Contro la cultura dello scarto: la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

di Stefano Liccioli · Durante il suo pontificato Papa Francesco è tornato spesso sul tema della cultura dello scarto, invitando in più occasioni la società a non considerare “scarti” tutti coloro che non rispondono più a certi standard d’efficienza come le persone vecchie o diversamente abili. E’ in questa ottica che dobbiamo considerare, a mio avviso, l’istituzione da parte del Santo Padre di una Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i “nonni” di Gesù.

Celebrare nonni ed anziani non è questione di compassione o tenerezza, ma mi pare che sia il giusto riconoscimento a delle persone che, parafrasando il Vangelo, non devono essere ritenute pietre di scarto, bensì le pietre angolari della nostra società. Alcune delle ragioni di tale giudizio sono ben indicate da Papa Francesco nel discorso d’istituzione di tale Giornata:«Lo Spirito Santo suscita ancora oggi negli anziani pensieri e parole di saggezza: la loro voce è preziosa perché canta le lodi di Dio e custodisce le radici dei popoli. Essi ci ricordano che la vecchiaia è un dono e che i nonni sono l’anello di congiunzione tra le generazioni, per trasmettere ai giovani esperienza di vita e di fede. I nonni, tanti volte sono dimenticati e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e di trasmettere. […] È importante che i nonni incontrino i nipoti e che i nipoti si incontrino con i nonni, perché – come dice il profeta Gioele – i nonni davanti ai nipoti sogneranno, avranno illusioni [grandi desideri], e i giovani, prendendo forza dai nonni, andranno avanti, profetizzeranno».

Nel corso del XX secolo il rapporto delle nuove generazioni con gli anziani è cambiato. In passato questo rapporto era abbastanza naturale, complice il fatto che spesso si abitava insieme ai nonni, materni o paterni che fossero. Negli ultimi decenni questa tipo di convivenza è diventato meno frequente, ma la vita media si è allungata ed il numero di persone anziane e vecchie si è sensibilmente aumentato. Giusto dunque non dare per scontata la relazione tra vecchie e nuove generazioni e ben venga una Giornata mondiale se serve a tematizzarla ed a tenere alta l’attenzione su un aspetto così importante della nostra società.

Anche dal punto di vista ecclesiale il ruolo dei nonni e degli anziani è fondamentale proprio in ordine alla trasmissione della fede. Non è raro, infatti, che siano proprio loro (e non i genitori) ad annunciare Gesù ai nipoti, ad insegnarli le preghiere, supplendo padri e madri in quello che dovrebbe essere un loro compito.

Instillare nei giovani ed in tutto il contesto sociale una doverosa attenzione nei confronti di tutti coloro che portano il peso degli anni è, al di là di ogni retorica, un sentimento prezioso perché ci ricorda che “l’albero vive solo se rimane attaccato alle proprie radici”.

Questa Giornata mondiale è un’opportunità anche per nonni ed anziani per riflettere sul loro ruolo all’interno della società, ma soprattutto per aiutarli a vivere, in profondità, una stagione della loro vita che un certo giovanilismo imperante reputa un mero autunno e non un periodo comunque capace di far nascere fiori e frutti. Occorre imparare ad invecchiare così come a fare i nonni giacché i nipoti non sono figli ed il rapporto con loro deve essere necessariamente diverso.

La Terza e la Quarta età non sono fasi dell’esistenza in cui ripiegarsi su se stessi rimpiangendo il passato, ma momenti in cui leggere nel progressivo distacco da molte cose, la legge del tempo ora e sempre guidata dalla Provvidenza.