Martin Scorsese e Antonio Spadaro. Colloquio sulla fede

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di Giovanni Pallanti · E’ uscito un libro del grande regista americano Martin Scorsese, con Antonio Spadaro, <Dialoghi sulla fede> (ed. La Nave di Teseo). Il libro contiene una serie di colloqui fra i due autori, il primo dei quali risale a un incontro che padre Antonio Spadaro ebbe nella casa di New York con Martin Scorsese. L’argomento fu il film <Silence>, che racconta la tragica missione di due gesuiti in Giappone nel XVII secolo. Il film narra di violenze inaudite contro i cristiani e la disperazione dei due gesuiti missionari che cercano, fino al possibile, di soffrire senza perdere la fede. 

Il racconto di Scorsese è tutto basato sul principio che si può essere in unione con Cristo anche pregandolo in ogni luogo. Non è obbligatorio – dice il regista americano – pregarlo fra quattro mura di una chiesa. Scorsese, con cinque matrimoni alle spalle, nato nel 1942 a New York, nell’intervista a Spadaro manifesta una grande fede, in Dio e nella Chiesa cattolica, pur capendone tutti i limiti, della Chiesa come istituzione. Nel prosieguo del libro ci sono altre interviste dove Scorsese descrive la figura di chi lo tirò fuori dal ghetto siculo americano di Little  Italy, quando lui rischiava di diventare un gangster come altri suoi amici. 

Il protagonista della redenzione del giovane Scorsese, fu padre Francesco Principe: grande educatore, amante del cinema, musicologo, letterato e pedagogo cristiano di rara finezza intellettuale. Scorsese ne parla continuamente come di colui che gli ha aperto il cervello, avvolto nelle tenebre della malavita. Tra l’altro, padre Principe parlava perfettamente l’inglese che, è sempre Scorsese che parla,  i vecchi preti quasi tutti italiani non sapevano pur vivendo a New York. Il regista americano è anche produttore cinematografico, sceneggiatore e attore:  ha lavorato con i grandi attori americani come Robert De Niro, anche lui di antica origine italiana, e Joe Pesci. Scorsese è stato anche il regista di The Departed-Il bene e il male, con cui vinse l’Oscar per la miglior regia nel 2007. Poi la Palma d’Oro a Cannes nel 1976, il Leone d’Oro  alla carriera alla mostra del cinema di Venezia nel 1995, e l’Oro d’Oro alla carriera al festival del cinema di Berlino nel 2004.

La fede del regista siculo-americano ha tre punti fermi: la grazia, la violenza e il dolore. Tutti gli uomini possono sperare nella grazia di Dio, anche se hanno conosciuto il dolore della violenza nella loro vita. Per <grazia> intende ogni avvenimento umano come lo intendeva Bernanos: <Tutto è grazia> anche se – dice Scorsese – Bernanos affronta il tema della grazie con troppe spigolature acute, mentre lui concepisce una grazia dispensata in modo meno drammatico e più umano. 

L’autore del film Toro scatenato, dove racconta la vita del pugile italo-americano Jack La Motta, fa comprendere che un uomo violento mentre fa del male agli altri, cerca disperatamente di annullarsi e di sperare nel perdono dei suoi avversari e della sue vittime. Un libro complesso, questo voluto dal gesuita Antonio Spadaro, per raccontare un autore apparentemente lineare nelle sue narrazioni cinematografiche, ma profondamente impegnato nella ricerca del Cristo, a cui ha già dedicato un film ambientato in epoca contemporanea e a cui  vuole dedicare un altro film dopo aver letto la presentazione di papa Francesco al libro di padre Spadaro <Una trama divina>.

 

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Giovanni Pallanti

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