Il profeta Adamo nel Concilio di Trento con nozze umane e divine

220 165 Carlo Nardi
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concilio-trentodi Carlo Nardi • Adamo profeta? Non è tra i profeti dell’Antico testamento. Lo è però per gli antichi scrittori cristiani, perché, secondo loro, tutta l’Antica alleanza, in fatti e parole, è in funzione della Nuova. A maggior ragione è che Adamo sia in vista di Cristo, l’Adamo nuovo e definitivo, l’uomo assoluto. Già san Paolo, specialmente nella Lettera agli Efesini (5,25.32), insegnava in tal senso. Dopo di lui e in ascolto di lui ecco Tertulliano, Clemente di Alessandria, Metodio di Olimpo, Ilario, la patristica insomma (il mio L’eros nei Padri della Chiesa …, Montespertoli 2000), ma anche la scolastica e la sensibilità teologica recente di cose umane e divine. E tale sensibilità in merito piaceva anche Ernst Bloch (Il principio speranza …, Milano 2005, pp. 336-338).

Anche il Concilio di Trento, parlando del matrimonio con essenziale dottrina – tante cose con poche parole -, illustrava Adamo come fosse profeta di Cristo. Lo fu quando, nel sonnacchioso risveglio, si trovò con stupore davanti a una donna, bell’è fatta, Eva la donna. Eva la bella. Era tenera come la Venere del Botticelli o tutta darwinianamente pelosa? A lui, Adamo, non sarebbe importato. Con lei e lui c’era lei e gli bastava.

E disse: «Questa sì che è osso dalle mie ossa e carne dalla mia carne […], perciò l’uomo si unirà alla sua donna» (Gen 2,23.24) – una «carne sola» (Gen 2,24) di loro due «nudi senza provare vergogna» (Gen 2,25) -, era profeta di Cristo e della Chiesa «che nel suo sangue Cristo fece sposa», per dirla con Dante (Paradiso xxxi,3). Sicché in riferimento a Cristo e alla Chiesa è ogni lui e ogni lei, come Adamo ed Eva, i progenitori.

E lo sono appieno per il battesimo in virtù dello stesso Gesù. Lo insegna appunto il Concilio tridentino: il padre Adamo è profeta «per ispirazione dello Spirito Santo» e con le sue parole «annunciò un legame perpetuo e indissolubile» dei coniugi; e «Cristo con la sua passione ha per noi provveduto alla grazia atta a perfezionare quell’amore inscritto nella natura» umana, «e a rafforzarne l’unità indissolubile e santificare i coniugi» in un «matrimonio che nella legge» nuova «del Vangelo supera le unioni» dell’Antico Testamento e dei tempi pagani «per la grazia» donata «per mezzo di Cristo» (Sessione XXIV: 11 novembre 1563: Denzinger 1797-1800).

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