Presentazione degli articoli del mese di ottobre 2020

Giovanni_Paolo_II-Karol_Wojtyla-BQ-600x372-1280x720Andrea Drigani invita alla lettura dei «Diari segreti» di Giulio Andreotti, dai quali emerge una passione per il mondo e per l’Italia, all’insegna di una cattolicità intesa nel suo significato primigenio di universalità. Giovanni Campanella illustra il libro curato da Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, con diversi autori che riflettono a partire dal «lockdown», dal quale emerge che la fede in Dio, apparentemente inutile, diviene il fondamento di ogni utilità. Antonio Lovascio prende spunto dai tragici episodi di violenza di questa estate, per rilevare la deriva nichilista alla quale da sempre risponde l’insegnamento degli ultimi pontefici verso dei giovani smarriti ma desiderosi di dare un senso alla vita. Gianni Cioli sollecitato da un intervento del vescovo Erio Castellucci svolge alcune considerazioni sulla bellezza «smisurata» della morale cristiana che porta a compimento la bellezza «misurata» della morale umana. Carlo Parenti con una delle ultime lettere di Giorgio La Pira annota sull’attuale questione della disoccupazione giovanile, che tuttavia viene da lontano. Francesco Romano dall’impegno di contrastare il pericoloso e scandaloso intreccio tra manifestazioni religiose e infiltrazioni mafiose, auspica una specifica normativa penale canonica universale, in aggiunta alle vigenti leggi particolari e a quelle di diritto comune. Dario Chiapetti recensisce il volume di Francesco Marchesi sul Poverello d’Assisi, una sorta di autobiografia basata sui suoi scritti, con una lezione finale: se non c’è pentimento, non v’è apprendimento, se non vi è apprendimento dal pentimento, l’uomo è un nulla. Giovanni Pallanti presenta la figura di Don Olinto Marella, proclamato Beato in questo mese di ottobre, un prete colto ed educatore, che incorse nella sospensione, perché ritenuto modernista, ma per le sue doti spirituali e morali fu riammesso nella vita sacerdotale. Stefano Tarocchi segnala il saggio di Sławomir Stasiak che compara storicamente l’insegnamento delle scienze bibliche nelle Facoltà di Teologiche di Firenze e di Breslavia nel segno di un comune spirito europeo. Leonardo Salutati in attesa dell’Enciclica «Fratelli tutti» rammenta che, per Papa Francesco, la pandemia ha fatto emergere un’economia malata perché fondata sul dominio dell’uomo sull’uomo, ma pure la nostra interdipendenza poiché siamo tutti legati gli uni altri. Mario Alexis Portella svolge delle riflessioni sull’Accordo tra Israele, gli Emirati Arabi Uniti e il Regno del Bahrein, che assai difficilmente contribuirà alla pace poiché fondato sui rapporti economici e sull’ignoranza del rispetto dei diritti umani. Stefano Liccioli per quanto attiene alla ripresa dell’anno scolastico, dopo la chiusura per il covid-19, auspica che, oltre alle questioni di legate alle prevenzione sanitaria, venga promosso un grande attenzione per la didattica. Carlo Nardi prende spunto dal dono del libro di Alberto Maggi su San Giovanni Crisostomo, per ripercorre la propria passione culturale, sacerdotale e cristiana per questo Padre della Chiesa. Alessandro Clemenzia commenta la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcuni quesiti sulla forma del Sacramente del Battesimo, nella quale si precisa, anche secondo l’insegnamento di Sant’Agostino, che chi battezza non è il celebrante ma è sempre Cristo. Francesco Vermigli in margine alla prossime celebrazioni dantesche annota, alla luce del magistero di Benedetto XV e Paolo VI, su Dante teologo in quanto poeta, rilevando che la poesia quando su reca nella verità divina insegna alla teologia l’umiltà e la precarietà della sua opera. Nella rubrica «Coscienza universitaria» si osserva che l’esito del referendum costituzionale sul numero dei parlamentari non può essere ritenuto un obbiettivo finale, bensì l’inizio di uno studio e di un’azione per ulteriori riforme.