Per un patto educativo globale

750 500 Alessandro Clemenzia
  • 0

cq5dam.web.800.800 (1)di Alessandro Clemenzia • L’educazione è un processo tipicamente umano, da cui nessuna cultura può sentirsi esente, e che necessita di un metodo attuativo sempre rinnovato, inverato tanto dall’educatore quanto dalla reale condizione di colui a cui egli si rivolge. L’emergenza educativa è un tema di grande attualità che investe non soltanto il mondo giovanile, ma anche gli adulti, coloro che vivono in quello stadio esistenziale denominato “maturità”.

È capace il cristiano, proprio alla luce della sua esperienza ecclesiale, di offrire un proprio peculiare metodo educativo, rivolto alla persona nella sua globalità e a prescindere da una determinata interlocuzione generazionale?

Il Papa, nel discorso rivolto ai partecipanti all’assemblea plenaria della Congregazione per l’Educazione Cattolica (20 febbraio 2020), ha offerto alcuni spunti interessanti proprio per coloro che si muovono nell’ambito educativo.

Francesco ha da subito sottolineato la dinamicità del processo educativo: esso, infatti, non è una mera trasmissione di contenuti, ma «è una realtà dinamica, è un movimento che porta alla luce le persone», orientato al loro pieno sviluppo in senso individuale e sociale. A partire da questa consapevolezza egli si è soffermato su alcuni tratti caratteristici dell’educazione cristianamente intesa.

La prima proprietà riguarda l’essere un movimento ecologico che, avendo al centro la persona nella sua integralità, «ha lo scopo di portarla alla conoscenza di se stessa, della casa comune in cui è posta a vivere e soprattutto alla scoperta della fraternità come relazione che produce la composizione multiculturale dell’umanità, fonte di reciproco arricchimento». Riprendendo quanto aveva precedentemente scritto nella Laudato si’, l’attenzione ecologica viene colta soprattutto nella sua accezione relazionale.

La seconda proprietà dell’educazione è l’essere un movimento inclusivo, capace cioè di accoglienza verso tutti gli esclusi, per arginare quella sempre più avanzata cultura dello scarto, e ciò «si concretizza nelle azioni educative a favore dei rifugiati, delle vittime della tratta degli esseri umani, dei migranti, senza alcuna distinzione di sesso, di religione o etnia». Pur essendo un tema di grande attualità politica, spiega il Papa, tale inclusività trova il suo fondamento nel DNA del cristianesimo: «L’inclusione non è un’invenzione moderna, ma è parte integrante del messaggio salvifico cristiano».download (1)

Una terza proprietà riguarda il suo essere un movimento pacificatore, capace cioè di generare e portare pace, contro ogni divulgata forma di “egolatria”, che produce fratture «tra le generazioni, tra i popoli, tra le culture, tra le popolazioni ricche e quelle povere, tra maschile e femminile, tra economia ed etica, tra umanità e ambiente»; fratture che, secondo Francesco, nascono dalla paura della diversità e della differenza.

Un’ultima proprietà dell’educazione messa in luce è il suo essere un movimento di squadra; si tratta di una caratteristica fondamentale che fa comprendere come il soggetto educativo chiamato in causa non sia il singolo, ma l’intera comunità di studio o di ricerca o di formazione.

Per fare fronte alla crisi della dimensione comunionale dell’educazione, Papa Francesco ha indetto la giornata per il patto educativo globale, prevista per il prossimo 14 maggio, affidando l’organizzazione alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. L’intento di tale evento è quello di ricomporre il “villaggio dell’educazione”, per ritrovarsi insieme e trovare un passo comune e rivoluzionario in vista di «un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna».

Nella medesima direzione di questo patto educativo globale va anche quella dimensione interdisciplinare e transdisciplinare, esplicitamente e caldamente suggerita e indicata dalla Costituzione Apostolica Veritatis gaudium per quanto riguarda gli studi ecclesiastici.

A ciascuna realtà accademica ecclesiale è richiesto non soltanto di assumere quanto la suddetta Esortazione Apostolica ha indicato, ma anche di partecipare all’evento del prossimo 14 maggio, non per fare presenza o non sentirsi esclusi dai giochi, ma per scommettere con coraggio su un’alleanza educativa capace di generare unità lì dove la paura della diversità ha causato una frammentarietà globale dell’umano.

image_pdfimage_print