Sangue sulla Francia

di Giovanni Pallanti · Il 29 ottobre 2020 rimarrà come una data di sangue nella storia recente della Francia e dell’Europa.  Un islamista tunisino di 21 anni, sbarcato a Lampedusa il 20 settembre 2020, poi trasferito a Bari in un centro di accoglienza e ritenuto immigrato clandestino a tutti gli effetti è stato espulso dall’Italia con un foglio di via obbligatorio. Come succede sempre in questi casi il tunisino Aouissaoui si è guardato bene di lasciare l’Italia e si è diretto indisturbato in Francia, a Nizza, dove il 29 ottobre, ha decapitato e sgozzato due donne ed un uomo nella cattedrale cattolica Notre-Dame de l’Assumption. La Francia è l’unico paese europeo che fa parte del gabinetto di sicurezza dell’Onu ed è la nazione che maggiormente contrasta il terrorismo islamico nel Mali e nell’Africa francofona. La Francia contrasta anche la politica espansionistica del sultano turco Erdogan in Libia, in Siria e Nagorno – Karabakh attirandosi l’odio del mondo islamico.

Il presidente francese Macron è l’unico esponente della classe dirigente europea che ha, dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, una politica estera ben identificabile.

Il presidente turco Erdogan pochi giorni prima dell’attentato del tunisino, catturato dalla polizia francese subito dopo l’attentato, aveva attaccato duramente il presidente della repubblica francese responsabile agli occhi degli islamici di avere duramente protestato e minacciato la comunità islamica francese per la decapitazione del professore di liceo Samuel Paty decapitato da un giovane musulmano ceceno. Parigi ha richiamato l’ambasciatore di Francia in Turchia per protestare contro il discorso di Erdogan.

L’Europa si è schierata con Macron con molte parole e pochi fatti. Anzi l’Italia ha la responsabilità di una accoglienza “fru-fru” degli immigrati provenienti da paesi ad alto tasso terroristico. La Tunisia è una repubblica apparentemente stabile ma da cui sono partiti migliaia di giovani tunisini per combattere tra le file dell’Isis. La polizia italiana, pur brava nel contrasto al terrorismo, risente del clima diffuso nella Penisola di una accoglienza finalizzata al business degli immigrati. Anche la Chiesa cattolica, al di là della buona volontà di Papa Francesco, è stata coinvolta più volte in scandali legati all’accoglienza degli immigrati: sfruttamento sessuale a vantaggio di preti e frati e attraverso un vero e proprio business economico di cui il fatto più eclatante riguarda una Misericordia di Isola Capo Rizzuto. Non a caso nelle intercettazioni telefoniche fatte a Roma per l’indagine di Mafia Capitale Salvatore Buzzi, capo delle cooperative rosse, in complicità con il terrorista nero Massimo Carminati diceva: “Si guadagna di più con il traffico degli immigrati che con quello della droga”. Questa situazione è insostenibile. Anche il concetto di accoglienza deve essere rivisto coniugando la carità con la legalità. Altrimenti tutto il sistema di sicurezza italiano ed europeo è facilmente penetrabile dal terrorismo e dalla criminalità più o meno organizzata. Sul piano politico la risposta dell’Europa al mondo islamico deve essere ferma e decisa. Il mondo islamico deve assolutamente rompere con i movimenti terroristici, pena una forte forma di boicottaggio alle nazioni che li ospitano. La Chiesa cattolica deve ricordare il comandamento che vale per ogni uomo e per ogni popolo:” Ama il prossimo tuo come te stesso.  Chi si ama non vuole certo suicidarsi”