Teologia morale e scienze empiriche. Un dialogo necessario

978-88-213-0819di Gianni Cioli • L’ATIMS – (Associazione teologica italiana per lo studio della morale) organizzò ad Assisi, dal 5 all’8 luglio 2011, un Seminario di studio sul tema Teologia morale e scienze empiriche, le relazioni più significative del Seminario furono raccolte in un omonimo volume curato da Paolo Carlotti e Paolo Benanti (Roma 2012) che vale la pena di segnalare. Il libro si articola in sette capitoli che riprendono e sviluppano altrettanti interventi presentati nel Seminario. Il primo capitolo, La chiesa comunità che educa e genera alla fede, riporta l’intervento del vescovo Ignazio Sanna che, collocandosi nell’orizzonte del progetto pastorale della chiesa italiana per il decennio 2010-2020, affronta la questione dell’emergenza educativa quale problematica eminentemente antropologica. Sanna, sottolineando come l’impegno nell’educazione comporti una «una elargizione di umanità», lascia intravvedere la realtà di un profondo legame fra la «vocazione educativa» della comunità cristiana e il compito della teologia morale nel necessario confronto con le scienze dell’educazione. Il secondo capitolo, Tra psiche ed etica: i processi psichici come “natura” protoetica, è costituto dalla relazione di Mauro Fornaro dell’Università di Chieti-Pescara. L’autore affronta una tematica complessa e controversa che tuttavia permette di trovare un aggancio con l’etica rivisitandone anche alcuni concetti classici, come quello relativo alle inclinazioni naturali. Nell’insorgere e soprattutto nello sviluppo del desiderio è possibile parlare di ortogenesi: si individuano dei percorsi che risultano produttivi a fronte di altri che appaiono psichicamente controproducenti e che manifestano la strutturale ambiguità del desiderio. La natura comporta, per un positivo e sano psichismo, il riconoscimento di alcune impossibilità. La massima “Diventa ciò che veracemente sei” appare la sintesi di ciò che può definirsi protoetica: il luogo d’incontro, non certo di riduzione, tra psicologia e morale. Il terzo capitolo, L’accoglienza delle scienze psicologiche in teologia morale. Dal dibattito sulle grandi questioni antropologiche al confronto sulle dinamiche della vita spirituale, presenta il contributo di Giuseppe Mazzocato della Facoltà teologica del Triveneto il quale offre una riflessione molto articolata sulle diverse modalità di accoglienza delle scienze psicologiche in teologia morale, sia nella prospettiva più specificamente antropologica che in quella interessata più direttamente alla formazione spirituale. Il quarto capitolo, La questione delle istituzioni sociali tra teologia morale e sociologia. Il caso di un terzo escluso, riporta la relazione del sociologo Luca Diotallevi, docente presso l’Università di Roma Tre, che ha inteso precisare e approfondire l’interrelazione e quindi la reciproca incidenza tra discorso teologico ed istituzioni sociali. Partendo da alcune esemplificazioni tratte dall’attualità il sociologo propone una riflessione critica sul «paradigma della laicità». L’autore ritiene che il necessario riconoscimento dell’autonomia delle realtà terrene potrebbe essere meglio tutelato a partire dal «modello del saeculum», della secolarità agostiniana e tommasiana. Il quinto capitolo, Teologia morale e sociologia: necessaria interdisciplinarietà, ci offre il contributo di Gianni Manzone, docente di teologia morale alla Pontificia Università Lateranense. L’autore riflette sull’opportunità dell’incontro dialogico fra le due discipline e cerca di darne teologicamente un fondamento facendo riferimento al principio dell’incarnazione. Il dialogo non può ridursi a figura strumentale; deve allargarsi costantemente ai presupposti dell’impresa scientifica e alle correlative implicazioni antropologiche. Il sesto capitolo, Recenti progressi scientifici in tema di stato vegetativo e stato di minima coscienza, riporta l’intervento di Gian Luigi Gigli dell’Università di Udine. L’autore offre una dettagliata relazione sui cosiddetti disturbi prolungati di coscienza (coma, stato vegetativo, stato di minima coscienza e la sindrome locked-in) che hanno interessato in modo acuto l’opinione pubblica. Nel settimo e ultimo capitolo, Comportamento umano, coscienza e libertà. Elementi per un dialogo interdisciplinare, troviamo la relazione di Luigi Renna, della Facoltà teologica pugliese, il quale esamina con accuratezza le condizioni di possibilità di una sana interdisciplinarietà tra l’etica teologica e le neuroscienze, presentando una variegata gamma di posizioni tratte da entrambi i domini disciplinari.Titolo-2

Il valore del Seminario – e quindi del libro che ce ne offre la documentazione – oltre che nei validi contenuti proposti nelle relazioni sta soprattutto nell’occasione di confronto interdisciplinare che si è realizzata e nel conseguente invito a procedere sulla strada del dialogo fra discipline differenti ma accomunate dell’interesse per la vita umana. È significativo quanto affermato dal curatore Paolo Carlotti nell’introduzione: «L’esperienza di confronto e di dialogo fra formalità scientifiche, che pur avendo lo stesso soggetto materiale ne hanno uno formale distinto, è sempre estremamente arricchente in ordine soprattutto alla composizione globale dei dati che a diverso titolo riguardano la persona umana. La conoscenza reciproca non può essere data per scontata, ma ha bisogno di essere continuamente aggiornata e interrogata. Il circolo ermeneutico che si sviluppa fra orizzonti comprensivi distinti, permette l’approfondimento di ogni questione, qualunque essa sia, evitando semplicemente il riduzionismo epistemologico, cioè il ridurre al punto di vista studiato la complessità e la globalità dell’oggetto studiato. Una verità che riguarda in modo paritetico gli esiti di psicologismo, di sociologismo e di biologicicismo da una parte e di moralismo dall’altra, tutti indegni rispettivamente della psicologia, della sociologia, della biologia e della morale» (p. 15). Il volume curato da Carlotti e Benanti appare dunque uno strumento prezioso per lo stimolo che può offrire ad un sempre più intenso dialogo interdisciplinare con le scienze empiriche, imprescindibile per una teologia morale realmente interessata alle problematiche dell’umanità attuale.