sia necessario distinguere tra tradizione culturale, religione e fede”: è la prima considerazione fatta, in un’intervista a “Repubblica” (6 giugno) dallo stesso card. Bassetti, secondo cui “le trasformazioni sociali di questi anni non hanno cancellato un vocabolario comune, che rimane richiamo e ricchezza a cui tendere anche per tanti che hanno un’appartenenza debole alla comunità ecclesiale”. “Per noi – ha continuato il numero uno della Cei – questo costituisce l’orizzonte di un nuovo impegno di testimonianza e di proposta cristiana. Cercare di staccare i fedeli dai vescovi e soprattutto dal Papa , è una manovra sbagliata e controproducente”. Bassetti ha spiegato, quindi, che l’unità ecclesiale è “qualcosa di profondo e radicato”. Da qui il rifiuto dell’idea che “la Chiesa possa essere portata sul piano della battaglia partitica, quasi come pastori fossimo preoccupati di schierarci o con uni piuttosto o con gli altri”. “La storia ci insegna che non è mai stata una buona scelta quella di rincorrere i potenti, magari confidando di ottenerne consensi e privilegi. La Chiesa italiana è una presenza a servizio di tutti”. Deve infondere speranza, come dall’alto della sua saggezza, fa anche il Papa Emerito Benedetto XVI: <L’Italia è sempre stata un bellissimo Paese ma un po’ caotico. Però alla fine riesce sempre a trovare la sua strada…”