Concilio e Chiesa in Hans Küng

di Alessandro Clemenzia · All’età di 93 anni, nella sua abitazione di Tubinga, è morto Hans Küng, uno degli intellettuali che ha occupato più pagine nei numerosi dibattiti in ambito ecclesiale, divenendo lo stesso suo pensiero “oggetto” di riflessione e di discernimento da parte della Chiesa. Tanti sono i temi da lui affrontati: dall’ermeneutica del Vaticano II all’infallibilità del Romano Pontefice, dal dialogo interreligioso alla questione della ministerialità della Chiesa. Lo stesso rapporto tra Teologia e Magistero ha conosciuto con Küng una stagione di particolare opposizione.

Dei tanti temi, è bene concentrarsi maggiormente su quello della sinodalità, di grande attualità per la riflessione ecclesiologica odierna, tanto che Papa Francesco – come ha affermato nella Commemorazione del 50° anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi – l’ha descritta come ciò che «Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio», e come «dimensione costitutiva della Chiesa».

קָהָל – (qahal) l’assemblea convocata dal Signore – e la sua traduzione nel greco ἐκκλησία, che designa nel Nuovo Testamento la convocazione escatologica del Popolo di Dio in Cristo Gesù» (n. 4). In questa citazione emergono almeno due elementi rilevanti: 1) Sinodo e concilio sono parole distinte ma possiedono un significato convergente. 2) Concilio arricchisce il termine “sinodo” richiamando l’assemblea convocata dal Signore (ἐκκλησία). Dunque, secondo questo documento, concilium coincide con ἐκκλησία. Tale affermazione (anche se non vi è alcun esplicito riferimento bibliografico) si inserisce in realtà all’interno di un dibattito ecclesiologico molto acceso, iniziato già negli anni ’60, tra Hans Küng e Joseph Ratzinger.

Le due impostazioni sono radicalmente differenti e, come ci si può facilmente rendere conto, hanno delle implicazioni ecclesiologiche altrettanto eterogenee tra loro.

Il documento della Commissione Teologica Internazionale, senza menzionare esplicitamente Küng e tantomeno la portata ecclesiologica delle riflessioni post-conciliari, attraverso il recupero etimologico si è inserito all’interno del dibattito, assumendo l’impostazione teologica del teologo svizzero, soprattutto per quanto concerne il rapporto tra concilium ed ἐκκλησία.