La visita di papa Francesco sui luoghi di san Pio da Pietrelcina

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papa a san Pio.1di Francesco Vermigli • La visita che il papa ha fatto sui luoghi della vita di padre Pio lo scorso 17 marzo, è come l’anello di una lunga catena che lega la nostra penisola e – passando attraverso Bozzolo e Barbiana – giunge a Pietrelcina e sul duro sasso del Gargano, per risalire a maggio a Loppiano. Una catena – questa creata dai viaggi di papa Francesco – i cui anelli sono i santi e le figure della storia recente della Chiesa che è in Italia (Mazzolari e Milani, san Pio e Chiara Lubich); una catena che inanella luoghi distanti tra loro, la cui distanza non si misura solo geograficamente.

Il viaggio si è svolto nel cinquantesimo anniversario della morte di san Pio e nel centenario dell’apparizione delle stigmate permanenti sulle sue mani. Il papa è prima atterrato non lontano da Pietrelcina, paese che dette i natali a Francesco Forgione; per spostarsi quindi sul versante adriatico, a San Giovanni Rotondo, nel luogo in cui il santo cappuccino visse e in cui esercitò il proprio ministero. Questa visita ha anche significato per il pontefice toccare il Meridione profondo; quel Sud che negli anni di padre Pio ha conosciuto mille e mille migrazioni, il Sud delle speranze e delle illusioni, degli inganni e delle falsità, il Sud della devozione radicata e della fede popolare. In entrambi i luoghi segnati dalla storia di san Pio il papa si è rivolto ai presenti: lo ha fatto nel discorso tenuto nel piazzale di Piana Romana presso Pietrelcina e nell’omelia durante la celebrazione eucaristica sul sagrato della chiesa dedicata allo stesso frate cappuccino. In brevi righe, vorremmo raccogliere con un solo sguardo i punti salienti di questi due discorsi.

Sono quattro gli snodi prevalenti che si prendono da entrambi; per quanto essi sembrino avere uno spessore diverso, non fosse altro per l’insistenza differente con cui il papa li ha esposti. Un primo punto sul quale si ferma il pensiero di Francesco, è il significato che ha avuto la preghiera nella biografia di san Pio: nelle parole del papa la preghiera del cappuccino viene ora presentata come strumento imprescindibile di chiarificazione spirituale e occasione di affidamento (nel discorso a Piana Romana), ora descritta come ringraziamento e lode, gesto d’amore e intercessione (nell’omelia della messa celebrata a San Giovanni Rotondo); punto, quest’ultimo, che pare ben confacente al profilo della preghiera di padre Pio.

Condotto dal Vangelo proclamato nella messa celebrata a San Giovanni Rotondo (cap. 11 del Vangelo secondo Matteo), il papa ha quindi rivolto la propria attenzione al tema della “piccolezza”, destinataria privilegiata della rivelazione del Padre, secondo l’insegnamento che si prende in particolare da Mt 11,25. Qui il pensiero del papa non poteva che andare alla visita compiuta poche decine di minuti prima alla Casa Sollievo della Sofferenza, struttura sanitaria legata a doppio filo con la vita del santo cappuccino. La visita è divenuta l’occasione per parole forti, che appaiono frequenti sulla bocca del papa fin dall’inizio del suo pontificato; quelle parole che vanno nel senso della denuncia dell’imperante “cultura dello scarto”: «Chi si prende cura dei piccoli sta dalla parte di Dio e vince la cultura dello scarto, che, al contrario, predilige i potenti e reputa inutili i poveri. Chi preferisce i piccoli proclama una profezia di vita contro i profeti di morte di ogni tempo, anche di oggi, che scartano la gente, scartano i bambini, gli anziani, perché non servono» (dall’omelia della messa).

Nelle parole del papa, l’accoglienza di Gesù per tutti coloro che sono afflitti, oppressi, affaticati (cfr. Mt 11,28) passa in maniera naturale dall’ambito della cura amorevole per le sofferenze fisiche e le malattie alla cura per le sofferenze morali e spirituali, alle quali padre Pio in maniera instancabile ha offerto la medicina dell’assoluzione sacramentale. È un punto, quest’ultimo, che intercetta infatti in maniera singolare la biografia di padre Pio, il cui corpo è stato significativamente traslato a Roma proprio in occasione del Giubileo dedicato alla Misericordia.

C’è infine un altro e ulteriore punto di cui è possibile misurare la coerenza con il profilo del santo di Pietrelcina, quarto e ultimo degli snodi su cui preferibilmente si è avvolto il pensiero di Francesco tanto nel discorso di Piana Romana, quanto nell’omelia di San Giovanni Rotondo: il tema della comunione con la Chiesa e della fedeltà ad essa. Sono ben note le vicende dolorose che interessarono il santo frate nel suo rapporto con la Chiesa: il riconoscimento che papa Francesco ha fatto mediante la sua visita, non è certo il primo che gli sia stato tributato nel corso degli ultimi decenni; basti evidentemente pensare alla beatificazione prima e alla canonizzazione poi. Pare però che la presentazione in padre Pio di un modello di obbedienza alla Chiesa e di amore per essa – tanto quanto di un esempio di instancabile ministro della confessione – sia sintonica con l’orizzonte generale del pontificato stesso di papa Francesco.

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Francesco Vermigli

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