Monsignor Luciano Gherardi, pastore, poeta, intellettuale, agiografo, presbitero della chiesa bolognese

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di Giovanni Campanella · Nel mese di ottobre 2020, la casa editrice Zikkaron ha pubblicato un libro intitolato Luciano Gherardi (1919-1999) – Un presbitero della Chiesa bolognese negli snodi civili ed ecclesiali del Novecento – Atti dei convegni di Bologna e Marzabotto (3 e 12 ottobre 2019).

Monsignor Luciano Gherardi nasce il 3 ottobre 1919 a Bologna, in località Casaralta, settimo figlio di Maria Andalò e Antonio, e muore a Bologna il 20 settembre 1999, ospite da pochi giorni nella Casa del Clero. Il 28 giugno del 1942 è ordinato presbitero dal Cardinale Nasalli Rocca; tra i suoi compagni di Messa ci sono don Giovanni Fornasini e don Ubaldo Marchioni, legati a lui da una forte amicizia e uccisi due anni dopo dalle SS naziste a Monte Sole. Nell’anno accademico 1958-1959 si laurea in Lettere all’Università di Bologna con 110 e lode e una tesi sul Codice Angelica 123, libro medievale di canto della Cattedrale di Bologna. Il 19 ottobre 1960 «viene nominato parroco dei Ss. Bartolomeo e Gaetano alle Due Torri, di cui prende possesso il 18 dicembre, restandovi fino al 1999, poco tempo prima della morte» (p. 340).

Scrive e pubblica molte opere poetiche e storiografiche e dirige vari giornali. Nel 1962 si lussa la spalla e al CTO di Bologna conosce le suore Minime dell’Addolorata che vi prestano servizio come infermiere: esse fanno sorgere in lui il desiderio di conoscere la figura della loro fondatrice, Clelia Barbieri. Le sue opere su Clelia sono state fondamentali per il processo che poi ha condotto tale giovane ragazza alla beatificazione e alla canonizzazione. Estende la sua opera di indagine sui santi bolognesi e già dagli anni ‘70 si dedica alacremente allo studio e alla diffusione della conoscenza delle comunità martiri di Monte Sole, insieme a don Giuseppe Dossetti, al quale sarà legato da salda amicizia (è sepolto accanto a lui sul Monte Sole).

Ricopre incarichi molto importanti all’interno dell’arcidiocesi di Bologna e non solo. A livello di Chiesa nazionale, assai rilevante è stato il suo contributo alla riforma della liturgia. Il 10 maggio 1962

«è chiamato a far parte del Consiglio di esperti per la Sacra Liturgia e Musica Sacra che doveva affiancare la Commissione Pastorale-Liturgica della CEI, presieduta dal card. Lercaro. Primo obiettivo di lavoro del Consiglio è “preparare uno schema di progetto del Direttorio Nazionale per la S. Messa e i Sacramenti”, da sottoporre poi alla CEI» (p. 341)

Nel 1964

«la sua collaborazione con il card. Lercaro come perito al Concilio Vaticano II si allarga a livello nazionale: come esperto della CEI lavora soprattutto alla traduzione in lingua italiana del Messale e degli altri Libri liturgici, particolarmente la Liturgia delle Ore. Impegno portato avanti negli anni successivi» (p. 343).

Nel 1973

«già conosciuto in ambito liturgico nazionale per aver strettamente collaborato alla stesura rinnovata del Messale Romano, è chiamato a far parte della Commissione CEI per la versione italiana dell’Ufficio divino, occupandosi delle orazioni e delle preci. (…). Nell’ambito della medesima Commissione, gli viene chiesto di rivedere e migliorare la traduzione degli Inni della Liturgia delle Ore, già approntata dal prof. Pieraccioni, con scadenze temporali impellenti per un lavoro che richiede invece tempi di elaborazione meditata e ispirata» (p. 348).

A distanza di 100 anni esatti dalla sua nascita e di poco più di 20 anni dalla sua morte, giovedì 3 ottobre 2019, si è svolto un convegno di studi nella Sala dello “Stabat Mater” a Bologna dal titolo “Bologna città a tre navate: Mons. Luciano Gherardi e la Chiesa del ‘900”. In un articolo su Bologna Missione, Gherardi aveva scritto (anche riferendosi alla “sua” basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano): «Bologna è una città a tre navate: la navata centrale corrisponde alla strada e le navate minori ai portici». Queste parole riflettono l’attaccamento di Gherardi sia alla Chiesa in Bologna sia al territorio bolognese e alla sua storia. Tutti gli interventi del convegno del 3 ottobre sono stati raccolti nella prima parte del libro in esame.

