La pace dovrebbe iniziare con un sorriso. Ma spese mondiali in armamenti sono salite al livello record di 2.440 miliardi di dollari

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di Carlo Parenti · Già da tempo (2022) Francesco aveva parlato della “terza guerra mondiale a pezzetti”. Oggi per il papa essa “si sta trasformando in un conflitto mondiale” (si veda il discorso ai Membri del Corpo Diplomatico presso la santa Sede (8 gennaio 2024, QUI )

Sul punto è lucido il richiamo storico di Massimo Cacciari (corriere.it -1° maggio ’24): Voltiamo pagina al più presto perché stiamo vivendo una guerra mondiale a pezzi e prima o poi questi pezzi si uniranno. Siamo esattamente nella situazione in cui eravamo tra il 1910 e il 1914: Sarajevo è dietro ogni angolo»

Sempre il Papa richiama continuamente “lo scandalo delle spese per le armi” e che lo “spendere in armi sporca l’anima, sporca il cuore, sporca l’umanità”. “La guerra è sempre una sconfitta – diceva nel novembre scorso – soltanto guadagnano i fabbricatori di armi”. Aggiunge: “Questo è la guerra: viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Ma per dire “no” alla guerra bisogna dire “no” alle armi. Perché, se l’uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte tra le mani, prima o poi li userà”. (vedi in questa rivista QUI  )

Purtroppo il commercio di armamenti è fiorente e ciò non soddisfa alcuni -come la Polonia e alcuni ‘generaloni’ – che ritengono che la spesa sul PIL dei paesi occidentali debba raggiungere ben il 4% e che le popolazioni dovranno farsene una ragione. Comunque, nel corso del Summit del 2014 gli Stati membri della Nato avevano assunto l’impegno di incrementare le proprie spese per la difesa fino al raggiungimento dell’obiettivo del 2% rispetto al Pil.  Secondo le stime della stessa Nato hanno raggiunto questa soglia sono soltanto undici paesi (su 31).  In Italia il rapporto tra spese militari e Pil nel 2023 è pari all’1,46% del Pil. Dovremo adeguarci entro il 2028.

Aggiungo che aumenti di spesa non vengono invocati per la sanità! Anzi si taglia. In Italia sono circa 6 milioni i poveri assoluti e ben 4,5 milioni di cittadini devono così rinunciare alle cure ( Vedi Rapporto Istat 2023 sul Benessere Equo e sostenibile. QUI  presentato in aprile ’24)

Secondo l’ultimo rapporto appena reso pubblico ( 22 aprile 2024) della Stockholm International Peace Research Institute (Sipri : www.sipri.org ) le spese mondiali in armamenti sono salite  al livello record di 2.440 miliardi di dollari. I ricercatori che hanno condotto l’indagine rilevano che per la prima volta i dati sono in crescita contemporaneamente in tutti e cinque i continenti.

L’aumento del 6,8% nel 2023 è stato l’aumento su base annua più marcato dal 2009 e ha spinto la spesa globale al livello più alto mai registrato dal SIPRI. L’onere militare mondiale – definito come spesa militare come percentuale del prodotto interno lordo (PIL) globale – è aumentato al 2,3% nel 2023. La spesa militare media come quota della spesa pubblica è aumentata di 0,4 punti percentuali al 6,9% nel 2023 e La spesa militare mondiale pro capite è stata la più alta dal 1990, pari a 306 dollari.

L’innalzamento delle spese al 6,8% tra il 2022 e il 2023 , ripeto, è il più consistente dal  2009. Stati Uniti (37%) e Cina (12%), che sono quelli che hanno speso di più – con circa la metà della spesa militare globale, ma con i cinesi che in valori assoluti spendono molto meno degli americani- hanno accresciuto gli investimenti in armamenti rispettivamente del 2,3% e del 6%. Gli Usa hanno inoltre speso il 9,4% in più in “ricerca, sviluppo, test e valutazione”.

Gli Stati Uniti rimangono il principale finanziatore della NATO, ma i membri europei aumentano la quota.

Nel 2023 i 31 membri della NATO rappresentavano 1.341 miliardi di dollari, pari al 55% della spesa militare mondiale. La spesa militare degli Stati Uniti è aumentata del 2,3% per raggiungere i 916 miliardi di dollari nel 2023, pari al 68% della spesa militare totale della NATO. Nel 2023 la maggior parte dei membri europei della NATO ha aumentato le proprie spese militari. La loro quota complessiva sul totale NATO è stata del 28%, la più alta in un decennio. Il restante 4% proveniva dal Canada e dalla Turchia .

L’aumento delle spese militari della Cina fa aumentare la spesa dei paesi vicini

La Cina , il secondo paese al mondo per spesa militare, ha stanziato circa 296 miliardi di dollari per le forze armate nel 2023, con un aumento del 6,0% rispetto al 2022. Si è trattato del 29esimo aumento consecutivo anno su anno delle spese militari cinesi. La Cina rappresentava la metà della spesa militare totale nella regione dell’Asia e dell’Oceania. Molti dei vicini della Cina hanno collegato i propri aumenti di spesa all’aumento delle spese militari della Cina.

Così il Giappone ha stanziato 50,2 miliardi di dollari per le sue forze armate nel 2023, ovvero l’11% in più rispetto al 2022. Anche la spesa militare di Taiwan è cresciuta dell’11% nel 2023, raggiungendo 16,6 miliardi di dollari.

La guerra e le tensioni in Medio Oriente alimentano il maggiore aumento di spesa degli ultimi dieci anni

La spesa militare stimata in Medio Oriente è aumentata del 9,0% raggiungendo i 200 miliardi di dollari nel 2023. Si tratta del tasso di crescita annuale più alto registrato nella regione negli ultimi dieci anni.

Chi fosse interessato al rapporto completo, con le classifiche per singola nazione e area geografica, può trovarlo QUI 

Concludo con un suggerimento: “Se non abbiamo pace, è perché abbiamo dimenticato che apparteniamo gli uni agli altri – dice Madre Teresa di Calcutta – La pace inizia con un sorriso. Sorridi cinque volte al giorno a una persona a cui non vuoi sorridere: fallo per amore della pace”.

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