Nuova evangelizzazione e sinodalità. Quaranta vescovi italiani a Loppiano

677 500 Alessandro Clemenzia
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Vescovidi Alessandro Clemenzia • «Il fare esperienza del camminare insieme porta a un cambiamento di prospettiva anche sul modo in cui ciascuno di noi guarda se stesso: ci fa vedere che la nostra vita ha senso solo se è in relazione, in quanto l’altro ci è necessario. Tuttavia non ci basta più neanche stare l’uno accanto all’altro; diventa decisivo comprendere “come” stare l’uno accanto all’altro».

Con queste parole il segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Stefano Russo, ha salutato una quarantina di vescovi italiani, pervenuti a Loppiano, cittadella internazionale del movimento dei Focolari, al termine di un convegno promosso dal Centro Evangelii Gaudium dell’Istituto Universitario Sophia, intitolato: “Nuova tappa dell’evangelizzazione e sinodalità: il rinnovamento ecclesiale alla luce della Evangelii gaudium” (18-21 febbraio 2019).

Nel saluto inviato ai partecipanti, il cardinale Gualtiero Bassetti ha scritto che «non è più sufficiente “pensare la sinodalità” o “parlare di sinodalità”. Dobbiamo pensare, parlare, agire sinodalmente». Tale esortazione del presidente della CEI ha trovato una piena corrispondenza nel cuore dei vescovi presenti, come è stato da loro stessi comunicato nelle conclusioni dell’ultimo giorno.

I lavori si sono aperti con i saluti del Preside dell’Istituto Universitario Sophia, Piero Coda, di Jesús Morán, co-presidente del movimento dei Focolari, e del vescovo di Fiesole Mario Meini, il quale ha poi tenuto un intervento introduttivo su “La Chiesa italiana dopo il Convegno di Firenze”.

Sono stati poi presentati la genesi, lo sviluppo e la natura del Centro Evangelii Gaudium (CEG). Dopo un’introduzione del coordinatore accademico, ha preso la parola il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila e presidente del consiglio scientifico del CEG, il quale ha offerto alcune linee essenziali per comprendere e vivere l’Evangelii Gaudium; è necessario “con-muoversi”, vale a dire sintonizzarsi con quanto afferma l’Esortazione apostolica, alla luce delle quattro formule assiomatiche: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte. Petrocchi ha così indicato il compito del CEG: irradiare, nella Chiesa e con la Chiesa, una nuova cultura, attraverso l’arte del “pensare insieme”, alla scuola di Maria.

Di seguito ha preso la parola p. Lorenzo Prezzi, direttore di Testimoni delle edizioni Dehoniane e membro del consiglio scientifico del CEG, il quale ha presentato gli apporti più fecondi dell’Evangelii gaudium: la dimensione carismatica, la parrocchia post-tridentina, una minoranza accogliente, una politica dalla carità. Ha concluso così: «L’alveo complessivo a cui ricondurre i possibili contributi del CEG alla Chiesa italiana è indicato da due vettori molto enunciati e non sempre praticati: il discernimento comunitario da un lato e il processo della sinodalità dall’altro».

Il giorno seguente è stata presentata ai vescovi l’esperienza accademica dell’Istituto Universitario Sophia, con la testimonianza di docenti e di studenti. Grande interesse ha suscitato l’intervento di Piero Coda: “Sinodalità esercizio di Chiesa”. Ispirandosi alle affermazioni magisteriali di Papa Francesco e al documento della Commissione Teologica Internazionale, “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, Coda ha presentato la sinodalità come kairós da cogliere e accogliere nell’oggi, come l’esercizio di Chiesa in cui entrare e far entrare il Popolo di Dio. Egli ha poi individuato cinque sentieri d’impegno, divenuti poi oggetto di discussione per gruppi da parte dei vescovi: la riscoperta dei vescovi, e dei presbiteri con loro, artisti e artigiani della sinodalità; l’esigenza di dare voce a una vera e propria scuola del Popolo di Dio, richiamandosi al discorso pronunciato da Papa Francesco a Loppiano; l’urgenza di formare alla sinodalità come esercizio di Chiesa, educando a quella “cultura dell’incontro” e a quel “coraggio dell’alterità”, tanto auspicati da Papa Francesco; l’avvio di una nuova stagione nella costruzione collettiva di una democrazia realmente partecipativa e popolare, educando sempre più a sentire il desiderio di trovare luoghi in cui esercitarsi al dialogo; e, infine, la necessità di un processo sinodale che coinvolga in un cammino comune tutte le Chiese in Italia.

Al termine dei lavori di gruppo su questi temi e a un momento di plenaria, sono stati presentati ai vescovi i percorsi di ricerca e di formazione già avviati dal CEG, in vista di un rinnovamento ecclesiale: una scuola comunitaria di pastorale alla luce dell’Evangelii gaudium; un corso per formatori al ministero presbiterale; corsi di formazione all’impegno sociale e politico e all’ambito del lavoro e dell’economia; percorsi di formazione alla cultura dell’incontro.

Ogni giornata è stata aperta da una meditazione: la prima, tenuta da Renata Simon, consigliere centrale per la Sapienza e lo studio del movimento dei Focolari, su “la mistica del noi”; la seconda, tenuta da Ide Manici, del Centro dei movimento dei Focolari e membro del consiglio direttivo del CEG, su “L’unità e la cultura del dialogo”.

Decisivo è stato l’intervento di Mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il quale ha presentato le esperienze e le prospettive del Sinodo dei giovani, sottolineando «tre aspetti significativi sui quali la Chiesa è chiamata a compiere scelte chiare e coraggiose»: essere accompagnatori di qualità, preparare nuovi educatori per rispondere alle sfide e alla complessità della realtà, fare della Chiesa una casa per i giovani.

Nelle conclusioni, i vescovi hanno mostrato sincera gratitudine agli organizzatori dell’evento, per aver offerto loro un luogo in cui poter riflettere sulla loro ministerialità e sull’urgenza di un rinnovamento ecclesiale, alla luce dell’Evangelii gaudium, proprio a partire dall’episcopato.

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