Una decina di giorni dopo, sabato 12 ottobre 2019, si è tenuto nel Teatro comunale di Marzabotto il convegno di studio intitolato “Mons. Luciano Gherardi e la risalita a Monte Sole” e incentrato sulla grande opera di sensibilizzazione di Gherardi sulla storia delle comunità intorno a Monte Sole, sui suoi pastori e sui tragici fatti avvenuti negli anni ’40 (durante ma anche dopo la guerra). Gli atti di tale convegno sono contenuti nella seconda parte del libro.

La terza parte del libro contiene alcune fotografie con o comunque collegate a Gherardi e alcuni contributi aggiuntivi, tra i quali una cronologia della vita di Gherardi e una bibliografia delle opere di Gherardi.

Simone Marchesani, archivista presso l’Archivio Arcivescovile di Bologna e ricercatore al Dipartimento di Paleografia e Medievistica dell’Università di Bologna, ha curato tutto il volume e limato e aggiornato tutti i contributi. È anche autore di un intervento nella prima parte, in cui propone un’originale riflessione su Gherardi partendo dalla verifica dei documenti da lui consultati nell’Archivio.

Matteo Maria Zuppi, attuale cardinale arcivescovo metropolita di Bologna, è autore della premessa a tutto il libro.

Alla premessa segue la presentazione che ripercorre sinteticamente tutti i contributi e che è stata scritta da Maurizio Tagliaferri, presbitero della diocesi di Faenza-Modigliana, ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica dell’Emilia Romagna (FTER) di Bologna, relatore presso la Congregazione della Cause dei Santi in Vaticano e presidente del Centro studi e ricerche antica provincia ecclesiastica ravennate (Ravennatensia) e dell’Istituto per la storia della Chiesa di Bologna (ISCBO).

Il primo intervento della prima parte dipinge un quadro sintetico complessivo dell’azione di Gherardi come pastore, studioso e storico. È opera di Gian Domenico Cova, presbitero, professore stabile di Ebraico e di Esegesi biblica presso la Facoltà teologica dell’Emilia Romagna (FTER) di Bologna.

Giancarla Matteuzzi ha tenuto un denso e prezioso epistolario con Monsignor Gherardi dal 1977 (l’occasione fu uno scambio di considerazioni sulla nascente Scuola Diocesana di Teologia) fino alla morte di lui. Un suo intervento nel primo convegno evidenzia interessanti suggestioni su pensieri e opere del nostro presbitero. Altri ricordi emergono in un suo contributo nella terza parte del volume. Matteuzzi aveva già collaborato nella elaborazione di vari libri in memoria di Gherardi. È stata insegnante di Storia e Filosofia nei licei, ha collaborato per molti anni nella conduzione della Scuola Diocesana di Teologia per laici e si è poi dedicata particolarmente all’ecumenismo.

Francesco Vecchi, presbitero, vicerettore del Pontificio Seminario Regionale Benedetto XV di Bologna e direttore del Coro della Cattedrale di San Pietro, ha scritto un saggio, contenuto nella prima parte e che analizza l’impegno di Gherardi per la riforma liturgica e, in particolare, per l’innodia della nuova Liturgia delle Ore.

Sempre nella prima parte c’è una breve lettera di saluto di Michelangelo Giannotti, vicario generale della Diocesi di Lucca. È stato direttore dell’Ufficio liturgico nazionale e ricorda il prezioso apporto di Gherardi in tale ambito.

Claudia Manenti, architetto, responsabile del Centro Studi per l’architettura sacra della Fondazione Card. Giacomo Lercaro, docente presso il Pontificio Seminario Regionale di Bologna e presso master universitari e corsi di formazione sull’architettura liturgica, offre nel suo contributo varie riflessioni sull’attività di Gherardi (per molti anni direttore e membro chiave dell’Ufficio Tecnico Organizzativo Arcivescovile) a fianco di Lercaro e diversi giovani architetti per la costruzione di nuovi complessi parrocchiali nello spirito del Vaticano II e guardando alle nuove comunità cristiane.

Gabriella Zarri, già professore ordinario di Storia moderna e membro di associazioni scientifiche italiane e straniere, delinea i caratteri principali del Gherardi agiografo di Clelia Barbieri, concentrandosi particolarmente sul libro Il sole sugli argini ed evidenziando come il concetto di santità della Chiesa locale stesse molto a cuore al presbitero bolognese.

Carlo Delcorno, già professore ordinario di Letteratura italiana nell’Università di Bologna,

«descrive a grandi linee e nei suoi diversi momenti la poesia di Gherardi, che si definisce gradualmente tra coralità liturgica, messaggio pastorale e autobiografia (…). I temi e le forme della sua poesia elaborano diversi modelli: dall’innografia latina alla poesia moderna italiana (Rebora, Ungaretti) ed europea (Eliot, Unamuno)» (p. XI)

Analizza anche l’architettura dei testi, la distribuzione delle masse strofiche e l’uso dei tempi verbali. Individua tecniche ripetitive e responsoriali.

