Il Coronavirus e l’egemonia cinese: E’ tempo che ci svegliamo

889 500 Mario Alexis Portella
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thumbnail_iudi Mario Alexis Portella · I paesi europei continuano ad adottare severe misure, come il social distancing e la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali, per far fronte all’emergenza della pandemia COVD’19—prima quando l’epidemia del Coronavirus era in Italia, a suggerimento del Sindaco di Firenze, Dario Nardella e il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, in modo superficiale e incosciente si doveva abbracciare i cinesi per dimostrare che non siamo razzisti e di continuare con le nostre abitudine quotidiane sulle strade; dopo il Nardella è andato in quarantena per 14 giorni e il Zingaretti ha annunciato di essere positivo al Coronavirus. La Cina, però, continua ad allentare le misure draconiane nella sua regione più colpita dal Coronavirus.

Il Segretario Generale del Partito comunista cinese (PCC) Xi Jinping è ora visto come un eroe, specialmente dopo la sua visita nella provincia di Hubei dove il virus è emerso per la prima volta—il vero titolo di stato di Xi è goujia zhix, cioè “il chairman di stato” ed è distinto dal Segretario Generale del PCC; “presidente” è una traduzione ingannevole per dare l’impressione che il sistema politico in Cina à parallelo a quello occidentale. La storia ufficiale dei media statali del PCC è che il numero di persone infette dal COVID’19 è calato immensamente. Ma secondo la testimonianza di un dottore a Wuhan, pubblicato nel giornale giapponese Kyodo News il 19 marzo, molti pazienti contagiati furono espulsi dagli ospedali e “rilasciati nella società” prima della visita del leader cinese.

Ma come possiamo fidarci di un regime la cui politica di brutalità, di censure e di segretezza ha offerto, nella migliore delle ipotesi, nient’altro che mezze verità e menzogne sul Coronavirus? Ad esempio, mi riferisco al punto che il PCC era consapevole del COVD’19 mesi prima che fosse “ufficialmente” rivelato al resto del mondo. Oppure come Chen Quishi, un cittadino-giornalista cinese che è stato messo in un campo di quarantena contro la sua volontà a Wuhan. Il suo crimine era di andare negli ospedali, nei mortuari di Wuhan e nei cantieri di un centro di quarantena, esponendo ciò che stava realmente succedendo: ospedali affollati, pazienti disperati, e gente morta. Nonostante molti dei nostri politici si fidino di quello che Pechino pubblica—mi chiedo se credono anche all’accusa del PCC contro l’esercito americano di avere trasportato il COVID’19 a Hubei—il PCC farà di tutto per mantenere una nuova egemonia globale.

Il Coronavirus è uscito direttamente dalla Cina ed il PCC ha permesso al virus di evolversi, diffondersi ed entrare in tutto il mondo, specialmente l’Occidente. Ma i capi cinesi, che cosa guadagnano? Il potere di controllare la nostra vita, di prendere e “fare” decisioni per noi, di impostare la narrazione e di imporre la loro visione elitaria su tutti noi.thumbnail_iu-1

Vediamo questo nella nostra Italia, dove più dell’80 percento delle medicine provengono dalla Cina. Infatti, il mese scorso, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato l’arrivo dalla Cina di medici specialisti del Coronavirus per dare una mano al sistema sanitario italiano, al fine di provare a limitare il contagio—quasi due settimane dopo il governo italiano ha fatto un appello diretto agli Stati Uniti per ottenere equipaggiamento medico come mascherine e respiratori contro il Coronavirus. Come mai l’Italia, come quasi tutti i paesi occidentali, deve dipendere “esclusivamente” da Pechino quando sarebbe capace di farlo da sé? La risposta è ovvia: approfittiamo, oppure guadagniamo dallo sfruttamento del lavoro forzato dei cinesi, che ci procura un commercio redditizio. E i politici occidentali continuano tale prassi, a costo di tollerare le violazioni dei diritti naturali in Cina o di non interessarsene.

Dall’anno scorso l’Italia punta a sviluppare legami commerciali più stretti con la Cina attraverso il progetto Belt and Road—ciò ha fornito un’autostrada per il Coronavirus a viaggiare da Wuhan a Milan ed il resto di Italia. Questo non è altro che la realpolitik, cioè, una politica pragmatica, tendente a risolvere i problemi in un quadro politico-sociale concreto, o in questo caso economico, rifuggendo da ogni premessa ideologica o morale. E così, la Cina comunista diventa ancora più potente, sapendo che nonostante i loro atti criminali contro l’umanità, riuscirebbero a mantenere il loro commercio con l’Occidente.

Come ha affermato lo Speaker-Emerito della Camera degli Stati Uniti Newt Gingrich, [l’Occidente] è attualmente impegnato in una competizione con il governo cinese tra la democrazia che è governata dalla libertà, dal diritto e dalla dignità dell’uomo e una dittatura totalitaria controllata dal PCC.

A parte che dobbiamo affrontare il PCC per i suoi crimini, specificamente per questo virus che hanno diffuso nel mondo, è tempo che l’Italia cominci a dipendere da se stessa. Significa che il nostro Paese deve iniziare a produrre i nostri farmaci, attrezzature tecnologiche e simili per non fare più affidamento sui capricci economici e politici del PCC.

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Mario Alexis Portella

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