L’«altro Giovanni XXIII»:Baldassarre Cossa

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3di Andrea Drigani Seicento anni fa, il 27 dicembre 1419, moriva a Firenze Baldassarre Cossa, che era stato antipapa con nome di Giovanni XXIII. La sua salma fu collocata nel Battistero di San Giovanni in un splendido monumento funebre opera di Donatello e Michelozzo. E’ uscito in questi giorni, per i tipi della Morcelliana, un interessante volume di Mario Prignano, intitolato Giovanni XXIII. L’antipapa che salvò la Chiesa, che non è solo una sua biografia, ma ripercorre anche le tappe più salienti del cosiddetto Scisma d’Occidente (1378-1417) che rappresentò uno dei periodi più difficili della vita della Chiesa. E’ sempre estremamente utile e proficuo leggere un libro di storia, tenendo pure conto di quanto affermava il celebre studioso di storia romana Theodor Mommsen (1817-1903): «Tutta la storia va considerata nelle sue relazioni con il presente». A maggior ragione questo vale per la storia della Chiesa nella consapevolezza che essa non è solo opera dell’uomo, ma opera di Dio, sintesi del divino e dell’umano, una storia che va interpretata alla luce dei valori cristiani, avendo come guida l’idea del Regno di Dio, che secondo il piano dell’Eterno, sotto l’azione dello Spirito Santo, deve realizzarsi nell’umanità (Cfr. K.Bihlmeyer-H.Tuechle, Storia della Chiesa, Brescia, 1973, I, 18). Certe letture servono, tra l’altro, ad evitare di porsi in un pessimismo disperante sui più o meno presunti declini della Chiesa. Lo Scisma d’Occidente, com’è noto, fu caratterizzato dalla presenza di tre papati, espressioni di tre obbedienze: «avignonese», «romana», «pisana». Una divisione profonda, non solo all’interno della Chiesa, ma anche tra i regni d’Europa, infatti i sovrani avevano pesantemente interferito, per motivi di interesse politico e finanziario, sull’istituzione ecclesiale. E del resto, purtroppo, i predetti motivi erano assai ben presenti all’interno della stessa compagine ecclesiale. Le cause della frattura, infatti, non furono di natura dottrinale, bensì vanno ricercate nel desiderio di un prestigio e di una sopreminenza anche di ordine economico. Nel 1410 Baldassare Cossa fu eletto papa, col nome appunto di Giovanni XXIII, dall’obbedienza «pisana», e si trovò a contendere il ruolo con l’«aragonese» Benedetto XIII (Pedro de Luna) e il «romano» Gregorio XII (Angelo Correr).61NoIs0uUbL In questo assurdo e triste contesto, diversi ecclesiastici, teologi e canonisti, pensarono che per giungere ad una soluzione occorreva indire un Concilio Ecumenico, l’ultimo era stato quello di Vienne celebrato tra il 1311 e il 1312. In questi frangenti cominciò pure a farsi avanti quella teoria, che verrà poi denominata «conciliarismo», che sosteneva la superiorità del Concilio Ecumenico sulla stessa potestà del Romano Pontefice. Per vari motivi, forse non ultimo questo, Giovanni XXIII confermò pienamente la decisione di Sigismondo di Lussemburgo, «Rex Romanorum», di indire il Concilio Ecumenico a Costanza che si aprì nel 1414. Baldassare Cossa-Giovanni XXIII prese parte ai lavori del Concilio. Con scarso senso di ecumenicità, intesa come universalità, nel Concilio si decise di far votare per «nationes» anziché per singole persone. Ben presto emerse una larga maggioranza che richiedeva la tripla rinuncia dei papi, Baldassare Cossa non era contrario, ma voleva che ciò accadesse contemporaneamente, poiché questo non avveniva, Cossa, temendo per la propria vita fuggì da Costanza, ma fu arrestato, processato e deposto. Baldassarre Cossa accettò la decisione del Concilio e venne imprigionato. Anche per l’intermediazione di Giovanni de’ Medici fu poi liberato. Nel frattempo Gregorio XII si dimette e Benedetto XII viene deposto. Nel 1417 viene eletto Papa il cardinale Oddone Colonna che assume il nome di Martino V, lo Scisma d’Occidente termina. Dopo varie peregrinazioni Baldassare Cossa giunge a Firenze, dove risiede Martino V, che lo accoglie cordialmente creandolo cardinale-vescovo di Frascati. Osserva conclusivamente Mario Prignano: «Convocando il concilio e recandovisi nonostante tutto, Cossa ha dimostrato, pur in modo contraddittorio e incerto, un qualche senso di responsabilità che però non ha retto alla prova dei fatti, perché nel giro di qualche settimana si è tramutato in terrore panico per la propria incolumità e lo ha spinto ad abbandonare Costanza…E’ questo complicato miscuglio di fatalismo, di furbizia spicciola e di paura, non l’ostinato rigetto di qualsiasi ipotesi di rinuncia o il colpevole disinteresse verso la divisione della Chiesa, ad aver caratterizzato, secondo me – afferma Prignano – il rapporto tra Cossa e il concilio che lo ha deposto». E’ un giudizio che in qualche modo riecheggia quello del cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, San Giovanni XXIII, che poco prima della sua elezione al pontificato disse di Baldassarre Cossa: «Un antipapa…Ma in fondo ebbe il merito di aver convocato il Concilio di Costanza, che restituì l’unità della Chiesa».

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