Verso Lund: la giustificazione e la misericordia

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di Dario Chiapetti Il 31 ottobre papa Francesco si recherà a Lund, allapertura del Giubileo a 500 anni dalla Riforma protestante promosso dalla Federazione luterana mondiale. «Io credo – così egli si espresse di ritorno dall’Armenia – che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore […] E oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo daccordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato […] Oggi il dialogo è molto buono e quel documento sulla giustificazione credo che sia uno dei documenti ecumenici più ricchi». L’evento si situa nel processo di ricezione del documento del 2013 From Conflict to Communion della Commissione internazionale per l’unità cattolica-luterana, che descrive la storia della Riforma, riassume i punti in comune e apre piste di riflessione relativamente ai vari nodi teoretici del dialogo ecumenico; ed esso cerca di inquadrarsi – così come sembra essere confermato dalla scelta del luogo, Lund e non Wittenberg – in un orizzonte più ampio di quello legato a un dibattito connesso troppo solo alle particolarità storiche della Riforma in Germania di 500 anni fa.

Ma è la dottrina della giustificazione, la vexata quaestio teologica a cui fa riferimento il papa, che pare essere il centro del pensiero cristiano – in quanto rivelatore del volto di Dio – e, quindi, del dialogo con le chiese riformate, e anche la nozione che svela il kairòs attuale che, in modo nuovo, chiede di essere annunciato e attuato.

Innanzitutto, occorre sottolineare come la riflessione su tale dottrina abbia compiuto già tanti passi: dagli studi di Balthasar, Küng, Pesch, ecc., ai documenti ufficiali quali il Rapporto di Malta della Commissione comune della Federazione luterana mondiale e del Segretariato romano per l’unità, Chiesa e giustificazione, e altri documenti a livello nazionale. Nel 1999 la Federazione luterana mondiale e il Segretariato romano per l’unità approvarono la Dichiarazione comune sulla dottrina della giustificazione che raccoglieva i dati emersi e li sistematizzava.

Quanto alla centralità della giustificazione la Dichiarazione afferma: «insieme crediamo che la giustificazione è̀ opera di Dio uno e trino. Il Padre ha inviato il Figlio nel mondo per la salvezza dei peccatori» (n. 15) e «in quanto peccatori, dobbiamo la nostra vita nuova soltanto alla misericordia di Dio» (n. 17). Sulla base di ciò è possibile affermare che «il messaggio della giustificazione ci orienta in modo particolare verso il centro stesso della testimonianza del Nuovo Testamento» (n.17) e che, pertanto, essa «un criterio irrinunciabile che orienta continuamente a Cristo tutta la dottrina e la prassi della Chiesa» (n.18).

Su tale punto la Risposta della Chiesa cattolica affermava che «mentre per i luterani questa dottrina ha assunto un significato del tutto singolare, per quanto riguarda la Chiesa cattolica il messaggio della giustificazione […] deve essere organicamente inserito nel criterio fondamentale della regula fidei, cioè la confessione del Dio uno e trino, cristologicamente centrata e radicata nella Chiesa viva e nella sua vita sacramentale» (n.2).

Ciò è senz’altro vero. Può rivelarsi una pista di approfondimento l’individuazione del discorso trinitario quale spazio di convergenza e significazione di giustificazione e misericordia, che proprio nella Dichiarazione si può scorgere nel suggerimento – come emerge dai nn. 15-17 – di una lettura unitaria delle due nozioni come un’unica caratteristica essenziale del Dio uno e trino.

Ora, la misericordia è al centro dell’insegnamento di Francesco – è proprio nell’anno straordinario della misericordia che si recherà a Lund – e l’unità interna tra giustificazione e misericordia non solo è confermata da Benedetto XVI nella sua recente Intervista sulla questione della giustificazione per fede ma è presentata come un kairòs da annunciare: «a mio parere, continua ad esistere, in altro modo, la percezione che noi abbiamo bisogno della grazia e del perdono. Per me è un “segno dei tempiil fatto che l’idea della misericordia di Dio diventi sempre più centrale e dominante […] mi pare che nel tema della misericordia divina si esprima in un modo nuovo quello che significa la giustificazione per fede».

E tale messa in relazione è operata dallo stesso Ratzinger sulla base della riflessione trinitaria e sulla croce da formulare «in modo nuovo» rispetto a concezioni giuridiciste come, del resto, anche Lutero aveva intuito: «come posso avere un Dio misericordioso?», «nel Cristo crocifisso si trovano la vera teologia e la conoscenza di Dio». Ciò che giustifica è l’unico sacrificio di Cristo in croce: Gesù, «solo venendo a far parte della sofferenza del mondo, può redimere il mondo […] e il Padre condivide interiormente le sofferenze del Figlio», in quanto «la loro volontà è ab intrinseco una sola […] di fronte alla strapotenza del male solo un amore infinito poteva bastare».

Se la giustificazione è attuata per tutti in croce (cf. 2Cor 5,21) e anche i peccatori, nella fede per mezzo della grazia di Dio (cf. Rom 3,23-25), possono goderne, si comprende come l’uomo non sia in alcun modo causa della sua salvezza (e come, al tempo stesso, egli possa essere invece causa della sua dannazione, cf. Gv 5,24). Tale preminenza della grazia è stata affermata da Francesco quando, ad esempio, ha osservato che «se nella nostra vita c’è un podi vino buono, non è per merito nostro, ma per la sua anticipata misericordia”».

Infine, si osservi come il dato teologico della giustificazione-misericordia fondata nel Dio-Trinità, mistero d’amore tra Persone distinte, si dia nell’economia, indicando così un cambio di paradigma circa l’attuazione del kairòs di cui si è detto: «dobbiamo riconoscere – ha affermato Francesco in chiusura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2015 – che per giungere alla profondità del mistero di Dio abbiamo bisogno gli uni degli altri, di incontrarci e di confrontarci sotto la guida dello Spirito Santo, che armonizza le diversità e supera i conflitti».

Lund rappresenta una preziosa occasione per comprendere ancora meglio tutto quanto detto.

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Dario Chiapetti

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