Ancora una volta i giovani di tutto il mondo intorno al Papa

531 500 Stefano Liccioli
  • 0

1470117609864-2073028165di Stefano Liccioli • “So quanta è cara a tutti voi la croce delle GMG – dono di San Giovanni Paolo II – che fin dal 1984 accompagna tutti i vostri incontri mondiali […]. Forse vi siete posti la domanda: da dove viene questa forza straordinaria della croce? La croce è il segno più eloquente della Misericordia di Dio. Essa ci attesta che la misura dell’amore di Dio nei confronti dell’umanità è amare senza misura”. Sono parole tratte dal messaggio di Papa Francesco per la XXXI Giornata Mondiale della Gioventù che si sta celebrando in questi giorni. E’ la prima Gmg europea di Papa Francesco e si svolge a Cracovia, città di cui San Giovanni Paolo II fu arcivescovo ed in cui visse Santa Faustina Kowalska, “umile apostola della Divina Misericordia”. Questo evento s’inserisce poi proprio nel Giubileo straordinario della Divina Misericordia, voluto dal Pontefice che sempre nel messaggio scrive:”Credo che la Divina Provvidenza ci abbia guidato a celebrare il Giubileo dei giovani, proprio lì (Cracovia). Prima di entrare nel merito di questa Gmg, credo che possa essere interessante riflettere sul valore di queste iniziative per la vita spirituale di tanti giovani. Morto Giovanni Paolo II c’era chi pensava che le Gmg non rientrassero più nei progetti pastorali dei futuri pontefici. In realtà non è stato così, sia per la volontà di Benedetto XVI che di Papa Francesco di continuare questi appuntamenti con i giovani sia perché le Gmg durante gli anni avevano messo radici nei piani pastorali delle diverse diocesi del mondo. C’è chi pensa che una Giornata Mondiale della Gioventù sia spesso solo una bella parentesi nella vita di ragazzi e ragazze, incapace però di cambiare la vita spirituale delle persone. A dar conferma di ciò si sente domandare, in maniera un po’ provocatoria:”Dove sono i tanti giovani delle Gmg alle messe domenicali durante tutto l’anno?”. Quelli che possono essere i limiti, tali o presunti, di certe esperienze, non possono però far dimenticare i tanti frutti che esse hanno portato e che lo stesso Papa Francesco riconosce: conversioni, cambiamenti importanti nella vita dei giovani. Spesso si sente dire che il problema più importante della Gmg è che nelle diocesi non si riesce a dar seguito, con delle proposte specifiche, ai momenti di Grazia vissuti durante quei giorni. Se questo rappresenta una difficoltà, dobbiamo però riconoscere che la Gmg ha anche la sua forza ed il suo significato, in sè, grazie ai momenti che la scandiscono: le catechesi, le feste, i momenti con il Papa, le preghiere, il senso di appartenenza ad una Chiesa che è Cattolica (e dunque universale), il clima di fraternità che si respira in particolar modo in quei giorni tra i giovani che affollano le città.
Per quanto riguarda il post-Gmg, al di là di proposte o progetti pastorali, è importante non perdere i contatti con i giovani che si sono avvicinati alla Chiesa attraverso queste esperienze. Non perdere i contatti significa provare a seguire questi ragazzi, accompagnandoli in un percorso di crescita nella fede. Un compito, questo, che non può essere delegato solo a sacerdoti o religiosi, ma deve vedere impegnati anche educatori laici. Venendo alla Gmg di Cracovia credo che il tema che è stato scelto «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7) sia molto appropriato per due motivi principali. Il primo perché, innanzitutto, presenta Dio come Misericordia, come un Padre che si prende cura dei propri figli, s’interessa di loro. E’ questa un’immagine del Signore che spesso i giovani non hanno presente, guardando a Dio più come a un giudice che come ad un Padre misericordioso. L’ altro aspetto significativo è l’invito rivolto ai giovani ad essere seminatori di misericordia, a vivere nel concreto l’amore per il prossimo, rifuggendo un facile buonismo:”Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera, nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio, e da tanta disperazione”. Speriamo davvero che gli auspici del Papa possano essere messi in pratica dai giovani per una vita bella e vissuta in pienezza.

image_pdfimage_print
Author

Stefano Liccioli

Tutte le storie di: Stefano Liccioli