Liliana e Papa Francesco, una diga contro l’antisemitismo

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di Antonio Lovascio · La memoria per garantire il futuro. L’antisemitismo è una ferita ancora sanguinante. «Siete idealmente i miei nipoti. Sono stata clandestina, so com’è essere respinti»: così nel suo ultimo discorso pubblico, dopo 30 anni di “lezioni” nelle scuole, Liliana Segre ha esortato i giovani a non dimenticare, affidando loro la testimonianza della Shoah, in un silenzio pieno di emozioni. Un passaggio di consegne quanto mai significativo, quello avvenuto il 16 ottobre alla Cittadella di pace di Rondine (Arezzo) tra la senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz e gli studenti. Partendo dagli educatori e dalle nuove generazioni, c’è però bisogno di estendere a tutta la società il richiamo al delicato problema dell’Olocausto e ad una maggiore attenzione alla pericolosa perdita della conoscenza della nostra storia più recente. A conferma di questa necessità i risultati dell’indagine contenuta nel Rapporto Italia 2020 di Eurispes. Che ha registrato ed analizzato la diffusione e le caratteristiche degli atteggiamenti di pregiudizio e sospetto ancora oggi purtroppo associati al popolo ebraico.

Gli italiani che pensano che l’Olocausto non sia mai avvenuto o sia una sorta di “leggenda” sono aumentati di sette volte in 15 anni. Secondo la maggioranza dei nostro connazionali gli episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%). Al tempo stesso, il 60,6% ritiene che questi episodi siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo. Al campione dell’Eurispes è stato chiesto quali affermazioni esprimono al meglio l’anima politica della maggioranza degli italiani. Trova un “discreto consenso” l’affermazione secondo cui “molti pensano che Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%). Oltre un italiano su quattro (26,2%) però non condivide nessuna delle opinioni proposte.

Questo “affresco” conferma dunque quanto cammino e quanto lavoro ci sia ancora da fare per la costruzione di una memoria collettiva salda sulla tragedia immane della Shoah operata da nazismo e fascismo.

Papa Francesco ne è consapevole e per questo non si stanca, appena gli si presenta l’occasione, di invitare cristiani ed ebrei a seminare pace, a coltivare insieme il terreno della fraternità soprattutto di fronte alle “barbare recrudescenze di antisemitismo”, a combattere ogni manifestazione di razzismo e odio delle minoranze, a reintegrare chi è emarginato, a sostenere chi è scartato. Perchè accomunati dal desiderio “di rendere il mondo un luogo migliore nel rispetto della dignità umana, una dignità che spetta a ciascuno in ugual misura indipendentemente dall’origine, dalla religione e dallo status sociale. È tanto importante educare alla tolleranza e alla comprensione reciproca, alla libertà di religione e alla promozione della pace sociale”. A preoccupare il Papa è l’indifferenza egoista per cui “interessa solo quello che fa comodo a se stessi”, quando le cose vanno male si scatena la rabbia, la cattiveria, si offre il fianco “ai particolarismi e ai populismi”: terreni sui quali cresce rapidamente l’odio. Parole condivise da Liliana Segre, che le ha fatte sue e scandite più volte a Rondine, affinchè “ nulla vada dimenticato dei fatti orribili e indicibili che sono accaduti ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio”. Parole scolpite anche nel bel volume “Ho scelto la vita. Rifiutai la vendetta e così diventai donna di pace”, distribuito nei giorni scorsi gratuitamente con il “Corriere della Sera”. Facciamone tutti tesoro.

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Antonio Lovascio

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