L’emergenza-profughi e l’Europa vestita da Arlecchino

560 315 Antonio Lovascio
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merkelcontemacron.jpg_982521881di Antonio Lovascio • Va bene tutto, ma non la presa in giro. Seppur tutti perdenti, molti cantan vittoria sull’”Emergenza profughi”. Dall’ultimo vertice Ue di Bruxelles – proprio nel giorno in cui le onde restituivano corpi senza vita alle coste della Libia – è uscito il solito avvilente compromesso che punisce le Ong ma non rafforza l’Europa già in bilico, anzi la rende ancora più fragile e priva d’anima. L’unità d’intenti è ben lontana, la coesione politica ancora di più. C’è una volgare imbastitura, non c’è il vestito vero, per usare un termine da sartoria. Perché sul tavolo “restano le divisioni”, per ammissione della stessa Angela Merkel. E non poteva essere diversamente dopo tredici ore di discussione: in mezzo il veto italiano, litigi tra leader e ripetuti battibecchi tra Conte e Macron, alleanze rotte e ricomposte, battute per stemperare la tensione e un’incessante propaganda – non senza qualche gaffe – da parte della delegazione italiana impegnata a mascherare la “scatola vuota”, un accordo che tradisce gli annunci del primo mese di vita del governo gialloverde, ma che per sfuggire alla ruspa di Matteo Salvini (“E’ finita la pacchia per i clandestini…”) deve essere venduto come una grande vittoria del nostro premier.

In concreto il documento finale firmato dai Capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi presenti al Summit dà mandato Commissione Ue di esplorare la possibilità di creare “piattaforme” Onu in Africa dove sbarcare i migranti (come chiesto da Austria, Italia e dai quattro Paesi dell’Est europeo xenofobi, che il “dominus” della Lega considera alleati strategici) anche se non si parla di Libia, come chiesto da Roma, e non si indica dove saranno installate (Tunisia ? Egitto ?) aprendo a un negoziato ancora tutto da costruire dopo i primi “No”, con un’offerta generosa di denaro ( mezzo miliardo di euro) come quella accettata dalla Turchia. C’è anche l’impegno a rinforzare la Guardia costiera libica. A parole c’’è uno “sforzo condiviso” tra Nazioni Ue a prendersi carico dei migranti, che però verranno trasferiti in “centri controllati” negli Stati che volontariamente si offriranno di costruirli. Conte afferma “non siamo obbligati ad aprirli, valuteremo”, ma è un mezzo bluff. L’Italia è costretta ad allestirli venendo meno al “no” solenne che aveva prospettato. Il perché è presto detto: avrà accesso alla redistribuzione tra partner dei richiedenti asilo solo chi ospiterà nel proprio Paese questi nuovi mega hotspot (centri di accoglienza e identificazione dei migranti). E ancora, l’Italia dovrà continuare a identificare i migranti e potrà inviare i rifugiati solo ai partner che lo accetteranno “su base volontaria”. Gli altri, come oggi, dovranno essere ospitati fino al rimpatrio.

La Merkel ha ottenuto la negoziazione degli accordi sui movimenti secondari, l’obbligo di riprendere i migranti registrati sul nostro territorio ma lasciati fuggire in Germania. Passaggio che ha permesso alla Cancelliera di evitare a Berlino la crisi di governo targata Horst Seehofer, il ministro dell’interno della bavarese Csu. L’Italia in cambio ha ottenuto il vago principio che parla di “un nuovo approccio sui salvataggi in mare basati su azioni condivise dei partner Ue”. Ma, affermato il principio, è quanto meno assurdo pensare di affrontare un dramma di questa portata con un’intesa tra volonterosi. Questo basta per dire che tutto rimane come prima e che nel Mediterraneo il caos regnerà sovrano, soprattutto non diminuiranno le stragi dei barconi finchè non sarà rivisto seriamente il Trattato di Dublino e l’Europa variopinta come Arlecchino non si farà pienamente carico del pattugliamento navale, quando mai impegnativo e gravoso, con l’esternalizzazione dei confini. E’ illusorio (e se consentite anche immorale) pensare di poterlo affrontare puntando sulla Guardia costiera libica, nonostante l’esplicita condanna e le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu a uno dei suoi “vertici”, accusato di pilotare il traffico di esseri umani denunciato più volte anche da Papa Francesco: <Ho visto delle fotografie delle carceri dei trafficanti. Sono terribili. I trafficanti si avvicinano ai barconi, separano le donne dagli uomini. Donne e bambini vanno Dio sa dove. Si vedevano queste cose nei lager della seconda guerra mondiale. Mutilazioni, torture e poi li buttano nelle fosse comuni! I governi si preoccupino che i migranti salvati in mare non tornino e non cadano nelle mani di questa gente>.

Questo è uno dei lati più oscuri dell’”Emergenza profughi”. Bergoglio (parlando all’Europa ma anche all’America che vive un grave fenomeno migratorio interno !) esorta ad affrontarla nella sua globalità e complessità. Accogliendo ed integrando ogni Paese “quanti ne può” (“Italia e Grecia sono state generosissime…”) tra chi disperatamente fugge dalle guerre o dalle dittature. Ma aiutando pure chi ha il problema della fame, perché ben che vada è costretto a vivere con un reddito undici volte inferiore a quello medio di un europeo: < Si può risolvere – dice il Papa – E tanti governi europei stanno pensando a un piano d’emergenza per investire intelligentemente in questi Paesi, per dare lavoro ed educazione. Una cosa molto brutta che c’è nell’inconscio collettivo è che l’Africa va sfruttata. Questa è l’idea: sono africani, terra di schiavi. E questo deve cambiare. Perché il popolo africano ha tante ricchezze culturali e una intelligenza grande e con una buona educazione può andare oltre… Questa sarà la strada a medio termine. Ma in questo momento devono mettersi d’accordo i governi, come andare avanti con questa emergenza>. Peccato che al Summit di Bruxelles l’appello di Francesco sia rimasto in gran parte inascoltato.

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Antonio Lovascio

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