La violenza contro le donne

507 500 Carlo Parenti
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di Carlo Parenti · Il 25 novembre scorso si è celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999.

Rinvio alle 10 azioni raccomandate da UN Women, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’empowerment femminile (vedi), che tutti noi possiamo – e dobbiamo – fare per prevenire e fermare gli abusi di genere (QUI in italiano) .

Per me però, al di là delle ricorrenze- si pongono tre questioni: la definizione del concetto, i numeri del fenomeno, il valore della donna. Grande è la confusione sui numeri. Certo dovrebbe essere il valore della donna.

1-DEFINIZIONE

Il “femmicidio, dall’inglese femicide, è un termine criminologico introdotto per la prima volta nel 1992 dalla criminologa femminista Diana H. Russell per indicare le uccisioni delle donne da parte degli uomini per il fatto di essere donne. Secondo quanto formulato da Diana Russell “il concetto di femmicidio si estende al di là della definizione giuridica di assassinio e include quelle situazioni in cui la morte della donna rappresenta l’esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine”.

Diversamente, il termine femminicidio, dallo spagnolo feminicidio, racchiude un significato molto più complesso che supera la definizione ristretta di femmicidio, focalizzandosi soprattutto sugli aspetti sociologici della violenza e sulle implicazioni politico-sociali del fenomeno.

Per Marcela Lagarde -antropologa messicana che nel 2004 usò il termine- il femminicidio esprime “la forma estrema della violenza di genere contro le donne, prodotto dalla violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato attraverso varie condotte misogine, quali i maltrattamenti, la violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria, istituzionale, che comportano l’impunità delle condotte poste in essere, tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una condizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle istituzioni e all’esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia”.

Per chi volesse approfondire in generale questi due concetti , come delimitati da Milena Anzani, consiglio la lettura del dossier: La violenza contro le donne nel lavoro del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze (vedi).

2– I NUMERI

Benché nel 2022 la Commissione statistica delle Nazioni Unite abbia indicato tutti i criteri utili a individuare un femminicidio (vedi) è difficile quantificare il fenomeno dei femminicidi in Italia e in Europa. Infatti, come spiega l’Istat in un rapporto uscito lo scorso aprile, “in Italia non sono disponibili tutte queste informazioni”, dunque avere un quadro esaustivo del fenomeno è impossibile.

Superare i confini italiani e fare un confronto attendibile e omogeneo con gli altri Paesi europei -come segnala Euronews (vedi) è ancora più complicato, soprattutto perché una raccolta dati fortemente lacunosa non è un problema solo italiano e non riguarda solo il femminicidio ma tutti i diversi tipi di violenza di genere, come evidenziato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige), che conduce ricerche e monitora le politiche sulla violenza contro le donne ed è considerato il principale riferimento statistico in materia.

L’Eige, che ha stilato il suo ultimo report nel 2021 basandosi sui dati del 2018, i più completi attualmente disponibili, definisce il femminicidio allo stesso modo della Commissione statistica delle Nazioni unite, ma sottolinea come questa definizione non sia condivisa dai 27 Stati membri dell’Unione europea.

Ciò nondimeno si possono per grande difetto dare alcuni numeri:

I dati più aggiornati forniti dall’Eurostat, ma non disponibili per tutti i Paesi, sono quelli del 2021.

In Italia, secondo fonti ISTAT e del Ministero dell’Interno, da gennaio a novembre 2023, sono stati segnalati 102 omicidi femminili (da distinguere dai femminicidi coma sopra definiti), continuando un trend di oltre 100 omicidi annuali nei soli contesti familiari o intimi dal 2020.È significativo che il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni abbia subito violenza fisica o sessuale. Quasi un quarto è stato vittimizzato da uomini non partner, compresi conoscenti ed estranei, e le molestie fisiche sono la forma più comune di violenza sessuale. Come accade nella maggior parte dei Paesi, i partner o gli ex partner sono gli autori più frequenti di aggressioni gravi come lo stupro e altre forme di violenza fisica. Nello stesso lasso di tempo sono state registrate anche 8.607 denunce per stalking, 1.494 ammonimenti del Questore per violenza domestica e 182 allontanamenti per lo stesso reato.

3- IL VALORE DELLA DONNA

La donna è differente e “superiore all’uomo:

La donna ha la capacità di avere tre linguaggi insieme: quello della mente, quello del cuore e quello delle mani. E pensa quello che sente, sente quello che pensa e fa, fa quello che sente e pensa. Non dico che tutte le donne lo facciano, ma hanno quella capacità, ce l’hanno. Questo è grandioso”. È il cuore del breve ma intenso discorso che Papa Francesco ha rivolto alla redazione di “Donne Chiesa Mondo” – inserto mensile de L’Osservatore Romano- nell’udienza del 4 marzo 2023. Ha anche detto: “Le donne hanno una capacità di gestire e di pensare totalmente differente da noi e anche, io direi, superiore a noi, un altro modo. Lo vediamo in Vaticano, anche: dove abbiamo messo donne, subito la cosa cambia, va avanti. Lo vediamo nella vita quotidiana, tante volte io lo vedevo quando passavo con il bus, facendo la coda per visitare nel carcere i loro figli e le donne lì: la donna che mai lascia il figlio, mai! E mi ricordo un sindacalista bravo, che è morto, che mi diceva che a 20-21 anni si dava alla bella vita e abitava con la mamma, entrambi poveri, e lui dormiva nell’ingresso della piccola casa; al mattino lui, ancora ubriaco dalla sera prima, vedeva la mamma che usciva dalla sua stanza, si fermava, lo guardava con tenerezza e se ne andava a lavorare, da donna di servizio, per un compenso minimo. È stato quello sguardo, ‘forte e mite’ – così mi disse – ‘che un giorno ha toccato il cuore e sono cambiato’. E quest’uomo è diventato un grande sindacalista”.

Ancora ha aggiunto: “Una volta ho chiesto alla Von der Leyen: ‘Mi dica, signora: lei è un medico e ha sette figli, che chiama al telefono ogni pomeriggio; mi dica: com’è riuscita a sbloccare quell’opposizione del Rapporto dell’Unione Europea all’Europa durante il covid, la questione del Benelux e di qualche altro Paese che si contrapponevano, come ha fatto?’. Lei mi guardò e in silenzio e cominciò a gesticolare con le mani in modo operoso, io la guardavo attentamente, osservando le sue mani e alla fine disse: ‘Come facciamo noi mamme’. È così, è un’altra strada, è un’altra categoria di pensiero, ma non solo pensiero: pensiero, sentimento e opere”. Ecco allora il riferimento alle citate parole sui tre linguaggi della donna: mente, cuore e mani’.

Infine, rinvio al discorso di Francesco, del successivo 11 marzo 23, per la presentazione del volume Più leadership femminile per un mondo migliore. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune. Tema al Papa molto caro: l’importanza del prendersi cura (vedi)

Vi si sottolineano tre aspetti del prendersi cura quale apporto delle donne per una maggiore inclusività, per un maggior rispetto dell’altro e per affrontare in modo nuovo sfide nuove.

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