Sempre nel primo convegno,

«Giovanni Turbanti si occupa del coinvolgimento diretto di Gherardi sia nel progetto di riforma della diocesi promosso dal card. Lercaro tra il 1966 e il 1967, sia nella partecipazione alla costituzione del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale durante il governo del card. Poma» (pp. XIV-XV)

Turbanti è dottore di ricerca in Storia religiosa e Storia del cristianesimo e si occupa in particolare del concilio Vaticano II e di storia della Chiesa bolognese in età contemporanea.

Anche Giampiero Forcesi, giornalista pubblicista, studia e scrive da tempo riguardo all’applicazione del Vaticano II a Bologna. È suo il contributo che riassume la vita del periodico Amici del Cardinale, di cui Gherardi fu ideatore e direttore dal 1955 al 1967.

Stefano Ottani, presbitero, successore di Gherardi come parroco ai Santi Bartolomeo e Gaetano e vicario generale per la sinodalità dell’Arcidiocesi di Bologna, è autore degli interventi conclusivi sia al convegno di Bologna che al convegno di Marzabotto.

Angelo Baldassarri, presbitero della diocesi di Bologna che dal 1998 si occupa del processo diocesano per la causa di beatificazione dei preti uccisi nell’eccidio di Monte Sole, apre il convegno di Marzabotto soffermandosi sul prezioso apporto di Gherardi alla memoria dei fatti di Monte Sole e delle relative comunità.

Alessandra Deoriti accosta all’opera di Gherardi quella di altri preti, testimoni o comunque coinvolti nelle vicende di Monte Sole. Deoriti, gà insegnante negli Istituti superiori e responsabile della sezione didattica dell’Istituto storico provinciale della Resistenza di Bologna, coordina seminari di Storia della Chiesa contemporanea presso la Scuola diocesana di Formazione teologica ed è membro di redazione della rivista «Il Regno».

Cinzia Venturoli descrive il ruolo delle donne di Monte Sole durante e dopo la guerra, anche grazie all’importante attività di ricerca e recupero di Gherardi. Venturoli, dottore di ricerca in storia, docente del dipartimento di scienze dell’educazione (Università di Bologna), si occupa di ricerca didattica, storia della scuola, storia delle donne, storia della seconda guerra mondiale, della Resistenza, del dopoguerra e di storia degli anni Settanta e dello stragismo, pubblicando monografie e saggi.

Paolo Trionfini interviene riguardo al centro di documentazione Comunità di Fede e Resistenza, lanciato da Gherardi nei primi mesi del 1976 e all’origine di varie iniziative a sostegno della memoria. Trionfini è docente di Storia contemporanea presso l’Universita di Parma e direttore dell’ISACEM. Insegna anche Storia della Chiesa moderna e contemporanea alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna ed è autore di numerosi saggi e volumi sui rapporti tra politica e religione nel ’900.

Enrico Galavotti, docente di Storia del Cristianesimo presso l’Universita di Chieti- Pescara e membro della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, tratta della “diaconia memoriale di Dossetti e Gherardi”.

Paolo Barabino, monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata dal 1991, ha vissuto prevalentemente a Monte Sole, legandosi con molti sopravvissuti e parenti delle vittime della strage. È suo un contributo molto interessante sul perdono, a conclusione del convegno di Marzabotto.

La dettagliata e puntuale cronologia della vita e delle opere di Gherardi, nella terza parte del nostro volume, è di Matteo Rossini, bibliotecario presso Casa Carducci di Bologna. Rossini si interessa alle fonti per la storia della Chiesa di Bologna, in particolare con la cura di alcuni fondi archivistici e delle pubblicazioni ad essi relative.

L’ultimissimo e breve contributo ricorda l’amicizia fra Luciano Gherardi e l’artista Luciano Nenzioni, il quale ha realizzato varie opere per Gherardi e a servizio della memoria di Monte Sole. È opera di Fabio Ruggiero, docente di patrologia alla FTER, autore di numerosi saggi e curatore di svariate edizioni critiche commentate di testi cristiani antichi. È stato fraterno amico di Luciano Nenzioni, di cui ha seguito da vicino gran parte degli sviluppi artistici.

In questo 2021, in cui si celebra Dante Alighieri a 700 anni dalla sua morte, mi viene da pensare anche al nostro don Luciano, quale divino poeta che in questo libro ci guida alla scoperta di tante santità all’interno della storia moderna della comunità cristiana bolognese. È scoprire una santità della Chiesa locale tutta, santità a cui don Luciano era tanto affezionato.

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Giovanni Campanella

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