Joe Biden è il quarantaseiesimo Presidente degli Stati Uniti d’America.

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di Giovanni Pallanti · Il presidente uscente Donald Trump dopo avere messo a dura prova la democrazia americana negando la vittoria di Biden alle elezioni del 3 novembre 2020, ha dovuto ammettere che lui non è più, dal 20 gennaio 2021, il Presidente degli Usa.
Trump ha dimostrato tutta l’arroganza e la sua malafede nel negare ogni evidenza disconoscendo i risultati elettorali e facendo pressioni inverosimili sui singoli Stati perché non dichiarassero il vero conteggio dei voti e, quindi, la vittoria di Biden. Joe Biden è il secondo presidente cattolico degli Stati uniti dal 1776 . Il primo è stato John F. Kennedy eletto nel 1960 . Secondo un sondaggio Gallup il 50% dei cattolici americani ha votato per Trump . Il 49% per Biden questo è un dato su cui è necessario riflettere: i cattolici americani ogni volta che c’è un candidato cattolico lo valutano con una lente di ingrandimento per evidenziare più le negligenze private che le virtù pubbliche. Fino all’elezione di Kennedy i cattolici erano praticamente interdetti dalla gara presidenziale perché ritenuti poco affidabili in quanto facenti parte di una Chiesa che aveva il suo capo spirituale nel Vescovo di Roma. Per molti americani un cattolico presidente era un rischio per l’autonomia e indipendenza degli Stati Uniti. Dopo J.F.Kennedy le cose sono gradualmente cambiate e molti cattolici sono diventati figure di primo piano della politica statunitense. Ci sono stati personaggi come Fiorello La Guardia, sindaco di New York, prima della seconda guerra mondiale e poi sempre di New York Rudolph Giuliani, e poi il governatore dello Stato di New York Mario Cuomo e il figlio Andrew Cuomo già sposato e poi diviso da una figlia di Robert Kennedy. Un altro candidato alla Presidenza degli Stati Uniti John Kerry fu battuto da George W. Bush: i cattolici americani furono in gran parte contrari a Kerry come lo sono stati, anche se in modo minore, con Joe Biden.

Questo avviene perché molti cattolici statunitensi sono di origine sud americana e per questa ragione sono chiamati “latinos”. Questi cattolici una volta diventati negli ultimi decenni cittadini americani hanno guardato con sospetto Kerry e Biden perché favorevoli ad una corretta attenzione per i flussi migratori provenienti dai paesi sud americani. Come spesso avviene, infatti, chi esce dalla miseria e dal sottosviluppo non vuole, paradossalmente, che altri simili raggiungano uno status di relativo benessere.

Anzi essi diventano come concorrenti sul piano sociale in una società complessa come quella del nord America. Anche per questa ragione i candidati cattolici alla Presidenza degli Stati Uniti sono ammirevoli perché per non votarli, in tempi recenti, vanno a cercare nel loro comportamento politico ( e privato) le ragioni per non votarli e quindi si espongono a dure critiche anche se questo rischio lo corrono meno, come successo prima delle elezioni di Kennedy, quando concorrono a incarichi di minor rilievo.. Questa volta anche se in piccola percentuale la maggioranza dei cattolici ha votato per Donald Trump che aveva come punto fondamentale della sua azione di governo la costruzione di un muro per dividere gli Stati uniti dal Messico. Tutto questo stupisce ma non meraviglia. Biden è accusato di non mettere in discussione l’aborto che è stata considerato legale dalla Corte Suprema degli Stati Uniti come se fosse necessario e fondamentale che un cattolico si dovesse mettere contro il volere della maggioranza di un popolo e delle sue leggi. Con questa logica nessun cattolico potrebbe diventare, numeri alla mano, Presidente degli Stati Uniti e molti cristiani che governano gran parte dei paesi europei potrebbe esercitare le loro funzioni . Questa logica condurrebbe, chiunque fosse cattolico, a rinchiudersi in una visione settaria chiusa ad ogni dialogo con il resto dell’Umanità. In questo modo verrebbe meno il principio, sancito da Gesù Cristo, come si legge nei Vangeli , di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. In altre parole un cattolico deve adoperarsi per il bene comune cercando con il suo esempio personale di convincere gli altri esseri umani alla buona vita senza per questo rinunciare a dare il suo contributo per la costruzione di un mondo migliore.Tutti sono chiamati a edificare una società più giusta e più equa e non a rifugiarsi nel proprio Ego facendo venir meno la propria testimonianza nel mondo dove la stragrande maggioranza non crede e non pensa nella stessa maniera dei cristiani.

La vittoria di Joe Biden e la chiamata di John Kerry nel Governo degli Stati Uniti da parte del quarantaseiesimo Presidente è una cosa buona e giusta. I vescovi americani prendendo atto, dopo la telefonata di congratulazioni di Papa Francesco a Biden, dell’elezione di un Presidente cattolico hanno manifestato con il Presidente della Conferenza Episcopale degli Usa, Mons. Gomez , Arcivescovo di Los Angeles, un compiacimento con riserva per l’elezione di Biden. Un’ulteriore prova delle difficoltà della Chiesa cattolica americana di valutare storicamente l’importanza delle ultime elezioni presidenziali che hanno cacciato dalla Casa Bianca un Presidente come Donald Trump che era pericoloso per la democrazia americana e per la pace nel mondo.

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Giovanni Pallanti

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