Attenzione internazionale per l’ambiente

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downloaddi Giovanni Campanella • A metà luglio del 2019, la casa editrice Edizioni Francescane Italiane ha pubblicato un libro intitolato Il sogno (folle) di Francesco – Piccolo manuale (scientifico) di ecologia integrale e scritto da Luca Fiorani.
Fiorani è un fisico e insegna alle università Lumsa, Marconi e Roma Tre. È membro del comitato direttivo del Movimento cattolico mondiale per il clima. Autore di numerosi articoli, brevetti e testi, svolge un’intensa attività di divulgazione scientifica. Nel libro summenzionato, riprende alcuni concetti chiave dell’enciclica Laudato Si’ collegandoli ai recenti risultati della negoziazione internazionale sui cambiamenti climatici e ai dati scientifici più aggiornati.

Il tema del clima è tornato prepotentemente alla ribalta molto recentemente, quando venerdì 27 settembre 2019 milioni di ragazzi hanno manifestato in numerose piazze italiane. Il ministro dell’istruzione ha ritenuto giustificati tutti questi studenti assenti da scuola. A prescindere dall’opportunità o meno di tale giustificazione, è indubbiamente positiva la maggiore sensibilità riguardo al tema.

Innegabile conseguenza della legge suprema dell’amore per gli altri è la cura per l’ambiente in cui viviamo. È l’ambiente in cui non solo viviamo noi ma anche gli altri che dobbiamo amare. Fiorani ci ricorda che tutto è strettamente interconnesso: «chi di noi, guardando i pomodori che ha fatto crescere con tanta cura nell’orto, immagina che possano comunicare tra loro grazie a funghi sotterranei? E che la pianta riceva dal fungo acqua e sali, ricambiando con carboidrati?» (p. 25).

Non che i politici siano da biasimare in toto. La comunità internazionale ha conseguito anche dei successi nell’ambito in questione. Ne è un esempio la vicenda del buco dell’ozono. Sembra infatti che nell’ultimo decennio lo “squarcio” abbia seguito un trend di diminuzione e sembra che ciò sia direttamente correlabile al Protocollo di Montreal del 16 settembre 1987 che contribuì a ridurre drasticamente i clorofluorocarburi. Kofi Annan lo considerò addirittura l’accordo tra nazioni che ha avuto più successo. Quindi i politici non sono sempre caratterizzati da fredda insensibilità nei confronti dei temi ambientali.

A volte sembra che sull’argomento si scontrino due visioni del mondo opposte. Una considera tutto al servizio di un’utilità immediata e tangibile per l’uomo. Un’altra considera l’uomo un intruso, un prevaricatore che in pochi secoli ha crudelmente assoggettato e danneggiato i numerosissimi altri esseri viventi che in migliaia di anni hanno popolato il pianeta. Per superare le estremizzazioni di antropocentrismo e fisiocentrismo, Fiorani ritiene che sia possibile proporre:

«un antropocentrismo cristico o oblativo in cui la persona – modellandosi su Cristo – vive il dono-di-sé con i suoi simili, trascinando la natura verso Dio, o, addirittura, un comuniocentrismo, in cui si pone al centro il rapporto stesso tra persona e natura. In questo modo, la persona assume una funzione sacerdotale e la natura una funzione eucaristica» (p. 33).

Successivamente cita due passi molto suggestivi sul tema. Il primo è di Teilhard de Chardin:20190213160758_3per2

«dato che la nostra umanità assimila il mondo materiale e l’Ostia assimila la nostra umanità, la trasformazione eucaristica travalica e completa la transustanziazione del pane sull’altare» e «via via, invade irresistibilmente l’Universo» (L’ambiente divino, Queriniana, Brescia, 1994 come citato a p. 34). Il secondo è di Chiara Lubich: «la terra ci mangia come noi mangiamo l’Eucaristia: non quindi per trasformare noi in terra ma la terra in “cieli nuovi e terre nuove”» (Scritti Spirituali/4, Città Nuova, Roma, 1981 come citato a p. 34).

Non sembrerebbe un caso che la lettera enciclica Laudato Sì (24 maggio 2015) preceda di pochi mesi lo storico Accordo sul Clima di Parigi (13 dicembre 2015), ideato da delegati di 196 paesi e volto a sostenere tecnologie pulite e limitare emissioni nocive e l’aumento della temperatura superficiale del pianeta. L’accordo è stato poi firmato da 175 paesi nel Palazzo di Vetro di New York il 22 aprile 2016. Purtroppo, nel 2017, gli Stati Uniti si sono sfilati dall’accordo. Tuttavia, la negoziazione non si è fermata e in un incontro a Bonn nel novembre 2017 sono stati fatti passi avanti nell’elaborazione di regole attuative. Nonostante l’opposizione di Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait, tali regole sono state completate a Katowice nel dicembre 2018 e si è stabilito di farle entrare in vigore nel 2020.

Naturalmente, sul piano concreto, c’è ancora tantissimo da fare. Molti dati sull’inquinamento sono ancora pericolosamente in crescita. Fare troppo i drammatici però non aiuta. Si può indubbiamente affermare che in questi ultimi tempi il menefreghismo riguardo al nostro tema è grandemente diminuito. È aumentata invece l’attenzione, un po’ grazie a Greta Thunberg, un po’ grazie a papa Francesco e un po’ grazie a politici illuminati che sono meno evidenziati dai riflettori dei media. In fin dei conti, la tanto bistrattata classe dirigente, contro cui si scagliano frotte di studenti, non è proprio tutta da buttare.

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Giovanni Campanella

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